Il grande vuoto, alchimia del dolore familiare

A Materia Prima Festival un toccante ultimo viaggio verso il disfacimento di una famiglia

Il grande vuoto © Laila Pozzo
Il grande vuoto © Laila Pozzo

All’interno del Festival di teatro contemporaneo Materia Prima, al Teatro Cantiere Florida di Firenze è andato in scena “Il grande vuoto”, una produzione, diretta da Fabiana Iacozzilli, che ha regalato al pubblico un’esperienza toccante ed emozionante.

Lo spettacolo, tappa conclusiva di una trilogia in cui la regista si interroga sulle fasi dell’esistenza umana, affronta con delicatezza e profondità il tema dell’Alzheimer, senza mai citarlo, riuscendo con forza espressiva nell’arduo compito di sublimare il dolore.

Un viaggio verso l’oblio che inizia con una vecchia macchina rossa in scena, in stile Fiat 126, fulcro dei classici bisticci di un’anziana coppia, Giusi e Ermanno, genitori di Piero e Francesca. Dopo la morte del padre e con l’arrivo della malattia della madre, assistono con approcci diversi al lento sgretolarsi della propria famiglia.
Un’esplorazione audace nel labirinto della mente e degli affetti familiari, che scava nell’abisso dell’identità e della memoria, in una lotta per mantenere vivo il legame che ancora li unisce.

Il grande vuoto © Laila Pozzo
Il grande vuoto © Laila Pozzo

La narrazione, scritta con gusto e ironia da Linda Dalisi, si è snodata attraverso una serie di quadri scenici che hanno dipinto la progressiva dissoluzione dei ricordi e delle relazioni. La scenografia, molto ben curata, ci porta in uno spazio domestico dove ogni oggetto di scena diventa simbolo potente della memoria che sfugge, come la matrioska di San Pietroburgo o la maglia di Ciro Immobile, in un gioco di luci e ombre che, con un sorriso sempre presente, accentua l’atmosfera di perdita e nostalgia. La memoria, una volta fulcro vitale della madre attrice, adesso è un palcoscenico sgombro, abitato solo da fantasmi del passato e brandelli di battute del Re Lear.

La regia di Fabiana Iacozzilli in “Il grande vuoto” si distingue per la sua capacità di trasformare un tema difficile e doloroso come l’Alzheimer in un’esperienza teatrale coinvolgente e profonda. L’uso di video notturni offrono una finestra intima e realistica sugli spostamenti in casa della madre sempre più assente.

Il grande vuoto © Laila Pozzo
Il grande vuoto © Laila Pozzo

La drammaturgia di Linda Dalisi è un punto di forza dello spettacolo, con una scrittura che intreccia abilmente i ricordi e le emozioni dei personaggi. Il testo si muove tra momenti di intensa drammaticità e lampi di leggerezza, offrendo al pubblico una riflessione sulla memoria e sull’identità.

Giusi Merli, nel ruolo della madre offre una performance ironica e autentica, mentre gli altri attori, Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti e Mona Abokhatwa, danno vita a personaggi profondamente umani, ciascuno con le proprie sfumature e conflitti interiori.

La performance oscilla abilmente tra realtà e ricordo, presente e passato, offrendo uno spettacolo emotivamente coinvolgente che culmina in un potente e costruito climax finale. Capace di suscitare commozione e sorrisi, celebra la resilienza umana con grazia e potenza alchemica, come solo il teatro può fare.

PANORAMICA RECENSIONE
Regia
Attori
Drammaturgia
Allestimento scenotecnico
Pubblico
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il-grande-vuoto-alchimia-del-dolore-familiareIl grande vuoto <br>uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli <br>drammaturgia Linda Dalisi <br>performer Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli e con Mona Abokhatwa per la prima volta in scena <br>progettazione e realizzazione scene Paola Villani <br>luci Raffaella Vitiello <br>musiche originali Tommy Grieco <br>suono Hubert Westkemper <br>costumi Anna Coluccia <br>video Lorenzo Letizia <br>aiuto regia Francesco Meloni <br>scenotecnica Mauro Rea, Paolo Iammarone e Vincenzo Fiorillo <br>fonico Jacopo Ruben Dell’Abate <br>direzione tecnica Francesca Zerilli <br>assistenti Virginia Cimmino, Francesco Savino, Veronica Bassani, Enrico Vita <br>collaborazione artistica Marta Meneghetti, Cesare Santiago Del Beato <br>produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore, La Corte Ospitale, Romaeuropa Festival con il contributo di MiC – Ministero della Cultura e con il sostegno di Accademia Perduta / Romagna Teatri, Carrozzerie n.o.t, Fivizzano 27, Residenza della Bassa Sabina, Teatro Biblioteca Quarticciolo

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