
[rating=4] E se da qualche parte in uno dei molti mondi quantistico-everettiani ci fossero un Romeo e una Giulietta redivivi, reduci dal loro tragico destino che pure li ha consegnati all’immaginario romantico tout court? Che ne sarebbe di questi due adolescenti improvvisamente posti di fronte a questo enorme e maldestro sentimento d’amor?
E’ quello che si domanda la drammaturga svedese Annika Nyman trionfatrice un anno fa a Spoleto che in Romeo&Juliet Post Scriptum reinterpreta il mito Shakespeariano costringendo i due amanti più famosi del mondo a fare i conti con quanto davvero “li lega” e neppure in senso lato, visto che i due bravissimi interpreti italiani Giovanni Anzaldo e Selene Gandini si presentano in scena coi polsi avvinti da una corda che tirano, stringono e lasciano nel loro serrato e tragicomico dialogo. Eh sì perché scampata la morte non restano che due ragazzini sconosciuti l’uno all’altra che devono in qualche modo inventarsi un futuro insieme.
Eccoli allora a gridare, discutere, poi baciarsi, rinnegarsi e cercarsi di nuovo nel disperato tentativo di mediazione fra due cuori in fondo ancora troppo acerbi per amarsi con equilibrio. E diverte e ammira vederseli in palco redarguirsi a vicenda, recriminare su piccolezze come vecchi coniugi oppure impuntarsi inviperiti come conviene alla loro età. Già l’età, curioso battibecco il loro se si pensa ai loro anni, laddove Romeo incarna perfettamente le incertezze dell’uomo ancora non maturo, mentre Giulietta pianifica e ordina con la lucidità di una trentenne. Splendido spettacolo, nella traduzione e regia di Georgia Lepore, passato al teatro dell’Orologio a Roma e che speriamo di vedere presto altrove nella prossima stagione teatrale.