
[rating=1] Le operazioncine commerciali si sa, ci sono, anche a teatro. Purtroppo. Di quando in quando si tollerano, se dopotutto la qualità è medio-alta o se almeno c’è lo sforzo di far bene, discorso diverso per la bile e la sensibilità artistica di spettatori non abbrutiti dal talk show, quando vengono messi di fronte ad obbrobri scenici di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza.
Parliamo di Frida Khalo al Piccolo Eliseo, per la regia ahinoi di Alessandro Prete, improponibile già in televisione, uno che fuori dal ruolo di Shangai in “Romanzo Criminale” non ha proprio ragion d’essere, figurarsi in veste di regista. Recentemente visto al cinema, purtroppo, con l’altrettanto improponibile “The Sweepers” malfatta parodia (speriamo fosse una voluta parodia quantomeno) di Tarantino per la regia (ma guarda il caso a volte) di Igor Maltagliati che in “Frida Khalo Il Ritratto di una donna”, ha curato il testo… e che testo lor signori! Niente di meno c’è pure lo zampino dell’ex teleimbonitore Luca Setaccioli. Insomma ci troviamo di fronte alla pièce di Maltagliati che ha sicuramente ottime doti registiche (cinematograficamente parlando) ma che è veramente faticoso definire “autore”, paradosso dei paradossi, la regia che qui forse avrebbe potuto dirigere con estro, la lascia al nostro attorone Prete, al quale evidentemente la direzione teatrale resta sconosciuta.
Ma passiamo alla grande interprete. Online si legge che l’idea dello spettacolo nasce da lei, Alessia Navarro-Carneade-Chi-Era-Costui? Boh! La googliamo, ammiriamo la sua intensissima showrell (un terzo della quale dedicata a cambi di lingerie) e cerchiamo di capire da dove sia saltata fuori… Poi l’illuminazione, è la compagna di Pino Insegno! Ah, ora torna tutto. Perché c’è pure lui fra gli ideatori, bravissimo doppiatore, apprezzato comico e uomo di spettacolo, ma qui ci spiace a morte, caduto in disgrazia.
Sarà che l’amore un po’ acceca e allora poco importa se la protagonista non fa altro che frignare in status monoespressivo, senza mai dare l’idea di incarnare almeno un pizzico dell’anima inquieta della pittrice messicana, mentre intorno a lei fra balletti di marca garrisoniana e dialoghi da quarta elementare va in scena una mariadefilippata senza capo ne coda, capitata “per caso” ammette Insegno, nello stesso periodo in cui alle Scuderie del Quirinale viene dedicata una mostra alla Khalo (ma proprio il destino a volte è bizzarro!).
Non ci spingiamo oltre nel massacrare il non più massacrabile, qualcosa di buono dopotutto c’era, c’era? C’era… L’incipit abbastanza interessante, con la nascita rinnegata e quasi forzosa, l’idea di animare i quadri, anche se il pezzo in romanesco era pessimo e assolutamente inutile, così come la troppo facile strada della banalizzazione estrema del femminicidio, che da tema politico-sociale è diventato pretesto per niente artistico; e non solo in questo spettacolo. Pulp-Polpettonesca e trash quest’opera prima e speriamo ultima del triumvirato Prete-Maltagliati-Setaccioli che non parla di Frida Khalo, ma delle molte donne che è stata nei suoi dipinti e che voleva forse alludere (male) alle tante donne interpretabili fra quelle pennellate decise, non merita di essere vista, anzi no, merita, per affinare il palato critico degli avvezzi al meglio dell’offerta scenica capitolina, su cui poter pesare la leggerissima levatura espressiva di questo pasticcetto teleteatrale al quale tolta la bella carta fluo, non resta che un saporaccio da caramella scaduta.
sono appena andata via alla fine del I tempo dal piccolo eliseo, una cosa improponibile mai visto uno spettacolo cosi’ “osceno” con degli “attori” che nemmeno le fiction televisive potrebbero proporre, in particolare la protagonista.Un’operazione commerciale indegna di un teatro con la tradizione dell’eliseo e per di piu’ in uno spazio che dovrebbe essere aperto alla nuova drammaturgia.Eppure il folto pubblico applaudiva ad ogni scena, forse pensava di essere in uno studio tv…Mi sono messa a ridere quando Frida,nel suo monologo in romanesco descrive l’incidente: lei fracassata e lui uscito…”inerme” (invece che “indenne”), la mia vicina non ha capito perche’ ridevo e mi ha zittito …ma ormai la conoscenza dell’italiano e’ un optional.Avevo preso il biglietto come abbonata e spinta dalla curiosita’,senza prima leggere le recensioni
Anche noi siamo uscite alla fine del primo tempo e solo perché i nostri posti erano al centro di una fila! E anche noi abbiamo preso i biglietti come abbonate (per fortuna a metà prezzo, magra consolazione).
