
Salve a tutti, qualcuno di voi magari già mi disprezza per gli scarabocchi sulla sezione Comics con “Coso il Fungo Velenoso“. Behind the Corner è altra “Cosa”.
Intendo essere pratico nei prossimi appuntamenti, ma prima di partire devo gioco-forza introdurre le cause e l’essenza della stessa, la filosofia sottesa. Quindi: un po’ di pazienza. Dopo anni di silenzioso ed intimo malessere, previe lunghe autoanalisi acrobatiche sono giunto faticosamente, con sudore, alla fine, in fondo, in conclusione, insomma, da ultimo e per forza alla necessità di un Metodo.” Un Metodo? “- Chiederete Voi -” E perchè mai? Per curare una malattia? Per aiutare qualcuno? E che malattia sarebbe dunque?”. Tutte domande che trovo giuste avendovele messe in bocca io ad hoc per andare avanti col mio discorso. Ancora un po’ di pazienza. Devo essere chiaro e farò subito coming out riguardo al mio e forse vostro problema: Attacco compulsivo d’esplorazione fantastica in luogo e tempo non idoneo.
Mi spiego. Non è estate, non sei in montagna, non sei in ferie, hai solo 30 minuti, 1 ora o giù di lì, hai momentaneamente in antipatia la maggioranza dei rappresentanti della tua specie e l’animo di un esploratore eccitato, di uno scienziato pazzo, di un poeta esistenzialista o chissà che altra bestiaccia! La tua mente sta infierendo un attacco contro la normalità in modo tutt’altro che conveniente in questa Società ed una Sirena ha appena ricominciato il canto soave e terribile a cui non sai resistere proprio là, behind the corner of the office, Sir. Intorno il Mondo invece… Guardiamoci: incanalati mentalmente e fisicamente nel nostro traffico quotidiano. Impegnati con ostinazione a premere il punto interrogativo sulla tastiera della vita, perchè ci pare essere l’unico tasto che fa il suo mestiere.
Pieni di interessi, impegni, motivazioni, concause. Gonfi di cene, serate, vacanze da programmare ed opere da completare. Ancora: problemi, mancanze, dazi, gabelle, pane fatto in casa e tasse fatte all’estero, intelligenze artificiali e governi di Natale. Ma, soprattutto, immagini. Ovunque. Circondati da Immagini costruite per consumare, luci apposite, filtri, jingles, desideri da collezionare. Passato poco, molto futuro. Ieri, domani, tra dieci minuti, un’ora fa, tra poco, alle 5, alle 6, sabato mattina etc…. niente presente. Inconsapevoli dell’unico momento reale naturale. L’Adesso. Eroi sono diventati coloro che appaiono fuori da tutta questa complessità, vuoi per denaro, vuoi per carattere, vuoi per impunità. Appaiono, sottolineo. Non può funzionare così. Il Mondo, intendo, non può funzionare così. Non per evolvere positivamente.
Attacco compulsivo d’ esplorazione fantastica in luogo e tempo non idoneo.
Uscite immediatamente di casa e cercate un albero chiedendovi che albero sia e che folletto sta per certo bivaccandoci all’interno, cominciate a fare una passeggiata e domandatevi quella nella crepa dell’asfalto che erba sia, l’avevate mai notata? Magari è una pianta potenzialmente commestibile. Antiscorbutica, Rilassante, Proteica? Magica. Chissà. Che significano quei numeri posti su campo bianco rosso? Club Alpini? O Alchimistici? Potreste rendervi conto di non conoscere quasi nulla di ciò che esula dall’abitudine e che vi abita dentro. Nessuna paura. Immaginiamo quante cose possiamo imparare invece che quante cose non sappiamo.
Ritornate con la mente a quando coi resti della pausa pranzo (la carta appallottolata del falafel-metticitutto-ma-la cipolla-no ancora in mano) tendete al cielo come uccelli migratori. Riuscite ad occupare senza Spleen esagerato gli ultimi minuti che vi distanziano dal rientro al lavoro, solamente grazie alla benedizione di un Pataccone bianco/cremisi sul cappotto di panno nero, la cui Causa stava nascosta vigliaccamente sul dorso esterno in basso della mano sinistra. Imprecazioni certo. Lavanderia, forse. Ma siete contenti di aver evitato un Tempo Morto. I Tempi Morti; profondi e bui spaventi del bipede da allevamento contemporaneo. Cosa avreste fatto, malati, senza il Pataccone? Mi rivolgo a voi! Malati! Cosa avreste fatto?
Lo so, l’indole l’avreste di andare dietro al pulviscolo Cosmico, di fermare il Tempo; magari chiedersi che tipo di conformazione nuvolosa sia quella che si allontana: cumuli nembi? Cirri? Che Dei ci osservano da là? Come ingraziarseli? Sfruttereste ogni stilla di tempo per imparare qualcosa di nuovo, magari ricordandoselo pure, al bisogno. Però subito, con un colpetto di tosse imbarazzato, la nostra Serietà si fa sentire e ci guarda aggrottata, ma che senso ha? Sarebbero 20 minuti sprecati e poi, 20 minuti, che puoi farci di utile? Non bastano a niente, un’altra volta – magari – con del minutaggio aggiuntivo. Chiedere alla Direzione. Già. E chi dirige? I due emisferi del nostro cervello si osteggiano e quello sinistro, serio, rigoroso e che ha paura, fa la voce grossa.

