
[rating=4] Lo scorso 3 ottobre 2014, il Circolo ARCI “Officine Corsare” di Torino ha ospitato la prima internazionale dello spettacolo “La Domada”, rappresentazione di teatro-danza ispirata alla commedia “La bisbetica domata” di William Shakespeare. Un progetto internazionale promosso dalla Compagnia della Quarta (Bologna), in collaborazione con Fernando Lázaro Danza 180° (Madrid), sostenuto e promosso da Casa delle Donne, Regione Emilia Romagna, Dipartimento di economia e promozione della città di Bologna e dal Comune di Bologna – settore Cultura.
Le coreografie di Fernando Lazàro e Patrizia Procliv portano in scena l’interpretazione di Sarai Marchan Rodriguez, Denislav Valentinov, Pedro Dorta e David Villanueva, sullo sfondo delle musiche di Andrea Rizzi, delle luci di Alessio Guerra e Paolo Bonapace, della voce solista di Viviana Cappelli, sotto la direzione artistica di Mario Coccetti.
Il tema della violenza di genere trova declinazione in un intenso e originale spettacolo di teatro-danza in cui le luci, l’ambientazione scenica e l’interpretazione dei personaggi si fondono in una creazione in cui diventa difficile – quando non impossibile – distinguere i luoghi fisici da quelli dell’anima, dando luogo ad un’esperienza percettiva di grande impatto emotivo. La narrazione degli eventi è completamente affidata alla musica e alla danza.
Ad aprire la scena, un’unione in matrimonio: sullo sfondo nero, due sorgenti di luce bianca portano l’attenzione su quattro corpi immobili in una posa felice, quello che vuole presentarsi come l’incipit di una gioiosa vita insieme. Oltre agli sposi, due figure a loro adiacenti. Le loro coscienze? I loro istinti? Le loro volontà? Niente di tutto ciò o tutto questo insieme? Non è dato saperlo, e forse non è nemmeno così importante. Ciò che si percepisce con maggiore evidenza è che la promessa di felicità non viene mantenuta, e che per la sposa l’unione si trasforma presto in una sorta di calvario. Lo stare insieme diventa un estenuante gioco di forze, l’amore si tramuta presto in brama di possesso e controllo per l’uno, in sottomissione e perdita di fierezza per l’altra. Nonostante la resistenza a rinunciare al proprio essere e l’incapacità di dissimulare il disagio, la donna assiste impotente alla progressiva restrizione del proprio spazio esistenziale, piegandosi gradualmente alla brutale forza addomesticatrice del proprio uomo. In questo contesto, l’alternarsi appassionato dei quattro corpi danzanti diventa il mezzo espressivo forse più adatto a rappresentare il complesso mix di passione, rabbia, sofferenza, violenza, tenerezza, amore, odio, compassione e risentimento di cui può essere colma un’unione ‘malata’, che trova nella sottomissione della donna l’unica possibilità di sopravvivenza della relazione. L’unica via di uscita che, in realtà, altro non è che un vicolo cieco.
Uno spettacolo completo, coinvolgente, in grado di prendere per mano lo spettatore e condurlo per qualche minuto dentro quella frustrante e umiliante condizione di rinuncia a sé con cui molte donne, purtroppo, sono costrette a convivere.
Grazie per aver colto al 100% il senso del lavoro!
Spero che il nostro spettacolo “La DOMADA” possa avere lunga vita.