“Assaggi d’assurdo” spettacolo di cabaret de i Fools fra virtuosismo linguistico e musicale

[rating=4] Stefano Sartore e Luigi Orfeo portano in scena uno spettacolo di cabaret dove protagonista è la lingua italiana e il potenziale comico della sua ambiguità. I due componenti dell’associazione culturale dei Fools, nata nel 2005, dopo essersi diplomati all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” nel 2007, iniziano a lavorare a Roma. Dopo qualche anno i Fools, compagnia composta in totale da quattro giovani attori e musicisti provenienti da tutta Italia, decidono di spostare la propria attività al Nord, fra Torino e Verona. Dal 2012 i quattro Fools lavorano infatti a Torino, organizzando laboratori teatrali, dirigendo il Torino Fringe Festival e collaborando con il Teatro della Caduta, il Teatro Giulia di Barolo e il Cap 10100. L’idea alla base dell’associazione è di creare un gruppo di attori autonomo e auto diretto, che possa dare voce a storie frutto della propria ricerca, senza essere in balìa di progetti altrui che a volte finiscono con il non essere pienamente condivisi.

Quando il sipario si apre poggiata a terra sul palco c’è la custodia chiusa di un contrabbasso. La custodia si alza e, in un piacevole scambio di ruoli, ne esce un uomo che si dirige verso lo strumento e dà inizio a quella che sembra essere una piccola sessione di improvvisazione. Stimolata dalla musica, l’azione parte sul palco: un personaggio in camicia e frak appare sulla scena, muovendosi deciso fra il marasma di quello che probabilmente è un camerino. L’atmosfera in realtà ha qualcosa di onirico e antico: sembra di essere davanti a un teatrino d’altri tempi nel quale, allo scendere della notte, le marionette si animano. Presto il primo uomo è raggiunto da un altro compare in camicia e frak e il loro monologo a due voci ha inizio.

L’intento dello spettacolo è dichiarato fin da subito, “si giocherà col nazionale idioma.” La comicità di questo spettacolo di cabaret risiede proprio nella lingua italiana, nel virtuosismo nonsense linguistici resi brillanti e accattivanti anche dalla simpatia a dalla scioltezza dei due protagonisti. Le gag messe in scena sfruttano l’ilarità di scioglilingua che funzionano anche per il loro susseguirsi a un ritmo frenetico. Gli attori sembrano quasi strumenti nelle mani del linguaggio e della musica che giocano con i corpi e le menti degli attori sul palco. Il risultato è non di poco conto: i due cabarettisti hanno a che fare con un testo da seguire in maniera ferrea, dato che l’effetto comico deriva quasi sempre dalla struttura dei giochi di parole; la loro energia però nasconde la fatica e dissimula lo sforzo di memoria, tanto che, come per il contrabbassista all’inizio, sembra di assistere ad una brillante e continua improvvisazione.

I personaggi appaiono un tutt’uno organico con la scena nonostante il piccolo spazio del palco del Caffè della Caduta: padroneggiano con nonchalance i difficili incastri fisici e verbali senza spezzare l’incalzare ascendente delle narrazioni. Il palco sembra quasi diventare un sottobosco che nasconde e aiuta i due attori nelle loro soluzioni mimetiche e ludiche. “Assaggi d’assurdo” è uno di quei piccoli spettacoli che fanno gustare la semplicità e l’essenzialità delle idee povere che funzionano grazie alla passione e all’ingegno, uno di quegli spettacoli dove, senza pretese né boria, gli attori finiscono per divertirsi più del pubblico stesso forse.

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