
[rating=5] Incastonato tra due capolavori straussiani, il Sestetto per archi op. 85 e le Metamorphosen per archi, è stato possibile gustare, lo scorso mercoledì 29 ottobre, all’Opera di Firenze, il Concerto per Clarinetto, archi, arpa e piano di Aaron Copland.
Clarinetto solista Riccardo Crocilla, dal 1996 primo clarinetto dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e premio “Galileo 2000” quale giovane promessa del concertismo italiano, accompagnato dai colleghi de “I Cameristi del Maggio Musicale Fiorentino”, sotto la direzione del M° Giorgio Mezzanotte.
Il Concerto per Clarinetto di Copland è stato una prima assoluta per l’Opera di Firenze, si era potuto gustare nella stagione concertistica 1993-94 al Teatro Verdi (Solista Michel Portal) ma mai al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ora Opera di Firenze.
Aaron Copland (New York 1900-1990) è stato un compositore statunitense, di origine ebrea, formatosi in Europa, precisamente a Parigi con Nadia Boulanger, capace di fondere, nelle sue molte creazioni, la musica classica con quella contemporanea, dal jazz al folk americano. Questi molteplici elementi e stili costituiscono le basi del Concerto per Clarinetto proposto da Riccardo Crocilla, un vero ed autentico gioiello ‘900esco della letteratura solistica per questo strumento. Riccardo Crocilla riesce ad essere un abile equilibrista, diviso tra le tradizioni classiche europee che spiccano nel tempo lento di apertura, il “Lento ed espressivo”, e quel gusto ritmico spiccato, di sapore latino-americano, linfa vitale dell’Allegro.
Il Concerto, scritto a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1947, per la guest star clarinettistica Benny Goodman, è interpretato brillantemente da Riccardo Crocilla che ne sottolinea sia quei passaggi sublimi, di intenso lirismo, strizzanti l’occhio al Vecchio continente, sia quelle combinazioni ritmiche e sincopate, giocate sul registro acuto dello strumento, cuore battente della Giovane America, della musica folk brasiliana e del jazz afro-americano.
Crocilla si spinge alle estreme possibilità espressive e virtuosistiche del suo strumento, passando dalle sinuosità melodiche iniziali dolci e malinconiche, sognanti ed enigmatiche – che lasciano trasparire quella giovanile maniera francese coplandiana di comporre alla Debussy – accompagnate ora dai pizzicati dell’arpa, ora dai pianissimi dei Cameristi, all’incalzante ed energico movimento conclusivo, con gli slaps dei contrabbassi, sezione ritmica dell’Orchestra.
Il passaggio tra i due tempi è siglato da una lunga Cadenza, momento centrale della composizione strutturata in un unico movimento, nella quale Riccardo Crocilla libera tutti i colori timbrici del suo strumento con semplicità e disinvoltura, alternando ad istanti di musicale respiro il preannuncio del nuovo tema, articolato e virtuosistico. Nuovo tema che costituirà la base di quel serrato dialogo contrappuntistico di Crocilla con i Cameristi del Maggio che chiuderà il piccolo capolavoro con un lungo e strepitoso glissando.
Al termine dell’esecuzione, non potevano mancare i più sentiti e scroscianti consensi di pubblico, che ha salutato il Solista con oltre dieci minuti di applausi.