
A mia madre, l’esploratrice che conosco.
A mio padre, da qualche parte nello spazio.
Giunti editore
Ore 14.30, Grand Central Station di New York, duecentosette agenti sotto copertura si bloccano nello stesso istante. Charlie Todd ha appena dato il segnale: freezing. Inizia da questo fermo immagine la storia di Jason, anche lui in stazione, immobile a osservare La Ragazza Col Cappello Da Fantino. In questo spazio di tempo dilatato, ognuno sembra aver sospeso le funzioni vitali, le persone non coinvolte nella performance, osservano curiose, aspettano che accada qualcosa.
Anche Jason osserva e aspetta. Osserva il cappello della ragazza in procinto di cadere, aspetta lo scongelamento per poterle parlare, dirle una cosa qualsiasi, ma mentre si domanda come, arriva il secondo segnale e tutti ripartono come se nulla fosse.
La Ragazza Col Cappello Da Fantino è sparita. È stato il tempo di un brivido. Per i successivi due anni, Jason disegnerà tutte le persone di New York, il suo obiettivo: trovare lei.
Eleonora Sottili, prendendo spunto da due fatti realmente accaduti, immagina quel ragazzo timido con il blocco di fogli e una matita intento a esaurire categorie. Zadie abita accanto a Jason, ha dodici anni e vive con sua zia. Quando resta sola, si immerge nella vasca da bagno piena di cubetti di ghiaccio, sogna di andare al Polo Sud.
Poi c’è lei, Alice. Appena arrivata dall’Italia per dimenticare i due gemelli con i quali ha avuto una relazione. È una ragazza confusa, innamorata dei pianeti e delle stelle. Crede che da qualche parte esista un’altra versione di sé.
Ognuno è incasinato dentro il suo micromondo. Fino all’arrivo della Tempesta Perfetta. Quale momento migliore per ristabilire un po’ di ordine? La neve eliminerà i confini, farà ripartire il tempo, correggerà le orbite e scioglierà tutte le paure.
Se tu fossi neve è pieno di personaggi assurdi e per questo, quanto mai reali.