
[rating=5] Uscire da teatro con l’anima barcollante è una bella esperienza che non capita di frequente, almeno a me. L’ultima volta che mi è successo è stato grazie a Danio Manfredini e al suo Vocazione, visto al Teatro Brecht di Perugia in occasione della stagione di teatro contemporaneo “La quinta stagione”, organizzata da Fontemaggiore Teatro Stabile di Innovazione.
Prodotto da La Corte Ospitale, Vocazione è un collage di brani tratti da opere teatrali e cinematografiche diverse: Minetti. Ritratto di un artista da vecchio e Il teatrante di Thomas Bernhard, Il gabbiano e Il canto del cigno di Cechov, 4.48 Psychosis di Sarah Kane, Un anno con 13 lune di Fassbinder, Servo di scena di Ronald Harwood ecc.; il filo conduttore che unisce questi spezzoni è la figura dell’attore, anzi il suo mestiere, visto e vissuto – lo suggerisce il titolo dello spettacolo – come una vocazione.
I brani scelti da Manfredini mettono in luce soprattutto le difficoltà e anche le sofferenze che questa vocazione comporta, difficoltà e sofferenze alle quali Manfredini dà corpo e voce in modo meraviglioso, coadiuvato in scena dal bravissimo Vincenzo Del Prete: lo spettacolo mostra in modo impietoso al pubblico quanto può essere dura e pesante la strada della vocazione attoriale con tutti i sacrifici e la solitudine che comporta, una strada piena di curve che, come accade nel caso del protagonista di Minetti. Ritratto di un artista da vecchio, a volte purtroppo può portare dritta al fallimento.
Con i loro personaggi magistralmente interpretati Manfredini e Del Prete alternano con maestria il registro tragico e quello comico, facendo vibrare gli spettatori di emozioni forti e contrastanti (il dolore e l’intensità di brani come quello tratto dal film di Fassbinder coesistono alla perfezione con il brio dello spassosissimo dialogo tratto da Servo di scena e dell’altrettanto divertentissimo monologo preso da Il teatrante). Vocazione colpisce e coinvolge talmente tanto che dopo la fine dello spettacolo non si può fare altro che rimanere in silenzio a meditare sull’essenza stessa del Teatro e dell’Attore, e a sentire la propria anima che barcolla.
Un’ultima cosa. Voglio unirmi al ringraziamento che nel programma di sala dello spettacolo Manfredini rivolge a tutti quelli che hanno sostenuto il progetto di Vocazione attraverso una campagna di crowdfunding, in particolar modo ai “coproduttori” Sotto-Controllo, Elsinor Teatro Stabile di Innovazione, Associazione Versiliadanza, Collettivo di Ricerca Teatrale – Vittorio Veneto: chi decide di sostenere progetti come questo permette alla fiamma della vera arte teatrale di continuare ad ardere e a donare emozioni pure e indimenticabili.