Hunger Games. La ragazza di fuoco: i distretti si ribellano

[rating=4] Con un incasso in Italia di 4.360.000 euro, ed un budget di circa 150 milioni di dollari, La ragazza di fuoco sta spopolando nelle sale. La prima proiezione è avvenuta nell’ultima edizione del Festival del Cinema di Roma, incantando tutti gli appassionati del genere sci-fi/avventura. Il film è diretto dal regista Francis Lawrence.

Passiamo dunque alla trama, ripercorrendo anche gli avvenimenti del primo film. In America, in un distopico futuro post apocalittico, troviamo  la nazione di Panem, costituita dalla ricca e sfarzosa Capitol City e da tredici distretti, di cui il tredicesimo ormai distrutto da tempo.  Ogni anno, come punizione per aver scatenato una ribellione anni prima, in ogni distretto vengono scelti un ragazzo e una ragazza tra i dodici e i diciotto anni per partecipare agli Hunger Games, un evento nel quale i così detti tributi, devono combattere in uno specifico  luogo controllato dagli Strateghi, finché uno solo rimane vivo. Per la prima volta, negli ultimi Hunger Games, a vincere sono due giovani provenienti dallo stesso distretto, il dodici: questi sono Katniss Everdeen (Jennifer Lawrence) e Peeta Mellark (Josh Hutcherson), che sopravvivono grazie alla giovane, che si rifiuta di mangiare, alla fine del gioco, delle bacche velenose. Il suo gesto è visto come una ribellione al sistema (e in effetti, lo è davvero); ribellandosi, riesce a salvare la sua vita e quella di Peeta, regalando speranza a tutta la  popolazione. Oltre questo, tutta la nazione ha assistito alla storia d’amore tra lei e Peeta, che in realtà è solo una farsa per sopravvivere ed avere il consenso della popolazione di Capitol City, per ottenere il loro favore; in realtà infatti, Katniss, prova dei sentimenti per il suo amico di sempre, Gale Hawthorne (Liam Hemsworth).

La ragazza di fuoco

Nei 75°Hunger Games, però, per placare i focolai di ribellioni, avvenute grazie al gesto di Katniss, il Presidente Snow (Donald Sutherland), decide di porre fine al problema alla radice, cambiando le regole del gioco e “mietendo” i tributi tra tutti i vincitori degli Hunger Games ancora in vita. Katniss sarà ancora coinvolta in una sanguinosa battaglia, dividendosi tra la sua messinscena per le telecamere con Peeta, con il quale inizierà a fare realmente amicizia, e la lotta per la sopravvivenza. Dovrà decidere con quale dei “favoriti” allearsi durante i giochi e continuare ad essere il faro di speranza per gli abitanti dei dodici distretti rimasti. Sempre al suo fianco, il brillante stilista Cinna (Lenny Kravitz), l’eccentrica ma dolce Effie Trinket (Elizabeth Banks) e il mentore Haymitch Abernathy (WoodyHarrelson). Il budget, per niente contenuto questa volta, lo si vede negli elaboratissimi costumi di scena, nelle ambientazioni ancora più sofisticate, così come negli effetti speciali e nella grafica, sempre più spettacolare. Questo sequel non ha niente da invidiare al primo film, che ha colpito molto anche per il fatto di essere una novità (anche se come tematiche si avvicinava molto al film di Kinji Fukasaku, Battle Royale, 2000). Questa volta vediamo una Jennifer Lawrence che impersona una ragazza matura ma ancora sconvolta dagli eventi, alle prese con una vita che le pesa, una vita ormai fatta di finzione a cui lei cerca di sottostare credendo di poter così aiutare gli abitanti dei distretti a non credere che tutto sia perduto. Katniss è tormentata dal senso di colpa a causa delle morti di tutti quei giovani, alcuni uccisi anche da lei stessa. Supporti importanti all’interpretazione della Lawrence, sono sempre Woody Harrelson, che nella storia riesce a rappresentare quasi una figura paterna per la protagonista, e Lenny Kravitz, che funziona molto bene come attore, soprattutto nel suo ruolo da stilista rivoluzionario.

La ragazza di fuoco

Le tematiche principali, affrontate nella storia, cioè la ribellione, la dittatura, la libertà di pensiero e di parole, unitamente all’uso/abuso dei media, della finzione, dello spettacolo e quindi anche dell’ipocrisia, sono ben centrati, descritti visivamente in maniera crudele, come sarebbero sotto qualunque regime dittatoriale; toccano il cuore e fa riflettere sulle conseguenze che quelle azioni hanno avuto in molti paesi, in passato, e che avrebbero oggi. La speranza è quella luce fuori dal tunnel che dà la forza ad un popolo di andare avanti, di camminare a testa alta e combattere per le proprie idee e la propria libertà. Nella realtà ci sono stati e ci sono, e probabilmente ci saranno sempre, persone come Katniss, come Cinna e altri personaggi, che lotteranno sempre e questo ci rasserena, ma ci spinge anche a far parte del cambiamento, per un domani migliore e per un posto altrettanto migliore.

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