
Un concerto dirompente per Musica Insieme al Teatro Auditorium Manzoni di Bologna con il virtuoso Gilles Apap e I Solisti Aquilani.
Gilles Apap, Paganini del XXI secolo diabolicamente pervaso dalla musica, violinista fuori dalle righe, ha guidato I Solisti Aquilani in un viaggio intriso di un linguaggio popolare che ha mosso animi e corpi in un turbinio tra generi e tradizioni, toccando culture europee e aldilà dell’oceano.

Un percorso sorprendente e trasversale, che parte dal divertimento di Fritz Kreisler nello stile di Pugnani, per toccare un caposaldo della letteratura violinistica con il Concerto in Re minore per violino e archi di Felix Mendelssohn, brillante e scorrevole, dove il fil rouge popolare lo ritroviamo nell’Andante centrale, con un tema basato su un canto popolare tedesco molto lirico, e nell’Allegro conclusivo, un brillante Rondò derivato da una canzone russa. Quindi non può mancare un brano travolgente tratto dalla tradizione bulgara Bulgar Thing.
La seconda parte della serata si apre sulle note del Concerto per archi di Nino Rota, dove Apap si inserisce tra i secondi per seguire adesso lui I Solisti Aquilani e disegnare insieme a loro pennellate ora liriche ora di carattere caricaturale che richiamano splendide atmosfere felliniane. Ottima esecuzione per il gruppo da camera nato nel ’68 sotto la guida di Vittorio Antonellini, che dimostra grande affiatamento.

Segue il malinconico sound parigino Java Manouche di Jo Privat con inserzioni ironiche e variazioni swing, per virare su tradizionali Irish Jigs and Polkas che immediatamente catapultano tra le selvagge scogliere d’Irlanda in un tipico pub con una pinta di Guinness. Quindi si vola nelle lontane praterie d’America con le struggenti canzoni country di Bill Monroe Lonesome Moonlight Waltz e Old Dangerfield. Tra lo swing di Johnny Grimble con Fiddlin’ Around, l’incantevole miniatura per violino quale la Berceuse in re maggiore di Gabriel Faurè conclude la serata.
Immancabili i bis di musica tradizionale per una pura sferzata di energia capace di smuovere ogni più piccola particella di corpo e spirito. Difficile restare seduti. Lunghi e meritati gli applausi dell’accalorato pubblico.