Volare fra un calanco e l’altro, appesi ad un filo!

Il volo dell'Angelo fra Castelmezzano e Pietrapertosa, nelle suggestive Dolomiti Lucane in provincia di Matera

Un filo d’acciaio, freddo e teso a mezz’aria, ostacola il vento che lo lambisce. Una carrucola trasporta il suo fardello, sfrecciando velocissima sul freddo acciaio, fino a sfiorare i 120 Km/h. Il “volo dell’angelo” fra le città di Castelmezzano e Pietrapertosa, situate nelle suggestive Dolomiti Lucane in provincia di Matera, è proprio questo: un librarsi nell’aria pur legati ed assicurati ad un filo, l’emozione di un volo radente come potrebbe fare solo un volatile in picchiata. I due paesi sono uno di fronte all’altro, su calanchi vicini ma separati da un crepaccio profondo circa 250 metri. Le pietre dei calanchi, che hanno ispirato i nomi più fantasiosi in base alle loro forme (l’aquila reale, l’incudine, la grande madre, la civetta) fanno da spettatori a questi sorvolamenti umani, restando poi nei mesi invernali colonizzabili soltanto dagli uccelli veri.

Due fili d’acciaio collegano i due paesi, sui quali è possibile fare sia l’andata sia il ritorno, due voli distinti e leggermente diversi fra loro. Ma andiamo con ordine: la prenotazione del volo si può fare sul sito internet, si paga online e si fissano i due orari per andata e ritorno (o soltanto uno se si desidera fare solo l’andata, ma in questo caso si deve considerare una passeggiata di almeno 2 ore, con dislivello di almeno 150 metri in discesa e salita, per ritornare dove parte la navetta per il parcheggio).

Si può scegliere di partire da uno dei due paesi, nel nostro caso abbiamo scelto Castelmezzano per motivi di maggiore vicinanza. E’ possibile prenotare, dal primo maggio al primo novembre dalle 9:30 alle 18:30 (tutti i giorni in alta stagione, solo nei weekend altrimenti), un volo singolo o uno di coppia, ma in quest’ultimo caso il peso complessivo non deve superare i 150 Kg e la differenza di peso i 40 Kg. Siamo arrivati un’ora prima dell’appuntamento e ci hanno subito dirottato in un parcheggio non lontano, dove abbiamo abbandonato l’auto in cambio di 5 € comprensivi dei servizi navetta.

Una volta arrivati in centro al paese, abbiamo cercato l’ufficio del volo dell’angelo per convertire la nostra prenotazione in biglietto. In maniera “calcolata”, la navetta arriva ad un estremo della strada principale che poi va percorsa tutta per raggiungere l’ufficio, così da poter far circolare i turisti nei negozietti che vendono souvenir e prodotti tipici.

Dato che poi si deve percorrere di nuovo la via all’indietro fino a dove ci aveva lasciato la precedente navetta, inevitabilmente ci si accorge che l’ora di anticipo si è trasformata in circa 30 minuti di ritardo. Loro lo sanno e chiudono un occhio, anche visto che non ci sono molti voli quest’oggi, ma consigliamo maggiore anticipo nei giorni con maggiore affluenza. Nell’ufficio si viene pesati e questa informazione viene scritta sul biglietto.

Un’altra navetta ci preleva e ci accompagna all’inizio del sentiero per raggiungere la base di lancio, ma per raggiungerla ci aspettano circa 30 minuti di cammino sotto il sole e con dislivello, dove non c’è niente se non il paesaggio magnifico intorno a noi e i quad che ci superano per portare le imbragature per il lancio a destinazione.

volo dell'angelo

Una volta arrivati, dopo la fila di turno, si indossa l’imbragatura, il caschetto e si assiste ai lanci delle persone prima di noi: già vedere loro librarsi nel vuoto, generalmente con un piccolo urlo (di coraggio per alcuni, di terrore per altri…) incute un certo timore, ma non ci si può tirare sicuramente indietro ormai (anche se una signora accanto a noi l’ha fatto e ha atteso il marito al punto di arrivo ridiscendendo per il sentiero).

Lo zainetto che abbiamo con noi resterà allacciato alla nostra schiena e anche gli occhiali resteranno conficcati nel caschetto. Vedere gli altri che spiccano il volo dopo un po’ diventa quasi rilassante, fino a quando non si fa il conto di quanti ne mancano al nostro turno! Quando sta a noi, cuore a mille!

Mentre il tecnico assicura l’imbragatura al filo e impartisce le ultime raccomandazioni, lo sguardo va nel vuoto, seguendo quel filo di cui non si vede l’altro estremo. Per mantenere una velocità ottimale e non rischiare di andare troppo piano (e restare appesi come un salame) o troppo velocemente (ed avere problemi poi a fermarsi all’arrivo), l’addetto chiede il peso e lo comunica via radio al collega all’arrivo (quindi lo sentono tutti), poi dosa la zavorra se tale peso è troppo piccolo, o monta una vela per aumentare la resistenza dell’aria se troppo elevato.

“Sei pronto?” “si”, “buon volo” poi il “clack” del moschettone di sicurezza che viene tolto e si parte nel vuoto. Il vento colpisce il volto, mentre si cerca di guardare giù. Il paesaggio si apre intorno a noi, regalandoci un’emozione unica, volare! Il crepaccio sotto di noi è basso, poi si fa più profondo mano a mano che avanziamo. Gli alberi sono grandi poi diventano piccoli. Si ha una sensazione di libertà prorompente, bellissimo!

I 1452 metri di percorso durano poco più di un minuto, toccando i 120 Km/h e sfruttando un dislivello di circa 140 metri. Alla fine un enorme freno, una specie di fionda alla rovescia, ci accoglie a tutta velocità e dopo il rinculo ci deposita su una pedana dove un addetto ci aiuta a ritoccare terra. Tutta la leggiadria della planata cozza con la goffaggine dell’imbragatura, e l’adrenalina cala a picco. Ora si può passeggiare un po’ per il paese e curiosare nei suoi vicoletti, per attendere l’ora del volo di ritorno.

La base del secondo lancio è praticamente in paese, molto più vicina rispetto alla precedente. Il volo è più corto ma non meno sensazionale, specie quando passiamo a oltre 100 Km/h fra una casa e un albero, un’emozione forte e liberatoria. Un’esperienza di sicuro raccomandata, per chi se la sente!

Requisiti minimi:

  • almeno 18 anni per il volo singolo, 12 se con volo di coppia con un genitore
  • scarpe comode

Requisiti consigliati:

  • nessuna malattia cardiaca e non soffrire di vertigini
  • prenotazione dei voli
  • bottiglietta d’acqua per la salita da Castelmezzano al punto di lancio
  • zainetto piccolo
  • non avere vergogna del proprio peso!