Rocky Horror Show e il double feature al Teatro Sistina

Il Richard O’Brien’s European Tour per la regia di Christopher Luscombe

Un teatro abbandonato, una mascherina, Roxy, un po’ drag, un po’ no, accoglie gli spettatori del Teatro Sistina distribuendo bevande e genere alimentari. Questo è il Rocky Horror Show per questo spettacolo, scritto ed interpretato da Richard O’Brien e diretto da Jim Sharman, il cui gusto dell’ambiguità ne ha fatto un cult teatrale, dalla data del debutto 1973. Lo è diventato anche cinematografico dal suo riadattamento in The Rocky Horror Picture Show, ad opera della medesima coppia di artisti nel 1975.

Janet e Brad in auto in mezzo al temporale trovano riparo in un vecchio castello. Ad accoglierli è un certo Frank-N-Furter, uno scienziato pazzo, travestito e bisessuale e li invita perlustrare il suo laboratorio. I primi due la perfetta coppia perbene statunitense, bravssimi cantanti e ballerini, Haley Flaherty e Richard Meek incontrano questo transessuale in guêpière, tacchi alti e calze a rete, fisicamente e attorialmente provocante Liam Tamne, ma professionalmente in camice verde, stile sala operatoria.

Con lui vivono l’inquietante maggiordomo Riff Raff e sua sorella, la strampalata Magenta, la groupie di Frank-N-Furter, di lui innamorata, Columbia, il Dr. Everett Scott: scienziato di origini tedesche, simpatizzante nazista su una sedie a rotelle, quindi Eddie motociclista, tossicodipendente appassionato di rock’n’roll, ex amante di Frank-N-Furtert, formidabile Paul Cattermole, con il suo “Hot Patootie-Bless my soul”.

Rocky Horror Show Tipico ambient di vecchio castello, in broccati neri, rossi, statue, foto inquietanti e tanti fantasmi. Giro di pareti e si trasforma in laboratorio con siringhe, lettini operatori, ampolle, cervelli ed organi vari, esperimenti di laboratorio e la creatura costruita in laboratorio da Frank-N-Furter utilizzando mezzo cervello di Eddie: il bellissimo, prestante, fisicamente muscoloso in ogni sua parte, forse anche troppo come eccepisce Janet alla al suo apparire. Davvero bravo a ballare, cantare e recitare, oltre che notevole è Dominic Andersen.

Un pubblico davvero interattivo, sempre pronto alla risposta che la scena richeide, quello del Teatro Sistina, e ancor più, quando richiamato dalla compagnia, tutti in guêpière nera, tacchi alti e calze a rete a inizio spettacolo lanciano “The Time Warp” il ballo cult della trasgressione. Balzo degli spettatori, alcuni in pailletes, alcuni in bustino a stringhe e calze sexy, sotto il palco e si balla tutti. Una regia quella di Christopher Luscombe, che non smette di travolgere e sconvolgere da oltre 40 anni, in più di 30 paesi.

Il disagio e l’imbarazzo della coppietta statunitense è palese, ma ormai non ci si può tirare indietro e nel laboratorio (Sweet Transvestite) di Frank-N-Furter, la phisical philosophy, il piacere e l’intrigo del double feature, coinvolge tutti in un flirt globalizzato. Donde “Touch-a, Touch-a, Touch-a, Touch Me” E ormai tutti rossi e in rosso, tutti in corsetti rossi, con il pubblico ancora coinvolto si balla il finale e di nuovo “The Time Warp” ed anche il Criminologist, nel ruolo di narratore, impeccabile fino a questo punto, è in coreografia e anch’egli in guêpière.

Rocky Horror Show

Costumi bellissimi e molto curati nei dettagli, quelli di Sue Blane; coreografie sempre ben ritmate, precise e coinvolgenti quelle di Nathan M Wrigth. Tutto bello a vederlo grazie a scene, suoni e luci di Hugh Durrant, Gareth Owen, Nick Richings rispettivamente, ma soprattutto a viverlo questo spettacolo di produzione statunitense, un non-stop party fatto di quei successi senza tempo da cui è invetriabile farsi trascinare una volta arrivati sotto il suo horror stage, con tutti i bravi attori e interpeti che lo animano.