“Dogman” di Luc Besson

L'incredibile storia di un bambino, ferito dalla vita, che troverà la salvezza grazie all'amore dei suoi cani

Dogman
Dogman photo Shana Besson

Presentato in concorso all’80a Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Dogman di Luc Besson, con uno straordinario Caleb Landry Jones, al cinema dal 12 ottobre.  Un film che mescola violenza e tenerezza, favola nera e thriller con punte horror.

La storia. Cresciuto nel New Jersey tra le violente angherie del padre e del fratello, bastonato in casa, il piccolo Douglas vive di stenti e mortificazioni, e lo tengono prigioniero nella gabbia dei cani da combattimento. Il giovane Douglas arriva all’età adulta con enormi ferite psicologiche e fisiche, essendo confinato alla sedia a rotelle con il precario uso delle gambe. Cerca lavoro, ma in quelle condizioni è sempre rifiutato, ma trova lavoro in un locale queer a cantare e impersonare i miti gay, Marilyn, Edith Piath e Marlene Dietrich.

Solo i suoi adorati cani gli danno sollievo: sono addestrati a rispondere a ogni suo comando, e per conto del loro padrone aiutano i bisognosi e rubano anche nelle case dei ricchi. Douglas è un antieroe, scartato dalla famiglia e dalla società, cresciuto tra l’affetto dei cani randagi. “Ovunque ci sia un infelice, Dio invia un cane” (Lamartine). La carezza di Luc Besson e del pubblico è tutta per Douglas.

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