Quante domeniche, privi dell’incoscienza necessaria ad affrontare lo spreco di risorse ambientali ed emotive per una gita forzatamente lontana da Casa concludete ben poco, sprofondati sul sofà, combattuti tra l’audacia dell’avventuriero e l’impossibilità oggettiva di grandi gesta; frustrati. Pigri. Perché riconosciate di avere la malattia questi sono sintomi sufficienti. Attacco compulsivo d’ esplorazione fantastica in luogo e tempo non idoneo. La brace è lì, può riattizzare un fuocherello vivace, ci agita, da’ quel senso come di occasione persa, ci fa dei fischi continui di richiamo. Basta riconoscerla. Darle un nome. Non lasciatela estinguere, soffiateci sopra, scaldatevi le membra, che è una sana malattia.
E qui casca il Metodo. Artistico, Scientifico, Magico, basta sia utile per stanare la sindrome, per dare contromisure a meccanismi spesso inconsapevoli, per stare meglio e quindi ammettere: Macchè malattia!! Questa è una risorsa, uno strumento del Cielo, una fortuna sfacciata! Io ho il mio, voi avrete il vostro. Basta Dunque! Riappropriamoci del poco Tempo, rivalutiamo il Dietro l’Angolo, il Tempo Morto non è morto, fa solo finta. Diventiamo orgogliosi del Vicino-Casa, del Dietro-l’Ufficio, dell’alberello tra i palazzi che resiste, ignorato, allo scempio intorno, perchè abitato da Fate che ne isolano l’essenza… non vi è altra spiegazione! Ognuno ha un parco, una chiesa, una collina, un fiume meraviglioso – visitato spesso dagli Alieni – dove passa forse tutti i giorni, ma che non conosce e che ha bisogno di aiuto perché maltrattato.
Ma siamo seri: uno studio della famosa HOT WATER UNIVERSITY (che sempre più spazio occupa nei media ufficiali) recita: “Assolutamente necessario che la persona si rotoli sensorialmente nei suoi luoghi familiari, si soffermi su odori, colori, impressioni che lo estraneino dall’usuale per ricondurlo nel reale, l’intorno, l’ attraverso, l’interiore, così da ricreare quella condizione di meraviglia che non può e non deve rendersi possibile solo in pochi periodi concentrati dell’anno, ma ricercarsi ogni giorno, almeno 10 o 20 minuti, per iniziare”. Se lo dicono loro. Capito? L’arte di assaporare consapevolmente la Vita. Mettendoci tutta la Fantasia che ci vuole. Abitiamo Terre Magnifiche e Spaventose. Popolate di Demoni e rari Spiriti Nobili. Accorgiamocene per poi dirlo in giro. Vi chiedevate che senso aveva fare una partita a palla avvelenata, quando le facevate? Giocarla bastava. Voglia ne avete. All’attacco allora!

Se avete un datore di lavoro che vi erode la pausa pranzo minacciatelo. Se il sistema vi costringe a non avere tempo per un po’ d’ozio combattetelo. Se lo fate volontariamente curatevi. Di una cosa si deve però essere coscienti quando si ammette l’Attacco compulsivo d’esplorazione fantastica ed un suo Metodo: la Pericolosità. Capite il potenziale? Non è esclusivo, aumenta la consapevolezza, migliora l’attenzione, non è per esperti, non si fa comandare, necessita di sensibilità, non si può rubare, non si può vendere e soprattutto si ottiene solo ed unicamente senza pagare! In pratica da arresto.
Non si parla di cambiare il Mondo, si tratta di vederlo, costruirselo, attraversarlo come un tendaggio vaporoso di stoffa bianca, liscia, profumata e fresca che non ti molla, prima di lasciarti andare, se non dopo averti accarezzato il corpo, le gambe, il petto, la testa. Il luogo di prima diventa un altro, diventa parte di te, dei tuoi organi, fa male se ferito, va protetto. Si tenterà quindi in questa rubrica da ora in poi di dare suggerimenti su percorsi utili a piccole avventure fantastiche vicine al nostro nucleo vitale, la nostra tana. La mia se scrivo io. Un’altra per chi condividesse i propri attacchi fantastici. Attivi o passivi. Si sa, è pieno di sortilegi il Mondo. No posti esotici, no grandi mete distanti, a meno che non vi appartengano davvero per assidua frequentazione, provenienza, sogni ricorrenti. Qua è tutto vicino, familiare, fatto più volte, multidimensionale, nuovo, da approfondire, inaspettato, necessario, pericoloso.
Segnatevi questa rubrica, potrebbe ispirarvi. Se volete ispirarci, battete un colpo.
D’Ali, si capisce .