
Ballare è intrinseco in ognuno di noi, una specie di equazione, un po’ come come dire ” balli e ti emozioni”. Ed è proprio questa la chiave che dà vita al musical “Footloose” (in scena a Milano al Teatro Nazionale Che Banca fino al 31 dicembre). Basato sul copione originale scritto da Dean Pitchford nel 1998, questa riedizione vanta la cooperazione di grandi nomi all’ interno del team creativo: Martin Michel (regia e coreografie), Ad Van Dijk (supervisione musicale), Arno Bremers (costumi), Eric Van der Palen (scene), Chiara Noschese (direzione casting), Francesco Vignati (disegno luci).
Il risultato è un’opera giovane, fresca, che scuote l’anima di chi guarda stupito tra sensazioni forti e passi di danza dei performer in scena e si viene travolti in pieno da queste emozioni. Tutto nasce da un paio di stivali rossi (che colpiscono lo spettatore non appena entra in teatro) e dai rintocchi della campana della chiesa. Piccole note di regia perfettamente calzanti che stimolano la giusta curiosità verso l’inizio dello show.

Tratto dall’omonimo dance moovie cult del 1984, interpretato da un giovanissimo ed esordiente Kevin Bacon, colpisce per la musica a tutto volume ed i balli indimenticabili, tappe di un viaggio emozionante tra le strade di Bomont, una piccola cittadina di provincia, che ha bandito la musica rock, il ballo, i libri definiti “immorali” e tutto ciò che può corrompere l’animo e che, invece, verrà sconvolta dalla tenace determinazione del giovane Ren (Kevin Bacon, nel film), capace di scatenare tutti al ritmo della musica del “diavolo”.
Le atmosfere musicali degli anni ’80 e le straordinarie coreografie fanno da cornice ad una semplice, ma incredibilmente vera, storia d’amore tra due giovanissimi (Ren e Ariel) che credono nel loro futuro e nel sogno americano, decisi a superare i preconcetti degli adulti divertendosi al ritmo di balli sfrenati, perchè “c’è un tempo per ogni cosa sotto il cielo… un tempo per ridere, un tempo per piangere, un tempo per soffrire” e quello è il loro tempo per ballare!
Ren Mc Cormack (interpretato da uno strepitoso Riccardo Sinisi) è il ragazzo arrivato dalla grande città che cerca, attraverso la sua innocente ed esplosiva voglia di ballare, di far comprendere che il senso della vita è proprio questo: ballare e lasciarsi trasportare dalla musica anche se, a volte, ci travolge con eventi molto drammatici. Eventi che hanno vissuto il pacato, freddo e controllato Reverendo Shaw Moore (Antonello Angiolillo), cristallizzato nel suo dolore per aver perso un figlio, e sua moglie Vi Moore (la dolce e morbida Brunella Platania), mamma premurosa e attenta per la figlia e che per lei darebbe la propria vita; lascia senza parole per la sua interpretazione (in un ruolo difficile e molto complesso) e per come riesce a trasmettere forti emozioni in ogni suo gesto e con la sua splendida voce. La figlia,Ariel Moore (una Beatrice Baldaccini perfetta nel suo ruolo) si trova ,quindi, a dover da un lato seguire l’insegnamento rigoroso dei suoi genitori, dall’altro si sente attirata da tutto ciò che è peccato. Tant’ é che si innamora di Chuck Cranston (uno splendido e convincente Renato Tognocchi) per poi, accorgersi dei suoi veri sentimenti e dichiararsi innamorarsi di Ren. Non sarà facile per i due ragazzi e per gli altri giovani della città abbattere quel muro, ma con coraggio e determinazione arriveranno al ballo di fine anno.
Menzione speciale per Giulio Benvenuti (Willard Hewitt) e Giulia Fabbri (Rusty), bella la loro intesa sul palco e divertentissimi nei ruoli, spiccano per il loro “innamoramento” tanto da meritare applausi a scena aperta. Bellissimo anche l’idea di inserire un trio prettamente femminile con Martina Lunghi (Urleen), Elisa Musso (Wendy-jo) e Giulia Fabbri (Rusty).

Tutto in questo musical é curato nei minimi dettagli e dove anche i personaggi minori come Eleonor Dunbar (Floriana Monici), Ethel McCormack (Loredana Fadda), Wes McCormack (Alessandro Parise), Coach Roger Dunbar (Roberto Colombo), Lyle (Manuel Mercuri), Travis (Angelo Di Figlia), Jeter (Davide Fienauri), Bickle (Andrea Spata), Garvin (Roberto Tarsi), tutti interpretati da nomi eccellenti del teatro musicale italiano che creano un enorme gioco di situazioni, soprattutto momenti comici che suscitano l’ilarità del pubblico.Doveroso anche un plauso ai componenti dell’orchestra, di altrettanta pregiata fama, diretti dal maestro Andrea Calandrini.
Insomma, uno straordinario ensamble fatto di danza, canto (eseguito rigorosamente dal vivo) e coreografie incredibilmente coinvolgenti che invogliano a danzare con i performer in scena…..e i piedi si muovono da soli! Uscendo da teatro rimangono in testa le melodie, l’energia trascinante e il divertimento di tutti i protagonisti sul palco. Da non perdere.