Claudia Campagnola stupisce “Un attimo prima” del successo in scena

[rating=5] Un’interpretazione che la consacra tra le migliori attrici romane, un testo che funziona, parole che toccano le viscere dell’anima, emozioni struggenti e la certezza che il lavoro girerà con successo. Si presta ai teatri come alle scuole. Non è il solito testo bellico tra bombe e morti. No, c’è molto di più. C’è Claudia Campagnola c’è la guerra vista dagli occhi di una donna incantata e poetica, con fede e dolcissima.

Un attimo prima” può succedere di tutto… può essere profetico alla morte o alla salvezza, riconosci il suono del tuono che ti avvisa del temporale o il fischio della granata. Se sei in pericolo un suono ti può addirittura salvare. Ti ripari o preghi. Ma a volte ci sono bombe che non ti danno scampo. Te le ritrovi addosso e la parola fine è l’ultima. Claudia Campagnola diventa sempre più brava in scena e non ti mancano altri attori da seguire sul palco, ti basta quel suo sorriso che ti fa sentire il peso della gerla mentre sale il monte per portare le munizioni, l’acqua con la quale si bagna al lago mentre Zeno la osserva da lontano. Un amore platonico mai consumato, fatto di sguardi e di attese.

Un attimo prima

Il lavoro, scritto da Paolo Logli, presentato dalla Compagnia della Luna, ha debuttato questa estate al Festival Agerola Sui Sentieri degli Dei ed è stato accolto a Roma il 4 settembre scorso per il Fontanone Estate (eccezionalmente presso il Teatro Belli di Trastevere).

Per le musiche di Enrico Blatti, regia Norma Martelli ed organizzazione Rosy Tranfaglia c’è un cameo molto bello con l’attrice, la presenza silenziosa di Rossella Montanari che parla attraverso note vocali di strumenti che rievocano scene forti o le scandiscono, sublimandone il messaggio.

Un monologo appassionante, dove c’è un sorriso amaro da parte della bella Claudia che ti fa piangere e ridere insieme per la sua ingenuità da cronista al fronte. Una giovane semplice che non si spiega tante cose, non si capacita delle atrocità, del silenzio del Governo. Quando imbraccia la gerla sulle spalle sale orgogliosa quel monte dal quale talvolta scende con i corpi esanimi dei militari. Viveri e munizioni porta fiduciosa sulle spalle sentendosi parte di un progetto importante.

Il racconto si inserisce nelle commemorazioni per la prima guerra mondiale e rende omaggio alle portatrici carniche a cui Campagnola dà abile fiato narrativo. La Carnia, regione alpina del Friuli è ed era una zona impervia, dal fondo valle dove erano dislocati i magazzini e depositi militari fino alla linea del fronte in montagna dove gli uomini combattevano, non esistevano rotabili per il transito di automezzi solo mulattiere ed ecco avanzare allora le donne, una quindicina circa nel paese dove è ambientata la scena.

Alla prima romana non sono mancati gli amici di scena e di vita Matteo Vacca e Marco Morandi con cui ha recitato in “Precari” e “Non c’è due senza te” (questa stagione in cartellone al teatro Sistina di Roma). Brava Claudia Campagnola, grazie delle emozioni trasmesseci. Grazie di avere rappresentato la guerra con gli occhi semplici di una donna poetica.

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