
[rating=4] “La domada” è uno spettacolo di teatro-danza che reinterpreta in chiave contemporanea e secondo una modalità molto libera la famosa “bisbetica domata” di Shakespeare. Il progetto, frutto di una collaborazione internazionale tra la Compagnia della Quarta di Bologna e Danza 180° di Fernando Lazàro di Madrid, porta alla ribalta un cast giovane, appassionato e determinato: Sarai Marchan Rodriguez, Denislav Valentinov, Pedro Dorta e David Villanueva. Tutta italiana la direzione artistica (Mario Coccetti), la musica d’autore (Andrea Rizzi) e la pianificazione delle luci (Alessio Guerra). Coreografia d’eccezione firmata Fernando Lazàro – Patrizia Proclivi.
Al centro della storia un matrimonio, una storia d’amore, un rapporto che si trasforma in un castigo. I riflettori si accendono con i quattro ballerini in scena. Una coppia avanza sorridente, mano nella mano, verso il pubblico, felice, seguita dagli altri due. Subito inizia la danza di un legame che non è solo spirituale, ma che è soprattutto fisico e concreto. Dei lacci annodano mani e piedi, l’uno dell’altra. I protagonisti si liberano dei lacci fisici ma non della passione, prima, e del tormento poi. Al loro fianco gli altri due ballerini fanno da ombre o da specchi, a volte dirigono i loro passi, a volte sostengono le loro decisioni, a volte istigano le loro emozioni, a volte duettano o tra loro o coi protagonisti, danzando il dissidio interiore. Stare insieme diventa difficile, la donna è sempre più irascibile e insoddisfatta, l’uomo aggressivo e impositivo. Corpi si travolgono, si amano, si odiano, si offendono, si scusano, si allontanano, si avvicinano, parlano/danzano con gli altri sé, respingono e accolgono emozioni, umori, lei si avviluppa in un’amarezza che sembra non avere fine.
Una coreografia complessa, curata nei minimi dettagli, dall’espressionismo controllato, molto narrativa. Una sfida che solo ballerini di alto livello possono accogliere e che il cast domina dimostrando la solidissima preparazione di base. La danzatrice – attrice – protagonista, il suo passo sicuro e la sua espressività conturbante, fanno presa e catturano gli spettatori. Le cornici musicali, molto azzeccate, completano il quadro e traducono la rappresentazione anche in parole. Sono chiamate in causa e trovano riscontro nelle danze, nei movimenti, negli atteggiamenti rappresentati, le suggestioni personali di chi assiste allo spettacolo, il proprio vissuto. Cos’altro aggiungere, se non l’invito a lasciarsi trasportare da un linguaggio, quello della danza, che non è semplice, ma che questo spettacolo rende accessibile a tutti.
[…] Al centro della storia un matrimonio, una storia d’amore, un rapporto che si trasforma in un castigo. I riflettori si accendono con i quattro ballerini in scena. Una coppia avanza sorridente, mano nella mano, verso il pubblico, felice, seguita dagli altri due. Subito inizia la danza di un legame che non è solo spirituale, ma che è soprattutto fisico e concreto. Dei lacci annodano mani e piedi, l’uno dell’altra. I protagonisti si liberano dei lacci fisici ma non della passione, prima, e del tormento poi. Al loro fianco gli altri due ballerini fanno da ombre o da specchi, a volte dirigono i loro passi, a volte sostengono le loro decisioni, a volte istigano le loro emozioni, a volte duettano o tra loro o coi protagonisti, danzando il dissidio interiore. Stare insieme diventa difficile, la donna è sempre più irascibile e insoddisfatta, l’uomo aggressivo e impositivo. Corpi si travolgono, si amano, si odiano, si offendono, si scusano, si allontanano, si avvicinano, parlano/danzano con gli altri sé, respingono e accolgono emozioni, umori, lei si avviluppa in un’amarezza che sembra non avere fine… …continua…www.fermataspettacolo.ithttps://www.fermataspettacolo.it/concentrica-2014/domada-danza-domata-travolgente […]