
[rating=3] Un Teatro Comunale di Firenze traboccante di appassionati di musica classica ha accolto l’esaltante talento musicale del ventisettenne pianista cinese Lang Lang.
Definito dal New York Times “l’artista più richiesto sulla scena internazionale della musica classica”, il pianista cinese noto a molti per l’esibizione durante l’apertura dei Giochi Olimpici di Pechino 2008 (alla quale assistettero cinque miliardi di persone), ha inanellato una lunga serie di premi prestigiosi e un’infinità di recital e concerti da “sold out” in tutto il globo.
L’intento del giovane pianista è ammirevole, il suo obiettivo infatti è quello di diffondere la musica classica in tutto il mondo, con un’attenzione particolare all’educazione dei bambini e dei giovani musicisti. Per questo insieme a Grammy ed UNICEF è stata creata una Fondazione a New York che porta il suo nome.
Ma veniamo al programma del concerto che Lang Lang propone al Teatro Comunale, dove l’esecuzione ha inizio con la Sonata n.3 in do maggiore, op.2 n.3 di Ludwig van Beethoven. La Sonata n.3, ultima delle tre Sonate composte da Beethoven nel 1795 dedicate al celebre Haydn, mostra molte innovazioni sul piano della forma e delle relazioni tonali ed ha chiari riferimenti a Clementi e al suo energico e rivoluzionario meccanismo pianistico. L’opera si struttura in quattro tempi che racchiudono dinamismo e tensione espressiva, unite ad un’improvvisa ombra negli accordi che percorrono la tastiera nello “Scherzo” come folate di vento freddo, per chiudere nell’”Allegro assai” con un vigoroso e solenne finale.
Segue la celeberrima Sonata n.23 in fa minore, op.57 (“Appassionata”) sempre di Beethoven, da lui stesso definita “la sua più importante sonata”, legata allo Sturm und Drang dell’anima, teso al sublime in quella costante ricerca del colore timbrico di registri opposti, di contrasti dinamici ed indeterminate risonanze, come nell’Allegro assai. Il secondo movimento mostra un tema con tre variazioni che si infittiscono ritmicamente sempre più, passandosi il tema dal registro più grave a quello più acuto. L’ultimo movimento è infine un incalzante moto perpetuo dove la tensione cresce fino a esplodere nella coda finale.
Lang Lang nell’esecuzione dei primi due pezzi di Beethoven è molto interpretativo, fin troppo delicato e accademico per raggiungere i colori e l’eroismo dell’ultimo grande maestro del classicismo viennese. L’interpretazione di Lang è perfetta a livello esecutivo, ma è carente di vigore e di passione necessaria per dar vita all’inquietudine degli accordi martellanti e incalzanti che caratterizzano in special modo la Sonata n.23, ma che è parte vitale di tutta l’opera beethoviana.
Molto più soddisfacente la seconda parte del programma dove Lang si è cimentato con pezzi stilisticamente più vicini a lui. La popolare Iberia (I quaderno) di Isaac Albèniz, con tre movimenti luminosi che suggellano la rinascita della musica spagnola e da dove riecheggiano frammenti di Debussy. Ultima esecuzione del concerto è la Sonata n.7 in si bemolle maggiore, op.83di Serghei Prokofiev, dove nei tre movimenti si alterna calma e tensione con richiami a temi beethoviani.
Lang Lang sfoggia un’interpretazione delicata e convincente degli ultimi due pezzi conclusivi del programma, rivelandosi ancora una volta un grande talento pianistico; il pubblico entusiasta applaude e richiama più volte l’artista orientale all’inchino.
Come era fin troppo facile da pronosticare, il concerto organizzato dal Maggio Musicale Fiorentino e dagli Amici della Musica di Firenze è stato un successo, facendo l’en plein di pubblico in sala.
Infine uno spunto di riflessione che affiora dall’effetto Lang Lang in Cina, dove il giovane pianista in questi ultimi anni ha ispirato più di quaranta milioni di bambini cinesi allo studio del pianoforte classico, divenendo così un forte trascinatore culturale.
In contrapposizione nel nostro paese da tempo assistiamo all’effetto veline e tronisti, di opposta caratura culturale, che naviga nella direzione di un sistema generale riluttante verso i giovani talenti italiani, veri motori per un nuovo rinascimento culturale.
Come recitava un noto spot televisivo di qualche anno fa: ”meditate gente, meditate”.