Marilyn Monroe. La donna oltre il mito

A Palazzo Madama, Torino, la mostra inaugurata il 1° giugno in occasione del novantesimo compleanno della diva, resterà aperta al pubblico fino al 19 settembre per poi spostarsi ad Amsterdam

[rating=5] È una Marilyn inedita quella che ci presenta in anteprima per l’Italia la mostra “Marilyn Monroe, la donna oltre il mito” a Palazzo Madama, Torino. Inaugurata il 1° giugno in occasione del  novantesimo compleanno della diva, resterà aperta al pubblico fino al 19 settembre per poi spostarsi ad Amsterdam.

È merito del collezionista tedesco Ted Stampfer, 44 anni, appassionato conservatore di memorabilia di numerose star, tra cui Curtis, Sinatra, Bogart, Garland, se possiamo aggirarci nel tempio di un’icona della femminilità che non finisce mai di incantare e stupire. Un viaggio attraverso 150 oggetti privati e pubblici (abiti, accessori, fotografie, documenti, contratti) che ripercorre la vita di un mito senza tempo, dall’infanzia agli ultimi giorni, in 8 sezioni che corrispondono a snodi significativi della sua vita. C’è la tazza di argento che usava nell’infanzia per la colazione, fotografie e negativi originali di David Conover, autore del primo servizio fotografico di Norma Jeane, quando ancora modella è già evidente la cura spasmodica per l’immagine e il piglio ambizioso, i prodotti di bellezza, i bigodini in cui sono ancora impigliati alcuni capelli d’oro, i copioni dei film interpretati tra il 1945 e il 1962, il contratto discografico per il film Gli uomini preferiscono le bionde, la famosa boccetta di Chanel n. 5, buste di lettere dei fans.

Marilyn Monroe. La donna oltre il mito

C’è anche il famoso quadro dipinto da Andy Wharol Four Marilyns (1979-1986) e gli scatti dei più grandi fotografi:  Milton Greene, Alfred Eisenstaedt, George Barris e Bernt Stern, quest’ultimo realizzò il suo ultimo servizio per Vogue ( The last sitting, del 1962).  Al centro della sala troneggia il leggendario abito bianco di Quando la moglie è in vacanza, The Dress, disegnato dallo stilista William Travilla e appartenente alla collezione Maite Minguez Ricart. Questa copia presente all’esposizione è in realtà  la seconda realizzata per i tour pubblicitari e gli shooting fotografici, l’originale fu modificato per adattarlo ad un’altra produzione.

Dalla mostra emergono dettagli privati della sua vita e un ritratto sfaccettato, caleidoscopico, più complesso e meno bozzettistico rispetto a quanto è stato finora detto su di lei. È l’occasione per passeggiare in punta di piedi nel backstage della sua vita più intima, lontano dalle telecamere. Si passa dagli oggetti acquistati da Marilyn nella vacanza in Messico al biglietto di invito e al programma della cena di compleanno del presidente John F. Kennedy, custoditi gelosamente. Nella sezione New York: un nuovo inizio si intuisce la sua volontà di evolversi negli anni Cinquanta rispetto all’immagine di bomba sexy, esponendosi nella lotta contro la discriminazione razziale nel suo appoggio alla cantante Ella Fitzgerald, dedicandosi seriamente alla recitazione  all’Actors Studio, alla lettura dei classici di letteratura, arte, teatro, psicologia, testimoniata da una biblioteca di oltre 400 volumi con autori del calibro di Tolstoj, Twain, Joyce, Kerouac. È sempre negli anni a New York che, con un atto rivoluzionario per gli attori nell’industria del cinema e in un mondo per lo più maschilista, fonda con l’amico e fotografo Milton Greene una propria casa di produzione, la Marilyn Monroe Productions.

Nell’ultima sezione, “Nascita di un mito”, è stata ricostruita l’ultima notte della diva. Il 5 agosto 1962 vengono rinvenuti: sciarpa di chiffon per raccogliere i capelli, mascherina per il viso e crema per il viso Erno Laszio. In una teca è esposta la seconda targa dal Westwood Memorial Cemetery, sulla sua sepoltura fino alla fine degli anni Novanta. Marilyn aveva lasciato in eredità i propri effetti personali e gli abiti a Lee Strasberg, il suo insegnante di recitazione e proprietario dell’Actors Studio. La vedova li affidò poi a Christie’s per la vendita all’asta. Le casse furono aperte per la prima volta solo dopo 37 anni, occasione in cui furono catalogati i contenuti per la prima volta.

“Molto è stato scritto su Marilyn Monroe. In cerca della verità, sono state pubblicate centinaia di biografie e relazioni, che lasciano in ultimo un’immagine ancora piena di interrogativi. Ma che cosa è vero? Credo che nessuno possa dirlo. Ciò che resta di certo, sono gli oggetti che le sono appartenuti, conservati in casse e protetti nei decenni come in una capsula del tempo. Questi oggetti offrono oggi uno sguardo inalterato sulla vita di Marilyn e ci consentono di avvicinarci di più alla sua vera identità-una realtà sopravvissuta” (Ted Stampfer, collezionista e curatore mostra)

Marilyn Monroe. La donna oltre il mito

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