
Nuovo contest Fermati & Vinci! con in palio 8 biglietti omaggio offerti da Zoom Festival, per la prima regionale Florian Metateatro Inverno – omaggio a Jon Fosse in scena al Teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci sabato 14 novembre 2015 alle ore 21. Per partecipare vedi sotto.
FLORIAN METATEATRO
INVERNO
Omaggio a Jon Fosse
un progetto di Vincenzo Manna e Anna Paola Vellaccio
traduzione Graziella Perin
adattamento e regia Vincenzo Manna
con Anna Paola Vellaccio e Flaminia Cuzzoli
assistente alla regia Andrea Vellotti
disegno luci Javier Delle Monache
costumi e oggetti di scena Cassepipe Compagnia
IL TESTO
Inverno (Vinter) è uno dei testi più noti del drammaturgo norvegese Jon Fosse. Scritto nel 2001 è stato rappresentato in Italia solo nel 2003, vincendo il Premio Ubu come miglior testo straniero. Questo l’inizio: durante una gelida giornata d’inverno, in un parco, una ragazza vestita con abiti leggeri si avvicina barcollando a un uomo seduto su una panchina. I due cominciano a parlare. La ragazza è in stato confusionale. L’uomo si offre di aiutarla e la porta al caldo della sua camera d’albergo. Da questo momento tra l’uomo e la ragazza inizia un inquietante passo a due, scandito da una partitura di gesti minimi e frasi smozzicate, che ci racconta i momenti iniziali di un incontro impossibile, una sorta di immaginario match di boxe sentimentale, all’apparenza destinato a non rompere l’evidente incomunicabilità che separa l’uomo, un borghese per lavoro spesso lontano dalla moglie e dai due figli, e la ragazza, una giovane prostituta senza futuro. Ma proprio l’incontro casuale è l’inizio di una tenera e dolorosa storia d’amore che si snoda fra il chiuso di anonime camere d’albergo, solitari giardini urbani, bar dove si cerca di vincere la solitudine. Sono queste cupe zone d’ombra metropolitane i luoghi dove l’uomo e la ragazza riescono a essere loro stessi, curandosi l’un l’altra con il contatto vivo e profondo che può nascere soltanto tra i corpi balbettanti e frenetici, carichi di desiderio, di due estranei, tragiche figure in fuga disperata da una vita alienante e inautentica (da Editoria&Spettacolo Jon Fosse).
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I vincitori del Contest per n.2 biglietti a testa sono: Monica Morelli, Sara Bonci, Elisa Fierini, Lorenzo Gironi
LA MESSA IN SCENA
Nella messa in scena di Manna, il testo di Fosse viene riadattato per donna-ragazza. Una scelta forte. Perché questo cambiamento? Sostanzialmente per quattro motivi. Innanzitutto perché la natura della scrittura di Fosse si presta benissimo e sembra quasi suggerire questo tipo di “aperture”. In secondo luogo perché le principali tematiche di cui il testo è portatore (solitudine, alienazione, empatia, passione, speranza…), sono riferibili all’uomo di oggi oltre ogni differenza di genere. Terzo, per la liquidità delle posizioni sociali del mondo contemporaneo, che rende plausibile e, anzi, favorisce la permeabilità tra i ruoli, spesso ribaltando gli attributi tradizionalmente assegnati all’uomo e alla donna. In ultimo, perché la possibile relazione tra personaggi del dialogo, con cui il testo si chiude (Non succede così // Tutto succede così), se interpretato da due attrici, assume delle coloriture inedite e attuali: oltre alla passione, la solidarietà, l’impulso vitale che unisce l’uomo e la donna dell’originale, la relazione che le due donne potrebbero intraprendere, diventa un’alleanza tutta al femminile (amorosa, sororale, d’amicizia…), per fuggire una società profondamente maschilista nei valori e nei comportamenti, che le ha segnate nel profondo. E quest’aspetto interessa e colpisce profondamente il pubblico italiano, non riducendo ma, semmai, arricchendo di sfumature e significati un testo di per sé straordinariamente vivo e attuale.
La messa in scena di Inverno nasce dalla ricerca di un linguaggio performativo adatto a restituire la passione sentimentale di due figure femminili “qualunque”, che hanno in sé i connotati tragici di due “eroine” capaci di fare scelte definitive e irreversibili, di mettere a repentaglio la propria vita pur di cambiarla. Inverno ha la sua forza proprio nello stare, come la scrittura di Fosse, sul labile confine tra quotidiano e tragico, tra realismo ed espressionismo. Il risultato non è la semplice ricostruzione di alcuni episodi di vita, quanto l’esposizione di un “eccesso di realtà”, fisico ed emozionale, chiave d’accesso ideale per far esplodere i conflitti più profondi del racconto.
Spazio vuoto. Quadratura di neon. Ambienti suggeriti dalla luce, da pochi oggetti, dalle parole degli attori. L’attenzione è sui corpi dei personaggi, i loro gesti, gli sguardi, le sfumature della voce. L’alternanza tra parola e azione, l’attento lavoro sulla componente sonora e visiva, la partitura dei gesti e delle posture. Il tutto concertato per raccontare una storia che ha la sua forza e la sua bellezza nel non detto, nell’indicibile, nell’afasia di un linguaggio parlato e quotidiano, che diventa però, attraverso levoci dei protagonisti, assoluto, tragico, poetico.
BIO
Vincenzo Manna, regista e drammaturgo diplomato presso l’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio d’Amico. Tra i suoi lavori: Fari nella nebbia; Cani; Hansel e Gretel Premio Scenario Infanzia 2010; La famiglia finalista al Premio Hystrio 2011; riceve inoltre il Premio SIAE come miglior nuovo autore italiano. Anna Paola Vellaccio, attrice, si divide tra cinema e teatro, lavorando con registi quali Emidio Greco (Notizie dagli scavi), Giorgio Marini (I gemelli), Pippo Marca (L’imperatore della Cina), Enrico Frattaroli (Nella Pietra), Maurizio Scaparro (La coscienza di Zeno). Flaminia Cuzzoli, attrice di cinema e teatro si diploma nel 2013 presso l’Accademia Nazionale d’arte drammatica Silvio d’Amico. Ha lavorato con registi quali Farau, Lavia, Colavero, Salveti e Longhi.