
Umberto Saba parlando della sua città diceva: “Trieste ha una scontrosa grazia” ed effettivamente nei suoi testi poetici ha saputo coglierne appieno l’anima. Crocevia di almeno tre culture (latina, slava e tedesca), storicamente punto di incontro fra due mondi, mitteleuropea nel profondo, terra di confine per eccellenza e con una vena profondamente malinconica, vi si respira un’atmosfera unica, tipica della città di frontiera. Trieste è senz’altro la meta ideale per chi ama luoghi ricchi di una storia complessa e travagliata, che ha stregato, ospitato, generato scrittori e intellettuali in un ambiente multiculturale, di respiro internazionale.
Nel week end che vi ho trascorso mi è sembrata un accogliente ed ospitale salotto a cielo aperto: con il suo gusto retrò, tra caffè letterari storici, locali caratteristici e monumenti del passato da città importante dell’Impero asburgico. Ovviamente per visitarla tutta ci vorrebbero almeno tre giorni, senza dubbio è vero se uno vuole fare le cose con calma ma Trieste, non essendo molto grande, è anche visitabile in un week end, ci vuole solo qualche accortezza in più! Quindi ho privilegiato il centro e il lungomare, la zona di via San Nicolò/Borgo Teresiano, la zona del Ghetto/Cavana e il viale XX Settembre, per coglierne l’aspetto gastronomico, piuttosto che quello artistico. Ecco un breve excursus sui locali da me visitati nella “piccola Vienna” sul mare.

In pieno centro, una volta conclusa la passeggiata attorno al Portici di Chiozza si trova il panificio artigianale “Pagna” che produce pane con lievito madre a lunga fermentazione risultato di 25 anni di passione, ricerca e lavoro nel mondo della panificazione naturale; il loro pane, idratato e fermentato usando farine di qualità e lievito madre, è più sano, gustoso, digeribile e croccante. Senza scordarsi di citare focacce ed involtini, cornetti, brioches, maritozzi e altri dolci tipici, come il kanelbullar, brioche alle noci e cannella. Da ricordare anche la vasta scelta di ottimi vini e di birre di qualità.
Poco distante, in Viale XX Settembre, un lungo viale alberato ed una delle più belle passeggiate di Trieste, si nota l’insegna della gelateria “De Lorenzi“, gelateria artigianale di produzione propria che ha anche tavoli in uno spazio esterno protetto dal sole con ombrelloni. Tutto qui è realizzato con prodotti freschissimi e di alta qualità se ci si vuole concedere uno sfizio e lasciarsi tentare dai tantissimi gusti offerti. Una curiosità: a Trieste non si chiede un gelato piccolo, medio o grande; per ordinarne uno si chiede una, due o tre palline che vengono servite con il famoso porzionatore.
Sempre in Viale XX settembre si trova il panificio “Il Pane quotidiano“, un altro esercizio dove il pane è fatto secondo natura, cotto sulla pietra e lievitato lentamente, preparato con ingredienti buoni, il più possibile a chilometri zero e dove i panettieri iniziano a dedicarsi al rinfresco del lievito madre quando “la luna è ancora alta in cielo”, ma è solo impastandolo che si accorgono di quando è perfetto per essere usato ed è questa consapevolezza che permette di trasformare un panino qualsiasi in quel “gioiello” che arriva sulla tavola dei clienti, perché non c’è termometro né strumento di precisione che funzioni meglio della passione di chi lavora il pane.
“L’Antiquario“, un locale molto bello a ridosso del lungomare nei pressi di Piazza Unità d’Italia, è una trattoria con cucina della tradizione, che esprime tutta l’italianità nei vini, nei drink classici, nell’ambiente e nei piatti che raccontano una storia di passione ed amore, con un tocco di gusto unico e profumi inconfondibili che ricordano casa e dove la gentilezza è al primo posto. Consigliatissimi gli gnocchi al pesto e gamberi completati dalla cremosità della burrata e le tagliatelle al ragù che invitano a fare la scarpetta senza pensarci due volte.

Per scoprire cosa significa davvero “altamente artigianale” bisogna recarsi da “Maritani“, in Piazza Niccolò Tommaseo, maestri pasticcieri pluripremiati dal Gambero Rosso, il cui slogan è “nessun compromesso sulla qualità da cent’anni di tradizione”. In questa azienda, con il lavoro quotidiano basato su valori come impegno, rispetto e onestà, da quattro generazioni si tramandano questi principi fondamentali, garantendo la massima qualità e autenticità in ogni prodotto grazie alla dedizione e alla passione profuse in ogni fase del processo produttivo. Qui ho potuto gustare una strepitosa “crema carsolina” (o zavata carsolina) un dolce tipico di Trieste, ovvero una millefoglie alla crema di dimensioni molto generose, da qui il nome “zavata” ovvero ciabatta.
Trieste è una città bella e colta, da visitare, con mille luoghi da scoprire, che riesce a stupirti con la sua arte, cultura, atmosfera, eccellenza in ogni campo… insomma, un luogo da vivere almeno una volta nella vita.