
Domenica 20 febbraio il Saloncino della Pergola risuona di rock, rhythm and blues con i virtuosi Turtle Island Quartet, ospiti per la prima volta degli Amici della Musica di Firenze.
Davvero un concerto unico e singolare quello denominato The Art of the Groove: viaggio musicale da Vivaldi al jazz proposto dal gruppo da camera costituito dai violinisti David Balakrishnan e Mads Tolling, Jeremy Kittel alla viola e Mark Summer al violoncello, riuniti sotto il nome antico e mitologico con il quale i nativi chiamarono il Nord America, considerata terra emersa sostenuta dal guscio di una tartaruga. Ed è davvero un viaggio affascinante che si muove dai ritmi swing di John Coltrane e Mistress luck di Chick Corea, per poi approdare ad un inverosimile Inverno di Vivaldi dai colori di una samba brasiliana, per poi raggiungere le sonorità elettriche del blues di Jimi Hendrix e quelle cubane del Wapango di Paquito D’Rivera, passando per la classicissima Aria sulla quarta corda di Johann Sebastian Bach.
Dopo un breve intervallo, si apre la seconda parte del concerto sull’umoristico richiamo alla suoneria del Nokia, consueto avvertimento nei teatri per ricordare di spengere i telefonini.
E lo spettacolo ha inizio, sulle note malinconiche di Bob Dyland, per poi compiere un percorso nostalgico che parla delle radici indiane di David Balakrishnan, con due brani dedicati al padre, per poi legarsi agli affetti di Mark Summer con uno struggente a solo di violoncello dedicato alla sorella Giulia; ecco che si arriva a Ma Mère l’Oye di Maurice Ravel ed infine, in un’armonica ciclicità, il quartetto chiude con un brano dedicato a John Coltrane Thanks, John!.
Gli applausi scrosciano entusiastici, così seguono due bis: un brano di Billy Robinson e Milestones di Miles Davis.
Il Turtle Island Quartet è nato nel 1985 grazie alle ricerche ed alle intuizioni compositive del violinista David Balakrishnan, il cui lavoro ha portato alla sperimentazioni di generi poliedrici, dal folk allo swing, dalla musica latino-americana alla musica indiana e classica: il Quartetto si ripropone soprattutto di riprendere ad esplorare la tradizione che risale ad Haydn dell’improvvisazione della musica da camera, ormai abbandonata dai musicisti di strumenti ad arco da più di duecento anni. Ogni membro del gruppo ha perfezionato la propria esperienza in questi campi e ciascuno di loro possiede una rigorosa preparazione strumentale: un tale impegno è stato premiato dal successo internazionale riscosso in questi ultimi anni, soprattutto in Europa.
Dunque un bel successo anche a Firenze per l’originale Quartetto d’archi, che è stato salutato calorosamente dal pubblico in sala.