
[rating=4] Un interessante e vario album è il cd titolato “Piano solo” di Maria Meerovitch, giovane pianista russa, già nota al grande pubblico per la sua brillante carriera da solista nei principali Teatri e Festival internazionali, dal Concertgebouw di Amsterdam alla Citè de la Musique di Parigi, dall’Opera City Hall di Tokyo (Giappone) fino alla Baxter Hall di Cape Town (Sudafrica).
Il cd, edito nel 2007, raccoglie pagine note e meno note dello sterminato repertorio pianistico, da Wolfgang Amadeus Mozart con la Sonata n. 10 in Do maggiore K 330, alla Fantasia in Fa minore op. 49, al Notturno n. 18 in Mi maggiore op. 62 n. 2 alla Polonaise-Fantasia in La b maggiore op. 61 di Frédéric Chopin per arrivare ad alcune pagine tratte da Les Saisons [Le stagioni] op. 37 bis di Pyotr Ilyich Tchaikovsky, precisamente Mai [Maggio], Août [Agosto], Octobre [Ottobre], Décembre [Dicembre].
Maria Meerovitch cerca di mettere in luce, nei tre tempi della Sonata mozartiana – Allegro moderato, Andante cantabile, Allegretto – tutte le diverse potenzialità del suo strumento, esaltando la scorrevolezza del primo e dell’ultimo tempo, dal pur brillante tecnicismo, così come la cantabilità di quella melodia dell’Andante, costruita su doppie terze e doppie seste.
Ma in Chopin che Maria Meerovitch esprime la sua personalità a 360 gradi. Nella Fantasia op. 49, che Chopin dedica alla sua allieva Principessa Catherine de Souzzo, si percepiscono, all’ascolto, i diversi stati d’animo della composizione, dalla marcia di apertura esitante, quasi velata di malinconia, alla libertà narrativa, quasi metafora di quella saggezza meditativa derivata da quella costante ricerca del carattere chopiniano, ora severo ora più brioso, ornamentale e quasi sereno, sognante. Una sintesi di forma e contenuto, a metà fra Classicismo e Romanticismo.
E l’ornamentalismo si ritrova nel Notturno op. 62 unito a passaggi che ben si sposano con il nostro belcanto. Lirismo, intimità e tutte quelle segrete atmosfere e rifrazioni dell’animo umano sembrano essere illuminate dal tocco libero e sognante di Maria Meerovitch.
De Les Saisons op. 37 bis di Tchaikovsky, commissionate al compositore dal suo editore sanpietroburghese Nikolay Matveyevich Bernard della rivista Nouvelliste, Maria Meerovitch rende al meglio l’ultimo dei 12 pezzi caratteristici, quello del mese di Dicembre, che porta sottotitolo “Natale”. Si tratta di un elegante valzer cameristico, reso con brillantezza e vitalità, in un’esecuzione cristillina.