Le notti e le metamorfosi di Strauss, Schoenberg, Vivaldi

Magica Orchestra Leonore nel secondo appuntamento della stagione Sinfonica al Teatro Manzoni di Pistoia. Il 9 dicembre è stato un caloroso successo di pubblico per la Fondazione Pistoiese Promusica, il direttore Daniele Giorgi e tutti i musicisti.

[rating=5] Regno di emisferi emotivi, viscere, mistero; contrapposizione alla luce, si, ma anche stato interiore, attimo d’amore e solitudine, sogno. Da tempi immemori i poeti decantano la notte coi suoi “sovrumani silenzi”. Nel cosmo della musica classica, le partiture di Vivaldi e Schoenberg le hanno intitolato concerti e sonate meravigliose, che il Direttore d’orchestra Daniele Giorgi ha richiamato nel secondo appuntamento della Stagione Sinfonica di Pistoia (frutto della Fondazione Pistoiese Promusica). Una serata interamente dedicata alla notte e alla metamorfosi, nelle sue sfumature metaforiche e fisiche. Quasi vibrazione, immagine sensoriale da toccare in Vivaldi – come ha sottolineato Giorgi; intessuta di simboli, fantasmi, volti dell’io nella sonata di Schoenberg, dove si rincorrono gli incubi, i demoni di una notte trasfigurata (Verklaerte Nacht).

Per chi ancora non la conoscesse, “l’Orchestra Leonore è un gruppo da camera allargato, formato da musicisti di altissimo livello, ma prima ancora da persone entusiaste di suonare insieme.” Un’orchestra viva, animata, informale ma elegante, magistralmente diretta, che mercoledì 9 dicembre ha ospitato la flautista Silvia Careddu e il fagottista Andrea Zucco. I due solisti hanno incantato da subito la platea, con il celestiale incrocio di suoni dei loro strumenti – esibendosi dall’ultimo piano del Teatro Manzoni; per poi ricostruire, insieme all’orchestra, l’armonia gioiosa del Concerto in Sol minore di Vivaldi, affresco chiaroscurale di una notte settecentesca, in cui il gioco del pensiero si abbandona all’incoscienza del sonno. Protagonista è qui il flauto traverso, sinuoso e quasi orientaleggiante, che sembra rincorrere la sua immagine riflessa nell’acqua dei canali veneziani.

Daniele Giorgi ha accompagnato poi i musicisti in un viaggio irrazionale, oscuro, ottocentesco e romantico per definizione, tra le note di Schoenberg prima (Verklaerte Nacht, op. 4) e le Metamorphosen di Strauss dopo (Metamorfosi, Studio per 23 archi solisti). Due composizioni che evocano una dimensione drammatica dello spirito e dell’esperienza terrena, con archi che sembrano stridere e melodie scontrarsi, per poi distendersi in una marea rasserenata da un piccolo gesto d’amore. Progressioni apparentemente illogiche e dissonanti, nelle Metamorfosi, richiamano i conflitti bellici del Novecento, e spazzano via la lietezza della notte vivaldiana, per immergerci in un flusso emozionale che si condensa in un senso di non-finitezza, di respiro indistinto.
Le lacrime agli occhi di Daniele Giorgi sono le stesse che hanno bagnato gli occhi dei fortunati ascoltatori..

Il prossimo appuntamento della Stagione Concertistica è previsto per sabato 16 gennaio 2016, con le pianiste Katia e Marielle Labèque, sempre al Teatro di Manzoni di Pistoia.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here