Rzeczy/cose: capitolo secondo della Trilogia dell’Invisibile

[rating=4] Una stanza piena di scatoloni, due visitatori incominciano a curiosare, tirando fuori una borsa per fare la spesa, un cavallo a dondolo, un soldatino di legno. Tutti rigorosamente rossi. “Mi fanno impressione le case quando vengono svuotate dopo un trasloco” .

In questa casa è morta Janina Turek, una casalinga polacca che per oltre cinquant’anni ha annotato minuziosamente, senza commentarli, i dati della sua vita su 748 quaderni: il numero di buongiorno (23.397) oppure i programmi televisivi visti (70.042). I due visitatori continuano divertiti a rovistare negli scatoloni di Janina.

“I primi giorni non pensi alle cose, sei in una nuvola nera”. Poi te ne rendi conto, capisci che siamo tutti pieni di cose, che affollano la nostra vita. Le foto degli altri, degli sconosciuti colpiscono ci colpiscono più della nostre, i vestiti degli altri piacciono di più, forse le vite stesse degli altri ci interessano più della nostra.

Distratti dai mille oggetti che ci soffocano, che ci sembrano necessari, dai quali non riusciamo a separarci, andiamo avanti a tentoni, inciampando ad ogni passo e non vedendo nemmeno quello c’è davanti. A ogni cosa è legato un ricordo, un’azione o una distrazione. E loro si accumulano e lentamente diventano così ingombranti da riempire completamente l’orizzonte.

Trilogia dell’invisibile

Deflorian –Tagliarini coinvolgono il pubblico nel capitolo secondo dellaTrilogia dell’invisibile, facendolo essere parte stessa di quella stanza ingombra di scatoloni; dialogano con lui, dandogli oggetti trovati per caso: rompono il confine tra performer e personaggio, tra pubblico e attore. Creano un ingranaggio in cui visibile e invisibile si incontrano, non svelandosi mai completamente. E rendono tutto reale, vero.

Arriva così l’immagine di una donna lacerata dal dolore, chiusa nella sua solitudine, che ha per compagna una mosca e che desidera soltanto essere vera, vivere forse una “giornata perfetta”. “Solo un giorno perfetto, i problemi lasciati soli, turisti per conto nostro, è divertente così. Solo un giorno perfetto.”

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