
[rating=4] Nel giugno 2012, presso il Teatro Spazio Celle della Fattoria di Celle, l’Accademia Operarmonica registra il nuovo album Danze Ritratti e orchestra, interamente dedicato alle composizioni di Andrea Mati.
Andrea Mati, pistoiese, architetto progettista di giardini, unisce al proprio lavoro la passione per la Musica e la sua attività di compositore, affiancato da Stefano Panconesi e da Franco Poggiali Berlinghieri per le strumentazioni elettroniche e gli arrangiamenti.
Prestigiose le sue collaborazioni artistiche: dal poeta Giovanni Giudici, al critico d’arte Zeno Birolli, dei quali musica alcune liriche. Nel 2003 vince il Premio Internazionale “Massimo Troisi” con la canzone “La prossima scena”, nello stesso anno scrive la colonna sonora del film “La mia squadra del cuore”; nel 2007 compone le musiche per la fiaba “Cencio Pignatta” per il volume di fiabe popolari raccolte da Carlo Lapucci e pubblicate per Mondadori.
Le sue composizioni, ben oltre 40, dagli anni ’80 ad oggi, vengono eseguite in tutto il mondo, in Festival e rassegne musicali: Italia, Danimarca, Spagna, Francia, Olanda, Messico e Stati Uniti d’America, riscuotendo successi di pubblico e critica. Nel 2006 a San Pietroburgo si è tenuto un grande concerto “Da Manfredini a Mati”, nel 2007 ad Amsterdam è nato il “Festival Mati”.
Il nuovo album “Danze Ritratti e Orchestra” è costituito da 23 brani eseguiti da formazioni miste, con l’introduzione di strumenti “speciali”, quali il Corno delle Alpi, nelle magistrali interpretazioni di Carlo Torlontano, e il Liuto “magico” di Gabriella Perugini.
Per gli ensemble d’Archi, Andre Mati si è avvalso della preziosa collaborazione degli archi dell’Orchestra della Toscana, affiancati ai solisti dell’Accademia Operarmonica, con la direzione affidata al M° David Bellugi. Nei vari brani incisi emergono le passioni musicali dell’autore, l’ampia cultura e la padronanza degli stili, così come l’attenzione allo sperimentalismo e alla commistione delle varie epoche in un percorso di riattualizzazione avanguardista.
Ed ecco in Rosso di sera (Trio per Arpa, Viola e Flauto – eseguito da Monica Turoni, Chiara Foletto e Luca Magni) emergere un interessante stile orientaleggiante dalle suggestive atmosfere esotiche. Nel Concerto per Flauto e Orchestra Barocca 1408-002 alle influenze vivaldiane della Venezia barocca si uniscono la commistione della ritmica “alla Stravinsky” e la melodia permeata da fibre jazz “alla Gershwin”, linfa vitale di una storica e rinnovata cantabilità italiana.
Brano intimo e meditativo è Del tocco dei fiori sulle corde. La leggerezza delle dita di Gabriella Perugini sulle corde del suo liuto strizza l’occhio alla Spagna, alle terre dell’Andalusia raveliana, confondendosi in passaggi armonici che richiamano lo stile medievale francese, di trovatori e trovieri. E, a proposito di Ravel, non sfugge la composizione omonima alla raveliana, titolata Bolero, interpretata dal soprano Azusa Kudo.
Soprano protagonista anche della composizione Spirito inquieto, insieme al clarinetto di Carlo Failli, al flauto di Luca Magni e agli Archi dell’ORT. Una creazione profonda, nella quale emerge quell’inquietudine esistenziale, quella continua ricerca musicale dell’autore che viaggia e ci conduce attraverso le atmosfere latino-americane e, insieme, orientali.
Echi musicali ora pucciniani, assimilabili alla Turandot o alla Madama Butterfly, ora vivaldiani, ora raveliani si riconoscono nelle sue creazioni ma sono sapientemente metamorfizzati in ciascun brano, al fine di esaltarne l’unicità stessa dell’atto creativo, mettendone in luce le molteplici letture per l’ascoltatore e le sue possibili sfaccettature.