Momix Remix, sinuose suggestioni e illusioni al Mandela Forum

[rating=4] Grande successo martedì 27 luglio al Mandela Forum per Momix Remix, uno spettacolo che celebra 30 anni di attività della famosa compagnia diretta da Moses Pendleton, celebre in tutto il mondo per i suoi spettacoli di eccezionale bellezza.

Per il trentesimo anniversario dei Momix, che prendono il nome da un assolo ideato da Pendleton per i Giochi Olimpici invernali di Lake Placid nel 1980, Moses ha allestito uno spettacolo che ripercorre la storia della compagnia, proponendo una selezione di momenti significativi e suggestivi che provengono da precedenti lavori come Momix Classics, Passion, Opus Cactus, Sun Flower Moon, Bothanica, con l’aggiunta di tre nuove coreografie presentate in prima mondiale.

Brano d’apertura è proprio “Dream Catcher” tratto da Opus Cactus, su musiche di Nomad, momento suggestivo che unisce la sinuosità dei corpi di Heather Magee e Sam Beckman alla splendida scultura di Alan Boeding, per creare immagini altamente fascinose.
L’illusione continua con estratti che richiamano e imitano la natura di Bothanica, come “Marigolds”, splendidi fiori che celano Yasmine Lee, Nicole Loizides, Heather Magee, Rebecca Rasmussen e Paula Rivera, che volteggiano sui passi flamenchi di Destination di Suphala, o “Aqua Flora”, che vede Nicole Loizides roteare con concentrazione mantrica dando vita a fiori e animali che abitano ambienti acquatici, come libellule, ninfee e con estratti di Sun Flower Moon come “Geese”, che richiama anatre in volo celate negli abiti fluorescenti delle ballerine.

Lo stupore prende corpo da estratti che richiamo le emozioni forti e sanguigne di Passion come “Zaar”, interpretato da una seducente Heather Magee sulle splendide musiche di Peter Gabriel da L’ultima tentazione di Cristo, film di Martin Scorsese, o da Opus Cactus “Pole Dance”, dove Sam Beckman, Steven Marshall e Jared Wootan mostrano tutta la loro forza e bravura con una danza rituale intorno a tre bastoni, sulla musica prodotta e mixata da Adam Plack, ma anche dai magnifici lavori più legati al corpo dei primordi, come “Tuu” con Rebecca Rasmussen e Steven Marshall.

E non mancano infine immagini surreali di lontani satelliti come “Sputnik”, tratto da In Orbit, dove i ballerini interagiscono con la multiforme scultura di Alan Boeding e Marty Ponte librandosi in voli pindarici, ma anche coreografie divertenti, come in “If you need some body”, in prima mondiale, dove tutta la compagnia, composta da Heather Magee, Nicole Loizides, Paula Rivera, Yasmine Lee, Rebecca Rasmussen, Samuel Beckman, David Dillow, Steven Marshall, Brian Simerson e Jared Wootan, balla sulle note classiche di Johann Sebastian Bach accompagnata da altrettanti manichini che sembrano così prender vita.

Uno spettacolo indimenticabile e affascinante, fatto di luci, colori, corpi, costumi, oggetti, che irretisce in mondi possibili e metafisici, grazie alla bravura dei 10 ballerini-illusionisti guidati dal regista, coreografo e fotografo Moses Pendleton.

Tanti gli applausi dell’affascinato pubblico.