
È ufficialmente iniziata il 20 novembre la stagione sinfonica 2024/2025 del Teatro alla Scala di Milano e l’apertura è stata affidata alle sapienti mani della direttrice australiana Simone Young accompagnata dal prodigio del violino Sergej Krylov, insieme all’Orchestra Filarmonica della Scala hanno eseguito il Concerto in re maggiore opera 77 per violino e orchestra di Johannes Brahms e il poema sinfonico Ein Heldenleben opera 40 di Richard Strauss.
Nata a Sidney classe 1961, Simone Young è una delle direttrici d’orchestra più celebri al mondo, famosa per la sua versatilità e la padronanza di un ampio repertorio, è una nota specialista di Strauss e Wagner, e proprio con quest’ultimo la scorsa estate ha tagliato il nastro di un grande traguardo: è stata infatti la prima donna in 148 anni di storia del Festival di Bayreuth, fondato dallo stesso “vate” di Lipsia, a guidare l’intera Tetralogia del Ring con le sue sedici ore di musica ottenendo un successo di critica e ovazioni degli spettatori. A inizio ottobre ha ottenuto il premio di miglior direttore d’orchestra agli International Opera Awards 2024.
Sergej Krylov nato a Mosca nel 1970 da una famiglia di musicisti, incontra il violino a 5 anni e da allora ne fa la sua ragion d’être. La sua tecnica impeccabile e il suo approccio espressivo e carismatico lo portano a distinguersi già giovanissimo, in concorsi prestigiosi come il “Niccolò Paganini” di Genova e il “Fritz Kreisler” di Vienna, che hanno lanciato la sua carriera globale. Krylov si esibisce regolarmente con le principali orchestre del mondo, lavorando con direttori del calibro di Mstislav Rostropovich e Yuri Temirkanov.

Insieme, questi due prodigi della musica classica, hanno dato vita sul palco della Scala a due opere difficili rendendole luminose e armoniose. La prima è il concerto per violino di Brahms, scritto nel 1878 e anticipato in una lettera a Josef Joachim, il temibile consigliere e giudice dei più importanti compositori dell’800, a cui Brahms scrive: “Mi basta che tu dica una parola o ne scriva qualcosa sopra: difficile, scomodo, impossibile e così via”, ma quella parola per fortuna non arrivò a calare il sipario sulla sinfonia che oggi arriva a noi nella struttura classica Allegro – Adagio – Allegro. Young e Krilov, nella loro danza esecutiva, accompagnati dalla Filarmonica della Scala ce la rimandano in tutta la sua luminosità con un inizio intimistico e solenne, diviso tra la monumentalità dell’orchestra e il raccoglimento dell’esposizione solistica. L’Adagio si apre con un solo di fiati che occhieggia nostalgicamente a Mozart per poi lasciare spazio all’oboe che intona la melodia principale seguito dal commento del violino di Krylov. Il finale è degno della classicità viennese, vigoroso e solenne, regala un ultimo sguardo sull’irripetibile universo brahmsiano.
L’Ein Heldenleben di Strauss è il poema sinfonico con cui il compositore bavarese segna il passaggio dall’eroismo al nichilismo, è il suo congedo al mondo perché, come il suo eroe del titolo, è pronto a ritirarsi a vita privata dopo aver dato tanto al mondo. La narrazione musicale della sinfonia si sviluppa in sei episodi: L’eroe, Gli avversari dell’eroe, Il campo di battaglia dell’eroe, Le opere di pace dell’eroe, Figa dell’eroe dal mondo e Compimento.
Il primo episodio è eroico, magniloquente e luminoso, l’orchestra disegna l’animo del protagonista con musiche cariche di virtuosismo affidate al tema di corni e violoncelli dalla forte spinta verso l’alto; gli avversari nel secondo episodio hanno la voce dei fiati soli, con legni e due tube che si sfidano con ironia; a frapporsi tra gli avversari e lo scoppio della battaglia un momento romantico affidato al solo di violino: è la compagna dell’eroe che appare sulla scena per augurargli buona fortuna. Il momento però è breve e la battaglia impazza con l’orchestra che si scatena sotto il ritmo battente del tamburo e dei timpani e il canto di guerra diventa poco a poco un canto di vittoria. L’eroe ha vinto e adesso porta la pace nel mondo, Strauss riprende il tema dei corni del Don Juan per poi continuare con le autocitazioni: Also sprach Zarathustra, Tod und Verklarung, Don Quixote, Till Eulenspiegels lustige Streiche, Guntram, Macbeth, Traum durch die Dammerung sono le “opere di pace” di Strauss/eroe che ripercorre la sua carriera fugacemente prima di congedarsi da tutti nell’episodio finale. Il poema termina con l’abbraccio simbolico e delicato dell’eroe, il corno inglese, e della sua amata, il violino, che si eleva verso di lui per portarlo via dal mondo.
È un viaggio straordinario quello che Young, Krylov e la Filarmonica della Scala regalano al pubblico, lasciandolo andare con l’animo pieno di un tumulto di sentimenti e bellezza.