Avevamo cercato qualche recensione ma lo spettacolo aveva debuttato solo la sera prima quindi, non essendoci ancora nulla in rete, ci siamo – ahimè! – fidate del prestigioso Eliseo. Pure noi abbiamo sghignazzato su “inerme” (come diceva quel famoso personaggio verdoniano “manco le basi del mestiere!!”) e sugli imbarazzanti balletti; la “recitazione” invece ci ha davvero fatto passare la voglia di ridere. Tra il pubblico c’erano diversi volti noti del mondo dello spettacolo, cosa che ci aveva fatto ben sperare, ma solo una di loro se n’è andata a metà del primo atto, evidentemente aveva sofferto abbastanza…
Una recensione, negativa, c’era già dalla mattina della seconda replica, su culturaeculture.it
Spero che abbiamo visto lo stesso spettacolo.
Non discuto il giudizio negativo su cui non sono d’accordo.
Ma la recensione della signora Dantinelli sembra uno sfogo livoroso nei confronti di una compagnia, certo non eccellente, ma non repellente.
Comunque credo che una cosa sia dire ” non mi piace ” altro essere così cattivi con che, comunque , lavora.
Un po’ di stile anche nei giudizi negativi non bastano, altrimenti sembrauna vendetta livorosa .
gentile ernesto…purtroppo abbiamo visto lo stesso spettacolo date le indubbie coincidenze di luogo, tempo e contenuto. Un critico non puo’ semplicemente dire: non mi piace/mi piace, ma e’ tenuto ad argomentare, di piu’ io credo che un sereno ‘non mi piace” possa essere rivolto ad un prodotto che rispetti almeno gli standard minimi della regola d’arte e che, se non ci tocca e non ci invita a pensare-insomma, ne usciamo tali e quali a come eravamo PRIMA, senza arricchirci-, perlomeno non ci irriti e ci offenda e ci guasti la giornata. Se poi il pretesto per ammannire al disgraziato pubblico una tale sciocchezza (la recita scolastica di mio nipote liceale era migliore) e’la presunzione di dare voce a una delle piu grandi artiste del Novecento, capisco bene che la rabbia esploda come un geyser
gentile ernesto..purtroppo abbiamo visto lo stesso spettacolo, date le indubbie coincidenze di luogo, di tempo e di contenuto. un critico non puo dire tout court mi piace/ non mi piace, ma deve argomentare e di piu’,io credo, un sereno ‘non mi piace’ puo’ essere riservato a prodotti che rispettino almeno gli standard minimi della regola d’arte, e che, se non ci toccano o non ci incalzano a riflettere – cioe’ ne usciamo tali e quali a PRIMA- perlomeno non ci irritano, non ci offendono, non ci guastano la giornata (tipo 2 ore di vita buttate,meglio andare al mare a guardare le onde). Se poi il pretesto per ammannire al disgraziato pubblico una tale sciocchezza e’ la presunzione di incarnare la voce di una delle migliori artiste del ‘900, capisco bene che il livore,come dici tu, esploda GIUSTAMENTE come un geyser…chi tollera senza reagire gli oltraggi a cio’ che ama?
io invece ieri ho voluto bere l’amaro calice fino alla fine per saggiare sin a che punto di idiozia e volgarita ( e non si intende con volgarita definire gli infantili ammiccamenti sessuali, piuttosto la banalizzazione di tematiche complesse e profonde e il deprimere l’opera e la vita di un’artista immensa come la Kahlo fino a ridurle ad una polpetta pop-trash, cibo da fast-food per intenderci)si possa giungere, non so quanto consapevolmente.Anche ieri PARTE del pubblico applaudiva entusiasta, e anche questo mi pare interessante: e il termometro per valutare il grado di abbruttimento culturale in cui versa i nostro paese con le conseguenze del caso. Ma quello che proprio non mi spiego-tralasciando i commenti sulla recitazione urlata e monocorde, i balletti incongrui, la trasandatezza dei dialoghi, l’ignoranza profonda di tratti essenziali della personalita della Kahlo, che chiunque si sia degnato di leggere qualche sua lettera o scritto o testimonianza di chi la conobbe puo cogliere, quali l’ironia acida e l’ “alegria” che contrappose fino alla fine agli insulti che la vita le fece (e ci mancava giusto quest’ultimo!!!)- e’ come un’istituzione seria e importante come le Scuderie del Quirinale abbia potuto avallare e promuovere una tale boiata….se volete far cultura sul serio rispettate il pubblico e piu’ ancora l’arte,in ogni sua forma, e l’artista. HASTA SIEMPRE FRIDA
sarebbe meglio non pubblicizzare uno spettacolo teatrale di siffatta bassa portata. Le Scuderie del Quirinale hanno un’altro spessore. Rimango delusa che nessuno abbia verificato prima lo spessore dello spettacolo al piccolo eliseo.
