
[rating=4] “Tutto passa” .. si apre così, con un elenco canzonatorio dei mali del mondo subiti e superati, lo spettacolo della giovane compagnia Musella/Mazzarelli “Figli di un brutto dio”. Il duo inizia la pièce nelle vesti di una coppia di personaggi bizzarri che vivono alla fermata di un autobus che non arriverà mai, proprio come le occasioni che vanno sperando. I due, che fanno preciso eco ai personaggi di Steinbeck in “Uomini e topi”, vivono ai margini della società, frugano nella spazzatura, non lavorano. Uno è più furbo dell’altro, ma si completano bene, lasciando insieme che il tempo passi, sforzandosi di dare un’immagine ai loro sogni, uomini semplici e innocenti di un mondo spietato di cui non fanno parte. A far loro da contrappunto ci sono gli abitanti più rappresentativi di quest’altro mondo, la seconda coppia di personaggi: il produttore televisivo in carriera di un nuovo reality “verità” – FDBD – e un aspirante partecipante.
Qui la relazione è incentrata sulla dinamica del potere, su sofismi e psicologismi di cui si serve l’uno per ottenere ciò che vuole dall’altro. Più che di sogni si parla di ambizione, di scalate al successo, di cui la televisione (e il suo pubblico) è dio imperante. I due personaggi perciò operano come burattini di un meccanismo di potere a cui sottostanno e che fa deflagrare i loro rapporti sociali. Tale meccanismo è ben convogliato da un montaggio in bianco e nero di volti della tv a ritmo di musica, mostrato sullo schermo dietro di loro.
Le due coppie, che vediamo in scena in due diverse situazioni, a cui si aggiungono due splendidi monologhi, lavorano a incastro perfetto insieme al video e alle musiche, viatici di indubbia efficacia. Niente è lasciato al caso; anche le luci, la scenografia e le posizioni in scena delle due coppie di personaggi, tutto concorre a rimarcare un dentro e un fuori, una contrapposizione e un legame sottile tra le vite di questi figli di un brutto dio. Lo spettacolo scorre quasi troppo veloce, tra risate, picchi emotivi, respiri sospesi: un’ora e dieci di rara e precisa potenza artistica, che lasciano lo spettatore silenzioso, a riflettere sull’influsso che l’ambizione e il denaro rivestono, nella società di oggi, sulle relazioni con gli altri e con noi stessi.
Premio In Box 2010, “Figli di un brutto dio” è un’indagine spietata del reale e dell’irreale, magnificamente scritta e interpretata da Paolo Mazzarelli e Lino Musella, assolutamente da vedere.