
[rating=5] Finalmente dopo tanti applausi e successi in giro per le più grandi capitali mondiali, le creazioni del maestro Colla arrivano a Roma, in scena al Teatro Vittoria fino al 13 Aprile. Quella delle marionette è una tradizione antica e nobile che in Italia vanta illustri creatori, uno di questi è proprio Carlo Colla che a partire dal 1860 mette in scena i suoi teatrini di figura realizzando al tempo stesso a Milano un laboratorio di bambole fra i più apprezzati e rinomati nello stivale e non solo. Lo spettacolo rappresentato al Vittoria è un adattamento lirico-narrativo della più celebre opera manzoniana: I promessi Sposi, raccontato con semplicità e raffinatezza attraverso le parole dello scrittore lombardo, le voci di attori dall’accento comasco ed inserti musicali dal libretto di Ponchielli.
Colpisce la cura del dettaglio, non solo nelle marionette le cui fattezze sono ricercate e precise, così come l’abbigliamento (Associazione Grupporiani) perfettamente in linea con l’opera e il suo tempo, ma soprattutto nelle scenografie (Franco Citterio), tutte dipinte a mano, ricchissime di dettagli e numerose, come si addice ad uno spettacolo di corte, è proprio il caso di dire.
Quando infatti si apre il piccolo sipario, sembra di essere gli spettatori regi di qualche signorotto, pubblico privilegiato a cui si disvela per un paio d’ore la magia di questi attori mignon e si respira per un attimo il sapore delle belle cose antiche, quelle che con pazienza e passione danno sempre i risultati migliori.
Grandissimi i tecnici dietro, anzi sopra le quinte, a cui sono andati meritatissimi scrosci di palmi, perfetti in ogni scena, esperti manovratori di passi, movenze e perfino scambio di oggetti fra i personaggi, impossibile non rimanerne ammirati. Per chi non ha mai avuto il piacere di assistere ad un’opera dei maestri marionettisti della famiglia Colla, consigliatissimo questo adattamento di Eugenio Monti Colla al Teatro Vittoria, a cui va merito di una scelta tutt’altro che scontata in cartellone, dove fa sempre un gran piacere al cuore leggere i caratteri sbilenchi e rossi del titolo che ricordano un po’ quelli del liquore strega, dell’amaro cynar, che in uno schiocco di dita ci affollano di dolce malinconia vintage, dal calcio balilla alle sedie da bar Pizzi.