American Chronicles: The Art of Norman Rockwell

[rating=5] Colori forti, bambini vivaci (Ricordate le “Simpatiche Canaglie”?), famiglie in festa, i valori ma pure le lotte nei lavori in esposizione dall’11 novembre a palazzo Sciarra a Roma. Una mostra molto bella, di quelle come si suol dire: da non perdere.

Si tratta dell’artista che più di ogni altro ha dipinto il “sogno americano” raffigurando famiglie felici che si ritrovano a tavola per consumare il tacchino farcito di castagne nel giorno del ringraziamento ma pure qualche lavoro che non dimentica la discriminazione razziale del tempo. Norman Rockwell ha segnato davvero un’epoca attraverso le sue raffigurazioni che ritraggono gli americani nella loro vita quotidiana con personaggi dai visi buoni, spensierati, allegri ma pure dei piccoli indisciplinati.

Oltre cento opere provenienti dalle collezioni del Norman Rockwell Museum di Stockbridge, che propongono al pubblico una retrospettiva completa dell’artista statunitense. Settant’anni di storia americana raccontata da Rockwell dal 1913 agli anni Settanta del Novecento, con manifesti, copertine di giornali o create per promuovere prodotti di largo consumo. Oltre agli oli su tela, fotografie e documenti dell’artista, in mostra sarà esposta anche la raccolta completa delle 323 copertine del The Saturday Evening Post” pubblicate tra il 1916 ed il 1963, collezione unica che testimonia la quasi cinquantennale collaborazione di Rockwell con il celebre magazine. Tavole d’arte che parlano al cuore più che alla mente. E’ il 1916 quando realizza la sua prima copertina per il “Saturday Evening Post”, personaggi in cui il lettore può immedesimarsi e sentirsi vicino. Alla metropoli preferisce le campagne ed i piccoli centri, non ci sono mondi patinati nelle sue opere ma colori armonici, scene dal taglio fotografico, un realismo minuzioso, personaggi che ricordano i romanzi di Dickens o i fumetti di Walt Disney.

American Chronicles: The Art of Norman Rockwell

Il “corpus” delle opere è variegato, alla spensieratezza delle origini, racchiusa nell’espressione di un fanciullo che fugge per una marachella, come ad esempio in “No Swiming” del 1921 fino a tematiche civili come il dramma dell’apartheid, rappresentato ad esempio dalla bimba afroamericana che in “The Problem We All Live With” (1964), per frequentare le lezioni veniva scortata dagli sceriffi federali.

Alla mostra saranno abbinati anche tanti eventi. Oltre alle visite guidate ci saranno nelle domeniche del 16 novembre, 28 dicembre e 1 febbraio la possibilità (attraverso degli indizi) di scoprire le storie nascoste nei quadri, domenica 30 novembre e domenica 25 gennaio si potrà diventare addirittura il protagonista di un quadro di Rockwell. E non mancano le tradizionali ricette americane come sandwich, apple pie, corn flakes e gustosi tacchini ripieni, prodotti nei quadri, che diventeranno domenica 7 dicembre e domenica 4 gennaio speciali “ricette d’artista”.

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“Senza rifletterci troppo, quello che facevo era mostrare a chi forse non li conosceva certi aspetti dell’America che avevo sotto gli occhi” – Norman Rockwell

La mostra è promossa dalla Fondazione Roma e organizzata dal Norman Rockwell Museum di Stockbridge, Massachusetts, USA e dalla Fondazione Roma Arte-Musei, in collaborazione con La Fondazione NY e la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma.

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