Questo significa “imbrogliare” culturalmente le persone.
Vedo con piacere che anche la critica teatrale la pensa allo stesso modo.
D’ora in avanti diffiderò molto di altre operazioni del genere.
Alessia un’amante del buon teatro e dell’arte
Dantinelli scrive:”…con l’altrettanto improponibile “The Sweepers” malfatta parodia di Tarantino per la regia di Igor Maltagliati…” E poi, qualche riga dopo, prosegue con: “Insomma ci troviamo di fronte alla pièce di Maltagliati che ha sicuramente ottime doti registiche (cinematograficamente parlando)…”. Ora, lasciando perdere l’odio per Alessandro Prete, cara Dantinelli, come può essere che il regista di un film improponibile abbia sicuramente ottime doti registiche? Che fai, Dantinelli, scrivi a casaccio?
Fare un cattivo film, non significa essere un cattivo regista. Maltagliati ha buone doti tecniche, ma qui ha dato il peggio di sé come nel film che ho citato.
Condivido in pieno la recensione.spettacolo vergognoso, ma in pochissimi lo hanno scritto:i più si sono limitati a copiare la cartella stampa.
Perchè le Scuderie del Quirinale promuovono uno spettacolo al Piccolo Eliseo, con lo sconto del 50% del biglietto, che affossa la complessa personalità di Frida Kahlo?
Chi vuole approfondire la conoscenza dell’artista messicana basandosi su un testo così banalizzato? Attenzione alle promozioni
Giancarla
concordo con le critiche
Ho cercato anche altri pareri di critici teatrali, ma evidentemente è talmente scarso lo spettacolo che non se ne occupano neanche!
Come affossare l’arte e il teatro in una botta sola.
fede
Ho visto lo spettacolo e l’ho trovato forzato, fuorviante, registicamente inconsapevole, troppo musicato e assordante. Okay. Ma non mi sembra che i testi siano tutti orrendi. Personalmente ho trovato molto interessante il quadro di Frida-Romana in vasca, di lei vestita da uomo e anche il quadro con di lei e il suo fantasma… se qualcuno riuscisse a sentire quel che viene detto, non è brutto affatto! Ecco, magari andrebbe recitato e fatto sentire meglio… ma ci tengo ad aggiungere un mio personale parere, riguardante la buona educazione e l’eccesso di cattiveria gratuita: non sono amico di nessuno e tuttavia ho trovato davvero sgradevole, eccessiva e inutilmente feroce la recensione della signora Dantinelli. Vedo porcherie tutti i giorni, a teatro come al cinema, alcune anche di autori blasonati ai quali nessuno ha il coraggio di dire niente. E qui noto una specie di “libidine” nel voler distruggere non solo uno spettacolo (bruttino lo so…)e il suo regista, ma persino ogni collaboratore e amichetto. Signora Dantinelli, non la conosco, ma una donna così rancorosa e francamente odiosa la terrei lontana mille miglia da qualsiasi ritrovo tra persone civili e amabili. Una camomilla? Concordo col signor Enrico quando dice che anche nella critica ci vuole buon gusto e cuore. Altrimenti si diventa molto peggiori dell’oggetto criticato. Ecco, credo che Le sia successo proprio questo… lo dico senza polemica… ma ci rifletta su se le va. Essere così cattiva a che le serve? Le migliora la vita? Non credo. Poi ovviamente resti antipatica quanto le pare, quello che otterrà è molta meno attenzione.
A mio parere la stroncatura, che condivido, è ben argomentata e prende in considerazione tutti gli aspetti dello spettacolo. Non vi riconosco “cattiveria”, bensì un’onestà intellettuale ormai perduta da un pubblico ammansito e da gran parte della critica annacquata della carta stampata.
Grazie Franco. Concordo, di questi tempi a quanto pare non si riesce ad accettare della pura e semplice critica nell’essenza più profonda del termine.
