
[rating=4] Se volete provare a farvi un’idea sul come, anche in uno schermo, si possa celare l’energia più profonda e creativa dell’uomo, andate a far visita alle installazioni di Brian Eno, “Light paintings”, presso il Teatro Margherita di Bari per la quinta edizione del Medimex, il Salone dell’innovazione musicale pugliese, in mostra sino al 14 novembre.
In “Light paintings” la luce è suonata come “musica visiva” e lo spettatore, attraverso il gioco di colori e musica e le continue prospettive mutevoli che ne nascono, viene ipnotizzato fino a far perderlo nel suo silenzio intimo, fino al punto, da potergli far risalire dolcemente, attraverso un flusso di suggestioni, anche i motivi e le forze più autentiche e ricreative della sua persona.
Al Teatro Margherita troverete la prima esposizione assoluta dell’installazione “Light paintings” . Qui, su divani decisamente casalinghi, potrete accomodarvi per immergervi in quest’opera del sound artist britannico. Il musicista e produttore britannico non è certo nuovo alle incursioni nell’arte contemporanea. Infatti il progetto “Light paintings” si colloca a stretto contatto temporale con “The Sound of Creation”, l’installazione che tuttora è esposta alla 56a Biennale di Venezia.
Al Medimex, Eno propone un discorso artistico interamente incentrato sul rapporto fra lo schermo e la luce. Com’è stato scritto, è sì quasi un ritorno ai banchi della School of Art di Winchester per Eno, dove aveva appreso per la prima volta negli anni ’60 l’uso delle qualità fluide e pittoriche della luce, ma “Light paintings” è anche e soprattutto un modo per ripensare il rapporto tra spettatore e video.
Il fruitore osserva lo schermo come si ammira un dipinto. Ci si trova di fronte ad un aspetto nuovo, ovvero, consapevolmente o meno, ci si pone dinanzi alla trasmutazione e sublimazione delle nostre energie di fronte al video. Ciò avviene in maniera diversa rispetto al modello a cui siamo abituati solitamente, quello dello schermo Pc o addirittura Tv, quello se mi permettete, del 1984 Orwelliano.
Questo perché in modi numerosi e creativi, viene ampliato di gran lunga il concetto e la fruibilità che ne può nascere dall’osservazione di un video. E’ un modello assolutamente da perseguire quello di utilizzare il video in questo modo e lo si deduce proprio dal fatto che Eno ha voluto fortemente la presenza di normalissimi divani per osservare le installazioni, quelli tipici dove solitamente guardiamo per l’appunto la Tv.
La mostra al Medimex si articola in tre sale. La prima è ‘77 Million Paintings’, che rappresenta un paesaggio sonoro e di immagini in continua evoluzione, dove l’opera non si presenta al fruitore una volta per tutte ma si rigenera ogni volta sotto il suo sguardo come momento originale ed irripetibile.
Le altre due sale espongono invece i «Light Boxes», strutture quadrangolari fatte a mano e sistemate in file, verticali ed orizzontali, su cui la luce cambia direzione e intensità rivelando giochi di ombre e colore.
-Io sono una forza del Passato- sussurrano tutti quei colori in movimento accompagnati dalle sonorità più classiche del Brian Eno di Music for Airports, il disco di musica ambient del musicista inglese, che pubblicato nel 1978 dalla Polydor Records, ha segnato una svolta nel panorama musicale mondiale. E si permea, nello spettatore, il variare del tipo di suggestioni, generate osservando uno schermo, la loro evaporazione che diviene anche la loro sublimazione.