Il ragazzo della Giudecca

Dal 12 maggio nelle sale la storia del neomelodico Carmelo Zappulla

[rating=3] Dai palchi alle piazze affollate fino al carcere. L’artista siciliano, adottato artisticamente dai napoletani, porta sul grande schermo la propria vicenda personale interpretando se stesso in un film scritto e diretto dal giovane Alfonso Bergamo: Il ragazzo della Giudecca.

Siamo negli anni’90, fino a quel momento Carmelo Zappulla, passa da un successo all’altro, acclamato, richiesto, applaudito, feste patronali, stadi, piazze, teatri, set. Si divide fra musica e cinema.  A soli 24 anni si era trasferito dalla Sicilia a Napoli e qui, aveva trovato la sua fortuna. Fin quando un giorno, gli piove sul capo un macigno. Ordinanza di custodia cautelare. Non ci sono più microfoni dinanzi a cui esibirsi. La carriera è interrotta bruscamente. Ai palchi si sostituiscono le sbarre ed agli spartiti i faldoni dell’inchiesta che lo portano agli arresti.

Sul tavolo degli inquirenti vi è la testimonianza di un pentito che lo accusa di essere il mandante di un omicidio. Sarà l’inizio di un lungo calvario giudiziario che lo porterà dinanzi alla scelta se rassegnarsi  o combattere per dimostrare la sua innocenza.  Dalla sua parte ha la famiglia, ed in particolare il fratello Santino interpretato da uno strepitoso Pietro Delle Piane, ottimo nel ruolo.  Sembra esserci nato per esserlo davvero. Un volto non nuovo sulle scene. Ha alle spalle comparsate e presenze in numerose fiction di successo. E, su tutti gli attori l’interpretazione formidabile del grande Tony Sperandeo, che si può definire “il cattivo di professione”, che dà veramente l’anima nel ruolo. In conferenza stampa dirà di essersi impressionato per la forza che ha saputo mettere nella parte assegnatagli. Nel mondo del cinema è famoso proprio per le parti da duro e spietato ricoperte negli anni, fra i suoi titoli più noti la “Piovra”, “Distretto di Polizia 2”, “Come un delfino”, “Squadra antimafia 5”, per l’interpretazione di Gaetano Badalamenti nel film “I cento passi” vinse il David di Donatello.

Nel cast: Carmelo Zappulla (nella parte di se stesso), Luigi Di Berti, Tony Sperandeo (che qui interpreta il pm), Pietro Delle Piane, Serena Bilancieri, Chiara Iezzi, Barbara Bacci, Claudia Samaras, Mario Paradiso Jr., Jacopo Cavallaro, Mario Donatone, con la partecipazione straordinaria di Franco Nero e di Giancarlo Giannini.

Una nota sulla regia. Alfonso Bergamo, nato a Battipaglia (Salerno) nel 1986, ha iniziato a girare cortometraggi all’età di 14 anni. Nel 2011 firma la regia di “The Labyrinth”, un corto realizzato in 72 ore per il National Film Challenge con il quale incassa ben quattro premi. Nel 2013 si laurea col massimo dei voti alla Rome University of Fine Arts. “Tender Eyes” è il suo primo lungometraggio girato in lingua inglese per il mercato estero ed “Il ragazzo della Giudecca” segna il debutto come primo lungometraggio in lingua italiana.

Molto efficace l’inizio del film quando si ripercorrono i momenti felici della carriera del noto artista siculo-partenopeo. Sequenze interrotte subito dai colpi di un omicidio che fanno entrare lo spettatore subito nel vivo del racconto. Il film, d’altronde, si basa su fatti accaduti ma pare, vi sia stato pure uno zampino abbastanza fantasioso in alcuni passaggi e il sapore “romanzato” del racconto è stato anche detto in conferenza stampa, tenutasi il 5 maggio scorso presso la Casa del Cinema di Roma.

Il ragazzo della Giudecca

“Non ho mai perso la fiducia nella giustizia!” ha ripetuto più volte Zappulla ai giornalisti che gli ponevano domande.  In sala, nel tempio del cinema romano, era presente pure, nascosto tra il pubblico, il vero avvocato difensore, tra i più noti penalisti in Campania, che ha sussurrato ad una giornalista che, a dispetto di quanto si vede nel film,  lui “oltre l’acqua non beve nulla”. E’ invece autenticamente vera l’arringa che compare nel film (nella realtà è stato detto durò sei ore!). Sempre del noto penalista anche la famosa frase del “pentito dire”. Ovvero che l’indagine si fosse basata su dichiarazioni di pentiti poi smentiti. Zappulla, dicono le cronache del tempo, fu assolto (e si legge nei titoli di coda) dalla Corte di Assise di Siracusa per non avere commesso il fatto.  Significativo il passaggio sul tempo di latitanza, come visse, cosa fece, i pensieri che lo attraversarono. Alla seconda richiesta di arresto il cantante decise infatti di non consegnarsi alla giustizia e di nascondersi. L’esperienza del carcere era stata per lui terribile già la volta precedente, sufficiente per non ripetere la sofferenza. Fantastici i due cameo di Nero e Giannini che danno forza alla trama, senza tralasciare Mario Paradiso Jr.

Prodotto e distribuito da Windfall Cinema Production con West 46Th Films la pellicola è tratta dal  romanzo autobiografico di Carmelo Zappulla “Quel ragazzo della Giudecca. Un artista alla sbarra” distribuito nelle sale italiane dal 12 maggio con anteprime a Roma ed a Napoli.

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