Credo che i critici teatrali non abbiano ritenuto di dover spendere il loro tempo x uno … uno…. (lo scrivo con difficoltà) spettacolo così insulso, fuorviante e irrispettoso nei confronti di una grandissima, geniale e originale artista come Frida. Ho sentito un dolore profondo nel vedere dilettanti allo sbaraglio fare scempio della sua vita e della sua arte. Cannibalizzare il bellissimo libro di Pino Cacucci “Viva la vida!” che riesce con grande maestria a farti sentirr la voce di Frida…a materializzare la sua anima inquieta e ribelle. Uno spettacolo che nella sua pochezza riflette la miseria interiore di chi è cresciuto davanti la tv commerciale del bifidus attivo. Che tristezza questi nostri tempi. Non sono riuscita ad arrivare al terzo quadro… sono scappata via. E dire che, il mattino, visitando la mostra mi ero emozionata sentendo l’alito della “pelona” su quelle tele straordinarie la morte come la chiamava Frida. Hasta siempre companera Frida… questo non e’ piu’ il Paese dell’arte.
offensivo! ecco si ho lasciato il teatro prima che finisse il primo tempo perchè mi sono sentito offeso, preso in giro da una operazione commerciale malfatta. Non do la colpa alla compagnia di guitti improvvisati, ma al TEATRO ELISEO che ospitando i più grandi nomi nella storia del teatro italiano, si è creato un nome che DEVE fare da garanzia per lo spettatore. è offensivo vedere a teatro un attore doppiato, è disorientante ascoltare una Frida in romanesco forzato che manco la Ferilli sarebbe riuscita a fare peggio, è fuorviante sentire la storia dell’incidente che ha deturpato la donna completamente inventata, è preoccupante vedere una sala pieni di ragazzi portati a forza dalla scuola e che difficilmente torneranno volentieri a teatro. Mi è venuto in mente Lindsay Kemp o Pina Baush e a come loro avrebbero reso omaggio ad una grande artista come Frida Kahlo (…ma questa è un altra storia) per fortuna che la mostra presto mi riscatterà.
a tutti gli onesti teatranti che non trovano spazi…viva la vida
Marina Coli, brava artista reggiana – http://www.marinacoli.it – ha portato in scena il testo scritto da Pino con grande successo…peccato che da Roma ci fosse stato un iniziale interesse ma poi…forse un altro Pino ha spinto di più…
Davvero stiamo parlando di Pino Insegno a teatro? Che recita sul serio dico? Uno esempio di cialtrone raccomandato e miracolato. Ora direte che sono troppo cattivo? Credo di aver detto solo la verità. Sono stufo del buonismo e del ben pensare, è ora di dire le cose come stanno e forse le cose andrebbero meglio. La tragedia iù grande per il teatro però è che dopo questa ennesima triste prova da teatrante, troverà ancora produttori disposti a produrre le sue mondezze teatrali perchè il teatro non si basa più sulla qualità ma sui favori e su scambi politico-teatrali. Amo il teatro per questo il mio sfogo.
In questo spettacolo, Pino Insegno non è in scena. Questo spettacolo è stato prodotto da Pino Insegno. Prima di scrivere cose inesatte, pensaci e informati. Altrimenti il cialtrone sei tu.
Non ho visto lo spettacolo. Parlavo in generale su di lui, che trovo rappresentare a pieno il nulla sostenuto dai poteri forti. Tenuto in auge da Alemanno (si parlava di Pino Insegno addirittura per la direzione del teatro di Roma) e ora che Alemanno non c’è più sembra che gli levino anche il programma su RAI 1. Resta la mia opionione su di lui e sul suo essere “artista”. Cambia qualcosa che non fosse in scena? L’ho visto “recitare” in passato e mi basta. Il fatto che non fosse in scena cambia poco. Produce (mi sembra di capire) una cosa orrenda e mette la sua fidanazata, che attrice non è, a recitare..non è un offesa per il teatro comunque? Non resta un offesa che questo spettacolo probabilmente l’anno prossimo avrà delle piazze? Non basta essere un doppiatore, essere attore è un altra cosa. Sono poi d’accordo con il fatto che l’Eliseo non dovrebbe ospitare gente che con il teatro non ha nulla a che fare….ma si sa, il momento storico è quello che è.
Sono grata a questo articolo di critica…..ho provato dolore per L’ABUSO che e’ stato fatto alla grandissima donna-artista Frida e grande compassione per tutti i malcapitati non “esperti” d’arte che ,fidandosi del connubio scuderie -eliseo ,sono usciti da questa esperienza con una distorta informazione umana e culturale.Da parte mia, quel che ho potuto fare, e’ stato alzarmi volutamente, maleducatamente ,a sala buia e piena e uscire per sostenere Frida che per tutta la sua vita ha lottato per la verita’.