
[rating=5] Il suo aspetto placido nasconde una storia frastagliata, raccontata nella mostra Il palazzo e la città. Il protagonista è il duecentesco Palazzo Spini Feroni: dimora privata della famiglia Spini, sede del consiglio comunale negli anni di Firenze Capitale, poi hotel di lusso dove ha soggiornato anche Liszt, sede per esposizioni dei più grandi artisti del Novecento pittorico, maìson di moda di Salvatore Ferragamo.
Allestita al piano terreno, dove risiede il Museo Salvatore Ferragamo e dove una facciata di 650 modelli di scarpe da sera e 264 da giorno dell’artigiano più amato da Hollywood accoglie il visitatore, la mostra si espande in un percorso circolare e a ritroso nel tempo.
La prima sala esplora le origini del Palazzo attraverso il ritratto di Geri Spini, illustre esponente di una delle casate più potenti di Firenze, che nel 1289 commissionò la costruzione dell’edificio. Oltre a un dipinto seicentesco che raffigura l’albero genealogico della famiglia Spini e due versioni del Decamerone del Boccaccio, dove è proprio Geri ad essere il personaggio centrale di due novelle.
Si prosegue con il Seicento e con l’affresco raffigurante un’Allegoria della Giustizia – staccato da una delle sale superiori – dipinto nel periodo 1610-1613 da uno dei pittori più famosi dell’epoca, detto il Poccetti. A documentare il passaggio della proprietà, nel 1680, alla famiglia Bagnano, vi sono inoltre alcuni affreschi (staccati) di artisti che decorarono i soffitti delle vaste sale affacciate su via Tornabuoni. Tali saloni e la piccola cappella possono essere visitati ogni primo sabato del mese, in un’apertura straordinaria di notevole interesse.
Il visitatore va avanti nel cammino storico e visivo, con un’originale serie di dipinti la cui principale fonte d’ispirazione è Palazzo Feroni; ecco che dal preraffaellita Henry Holiday con L’incontro di Dante e Beatrice, nella sua immaginazione avvenuto proprio davanti al Palazzo, si passa a tele e incisioni di Giuseppe Zocchi, e a una veduta di Thomas Patch.
Girolamo Segato fu uno dei più stravaganti abitanti di Palazzo Feroni. Curiosa è la piccola sezione in cui figurano alcune delle sue creazioni, frutto di una segreta tecnica di imbalsamazione, o pietrificazione, di elementi organici. Viaggiatore, esploratore e scienziato dell’ottocento, proprio all’ultimo piano del Palazzo mise a frutto le sue scoperte, che possiamo oggi osservare nella mostra, vedi un tavolino intarsiato da piccole parti anatomiche.
Nella sala dedicata alla fase ottocentesca si spande la musica di Liszt che, come dicevamo all’inizio, fu uno degli ospiti illustri di quell’Hotel d’Europe in cui si trasformò l’edificio nel 1834, per mano dell’imprenditrice francese Fanny Hombert. A immortalare il passaggio del compositore e pianista ungherese e, fra gli altri, del cancelliere austriaco Metternich, due busti prestati dalla Galleria dell’Accademia di Firenze.
Le splendide caricature dei personaggi dell’epoca, per mano del talentuosissimo vignettista Angiolo Tricca e il dipinto Caffè Michelangiolo di Adriano Cecioni, testimoniano la fervida vita letteraria e intellettuale della Firenze dell’Ottocento, il cui centro vitale è, ancora una volta, Palazzo Feroni – che accolse, dopo la parentesi di sede del Consiglio Comunale nel 1846, anche club, associazioni e circoli culturali.
Proseguendo ci si immette nella sezione incentrata su una videoinstallazione che mostra il Palazzo com’era nell’Ottocento, periodo della sua metamorfosi strutturale, ovvero l’eliminazione dell’arco detto dei Pizzicotti, che giungeva fino all’Arno.
In seguito ci troviamo in una sala in cui viene riprodotto il Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux (al piano terreno di Palazzo Feroni dal 1873 al 1898). Di qui sono passati anche Mark Twain, André Gide, Henry James.
L’ultima parte, emozionante, è quella che ricorda il Novecento, quando Palazzo Feroni è stata galleria d’arte contemporanea. Possiamo ammirare in quest’ultima sala opere folgoranti di, tra gli altri, De Chirico, Ottone Rosai, Lorenzo Viani, Pietro Annigoni, Mario Tozzi.
Un’accurata ricerca in un luogo dove l’arte parla molte lingue, dalla moda alla scultura.
Costo del biglietto: 6 euro.
La mostra prosegue fino al 3 aprile 2016.
Offerta di visite guidate al piano nobile di Palazzo Spini Feroni, con operatori specializzati, ogni primo sabato del mese con orari 10.00 e 11.00 su prenotazione
Per info: http://www.ferragamo.com/museo/it/ita/mostre