
[rating=4] Se per David Bowie “Topolino è diventato una mucca” (Life on Mars, 1971), per Teatro Sotterraneo si aggira in lontananza con mitra in mano. Vedendo Mickey Mouse versione killer, i bambini presenti in sala hanno strillato non di paura, ma di uno stupore allegro e critico. Operazione registica volta, verosimilmente, a recuperare la tipica funzione non-consolatoria della fiaba (vera nel caso dei Fratelli Grimm e, quindi, di gran parte della narrativa popolare). Recuperare l’incongruo fiabesco e remixarlo con immagini e stereotipi della cultura contemporanea, quelle che ci appartengono e non annoiano mai: Barbie e Ken rapiti dagli alieni,la musichetta di X-Files, I wanna be loved by you di Marilyn Monroe, il rumore di un elicottero in lontanza. Questo e altro è Teatro Sotterraneo.
Siamo alla terza, bizzarra, sensazionale puntata de Il giro del mondo in 80 giorni, sorta di concept album teatrale tratto dal capolavoro di Jules Verne, “ri-arrangiato” da Daniele Villa. I primi due episodi hanno visto il coraggioso e altruista Lord Phileas Fogg e il suo assistente Passepartout affrontare le seguenti tappe: Londra, Egitto, India, Cina, Giappone. E, dal 11 al 15 novembre, Stati Uniti, “nel deserto americano, la sua immensa nudità”.
Sara Bonaventura e Claudio Cirri danno voce ai due personaggi e conducono il gioco con i richiami cinematografici e televisivi, i quiz, le domande al pubblico. Parte integrante dello show è sempre la musica dal vivo, in questo caso il canto di un trio femminile in stile American Graffiti (Serena Altavilla, Benedetta Chiappi, Brenda Fedi). Ed ecco ricreato un universo pop e allo stesso tempo antico, a tratti psichedelico, fatto di movimenti scenici brevissimi, entrate/uscite frenetiche, momenti di puro ascolto e sospensione – che ipnotizzano il pubblico. Qui l’evocazione si lega al ritmo, che si lega al desiderio di sapere come andrà a finire, che si lega a temi che affondano nell’oggi – guerra, colonialismo, razzismo, le grandi visioni profetiche di Jules Verne.
Teatro Sotterraneo ha capito le potenzialità di questo testo ottocentesco e ne ha fatto un condensato di iper-stimolazione mentale, un fantasioso esercizio di stile quanto mai nuovo. Tra Frank Sinatra e brani hip-hop.
La quarta e ultima puntata sarà a Dicembre, sempre in una location diversa, sempre a Pistoia, sempre con musicisti pescati dal territorio. See you soon.