Cosa resta della danza in Italia: intervista a Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzàlvez

Ingaggiati dalla Hong Kong Ballet, i due ballerini partner sul palco e nella vita, si svelano

“L’unico nostro rammarico è la totale indifferenza dei principali teatri italiani nei nostri confronti, sempre con i loro problemi, i loro raccomandati, gestioni di manager che vogliono arricchirsi truffando il pubblico, politici impreparati. Abbiamo aspettato tre anni da free lance ma niente, abbiamo ballato in opere di tutta Europa e del mondo, ma ancora niente”. Ci risiamo. Ancora una volta l’Italia si fa scappare due eccellenze. Sono Vittorio Galloro e Arianne Lafita Gonzàlvez. Lui, napoletano, dopo aver iniziato lo studio della danza alla scuola del San Carlo con Anna Razzi, ha completato la sua formazione a Cuba. Lei, che a Cuba ci è nata, ha cominciato la sua carriera con il Ballet Nacional della sua città, sotto la direzione di Alicia Alonso, per poi approdare ad altre importanti compagnie come il Victor Ullate Ballet. Oggi fanno coppia nella vita privata e sui più prestigiosi palchi europei dove, attraverso gala internazionali, interpretano le perle del repertorio classico. Insieme ci esprimono la loro delusione per questo Belpaese tristemente indifferente nei confronti di chi opera nell’arte e nella cultura. Ma per un Paese cieco ce ne sono tanti altri con gli occhi ben aperti. In questo caso l’Asia. La Hong Kong Ballet, una delle principali compagnia di danza classica, ha infatti ingaggiato Arianne e Vittorio. La premessa non deve dunque trarre in inganno: questo è per loro un momento di grande soddisfazione, ed è proprio la gioia per questa nuova avventura che viene prima di ogni cosa e che vogliono condividere con noi.

Una nuova esperienza è alle porte. Quali sono le emozioni e sensazioni che desta in voi e cosa rappresenta questo incarico in questo momento della vostra carriera?

Arianne: “Sono davvero felicissima! Questa è la ricompensa a tanti sacrifici fatti in passato e negli ultimi anni. Sono emozionatissima all’idea di scoprire un nuovo mondo, una meravigliosa realtà. Entrare a far parte di una delle compagnie più prestigiose d’Asia e del mondo mi rende orgogliosa, per noi sarà un trampolino ideale per affermarci definitivamente nel panorama mondiale della danza”.

Vittorio: “Sono davvero soddisfatto ed impaziente di iniziare. Sento che questa nostra decisione artistica darà una svolta enorme alla nostra carriera, approderemo in una delle migliori compagnie, dagli esperti ritenuta l’American Ballet d’Asia per la sua qualità, professionalità e potenza economica. Tutto ciò ci permetterà di lavorare coi coreografi più importanti e di danzare in produzioni stellari. Ho visto, solo per citarne una, il promo del loro “Schiaccianoci”: sembra un film, con effetti da Hollywood. E’ spettacolare.

Vittorio Galloro

In che modo l’Hong Kong Ballet Company vi ha ingaggiato e quale sarà il vostro ruolo all’interno della compagnia?

Vittorio: “Per noi è stata una cosa davvero inaspettata. Nel web la direzione dell’Honk Kong Ballet ha potuto ammirare alcuni dei nostri video e ci ha contattato, con l’intenzione di avere un incontro con noi. Poiché eravamo molto occupati con un tour di gala in omaggio a Nureyev in tutta Italia e con dei gala molto importanti a Barcellona e all’Opera di Maribor, inizialmente non abbiamo dato importanza a questo invito. Ma poi, avendo visto una certa insistenza, ho capito che dovevamo incontrare la direttrice. Avendo pochissimo tempo libero, mi è stato proposto un incontro a Londra, negli studi del Royal Ballet, e da lì è partito tutto. Il nostro feeling con la direttrice è scattato subito e lei ci ha proposto un contratto da Senor Solist. Si tratta del ruolo che per noi corrisponde a quello di primi ballerini, perciò abbiamo accettato immediatamente. Sicuramente entrare in una compagnia del genere, già con una certa categoria, ti mette tanta pressione addosso ed altrettante responsabilità. Oltre a noi, il prossimo anno, anche la meravigliosa étoile Jurgita Dronina farà parte della compagnia come principale, e questo la dice davvero tutto sul loro livello tecnico. Però i ballerini asiatici peccano ancora sul lato emotivo e espressivo, sulla passione da trasmettere quando si danza, e quindi penso che da noi due ci si aspetti queste qualità per rendere la compagnia ancora più completa”.

Cosa vuol dire per voi condividere vita privata e palcoscenico e quali sono i vantaggi e gli svantaggi che ciò comporta?

Arianne: “Condividere la vita privata e il lavoro con la persona che ami è fantastico. A volte ci sono scaramucce inevitabili e normali, però la magia è assoluta e nel caso nostro, che ci capiamo con uno semplice sguardo, è stato fondamentale nel nostro percorso artistico e di vita. Forse è questo il nostro difetto: dipendiamo troppo l’uno dall’altro. Non nascondo che un po’ di gelosia c’è quando balla con un’altra ballerina, ma è una sciocchezza, insieme noi abbiamo la marcia in più per vincere qualsiasi sfida”.

Vittorio: “E’ una cosa stupenda, emozionante. Non è assolutamente facile gestire la tua carriera e vita personale con la stessa persona, dipendi da lei ventiquattro ore al giorno, però sul palco non ha eguali, c’è qualcosa in più, fiducia, amore, pazienza. Certo è capitato e capiterà che balleremo con altri partner, però non è lo stesso. Io non cambierei mai la mia Arianne”.

Quali sono le qualità artistiche che ciascuno apprezza dell’altro?

Vittorio: “Arianne è bella, umile e passionale”.

Arianne: “Vittorio è un partner eccezionale, ne apprezzo il temperamento e la presenza scenica”.

Arianne Lafita Gonzàlvez_photocredit Foto&Movie

Oltre a quello in Asia avete altri impegni?

Vittorio: “Abbiamo altri inviti che avevamo preso in passato e che rispetteremo: saremo ospiti per la terza volta del prestigioso festival di Saratov, Russia, dove balleremo “Il Lago dei Cigni” ed al gala di chiusura dell’evento. Abbiamo anche dei gala in Slovenia, Spagna, Germania e ci sono altre cose da confermare, anche perché con l ’Hong Kong Ballet danzeremo a New York, Montreal e Ottawa in Canada e in tour per l’Europa e l’Asia, e dovremo quindi incastrare gli impegni”.

Tornerete a ballare in Italia?

Vittorio: “Lo speriamo! Ma soprattutto speriamo che risorga in generale il balletto in Italia, perché attualmente è in coma profondo, curato da incompetenti”.

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