Alejo Pérez e l’Orchestra del Maggio: un viaggio tra lirismo russo e colori ispanici

Una direzione passionale tra Rachmaninov, De Falla e Ravel

Alejo Pérez e l'Orchestra del Maggio ph Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino
Alejo Pérez e l'Orchestra del Maggio ph Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino

Il debutto di Alejo Pérez sul podio dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ha offerto un programma di grande interesse, abbracciando il tardo romanticismo russo e le suggestioni ritmiche della musica spagnola, con un finale affidato al celeberrimo Boléro di Ravel.

Il concerto si è aperto sulle note della Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27 di Sergej Rachmaninov, una delle opere più rappresentative del sinfonismo post-romantico russo, caratterizzata da un’elaborata costruzione tematica e da un ampio respiro melodico. Completata nel 1907, questa sinfonia è nota per la sua struttura ciclica e per l’espressività dei suoi temi. L’Orchestra del Maggio, sotto la direzione di Pérez, ha saputo rendere con sensibilità le sfumature emotive della partitura, evidenziando la cantabilità dei temi e la raffinatezza degli impasti timbrici. Il primo movimento, con la sua densa introduzione in tempo Largo che sfocia in un Allegro moderato pieno di tensione drammatica, è stato affrontato con un’impostazione vigorosa.

Alejo Pérez e l'Orchestra del Maggio ph Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino
Alejo Pérez e l’Orchestra del Maggio ph Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino

Lo Scherzo ha beneficiato di una conduzione più controllata, con una definizione ritmica ben articolata e un buon equilibrio timbrico tra le sezioni orchestrali. Il momento più riuscito dell’esecuzione è stato il terzo movimento (Adagio), autentico cuore espressivo della sinfonia. Qui Pérez ha saputo valorizzare la scrittura orchestrale di Rachmaninov, con un’ottima gestione dei registri e un controllo del fraseggio più raffinato rispetto ai movimenti precedenti. La celebre melodia del clarinetto è emersa con struggente intensità, sostenuta da un tappeto sonoro degli archi ben calibrato. Il Finale ha regalato una lettura impetuosa, la cui tensione drammatica è sfociata in un climax sonoro intenso.

La seconda parte della serata ha visto protagoniste le Suite n. 1 e n. 2 dal balletto “El sombrero de tres picos” di Manuel de Falla, che hanno messo in luce l’abilità di Pérez nel restituire il carattere vivace e teatrale della musica di De Falla. Composto su richiesta di Sergej Djagilev e rappresentato per la prima volta nel 1919, il balletto è un omaggio alla tradizione musicale spagnola.

Alejo Pérez e l'Orchestra del Maggio ph Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino
Alejo Pérez e l’Orchestra del Maggio ph Michele Monasta-Maggio Musicale Fiorentino

L’orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ha brillato nei passaggi di danza, con un ottimo equilibrio tra la sezione ritmica e le raffinate sfumature timbriche. L’uso dei fiati, in particolare, ha contribuito a rendere con vivacità il senso di movimento e teatralità. La Danza del Corregidor, con il suo carattere grottesco, è stata resa con brillantezza, mentre la Danza final ha visto una gestione del crescendo ben calibrata.

Il Boléro di Maurice Ravel, una delle composizioni più celebri del XX secolo, ha concluso la serata con un’esecuzione trascinante, che ha trovato nel progressivo accumulo sonoro la sua cifra distintiva. Pérez ha saputo mantenere il controllo sulla ripetizione ossessiva del tema, evitando eccessi retorici e mettendo in evidenza le graduali variazioni timbriche che caratterizzano la partitura, in un trascinante crescendo finale carico di pathos.

L’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ha offerto una prova di grande qualità, con splendide prime parti e una notevole versatilità stilistica. Il pubblico ha accolto l’esecuzione con entusiasmo, riservando gli applausi più calorosi al Boléro, confermando il suo irresistibile fascino sul pubblico concertistico. Unica delusione la mancanza di un bis.

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