
[rating=4] Nel film “Dove eravamo rimasti” (nelle sale dal 10 settembre) diretto da Jonathan Demme (ben venti candidature Oscar) e sceneggiato da Diablo Cody (vincitrice dell’Oscar per “Juno”), Meryl Streep dà vita ad un personaggio decisamente difficile, interpretando con estrema naturalezza Ricki Rendazzo, una chitarrista rock che insegue il successo dopo aver rinunciato ad una vita di agi e benessere, che aveva abbandonato come Linda Brummel, moglie di Pete (Kevin Kline, amico e collega storico) e madre di tre figli. Ma proprio per stare vicino ad una di essi, Julie (interpretato da Mamie Gummer sua figlia anche nella realtà), ed aiutarla a superare la sua crisi personale lascerà la casa di Los Angeles e il bar rockettaro dall’aspetto vecchio e trasandato dove si esibisce e dove la sua carriera non era mai decollata come lei aveva sperato, per tornare nella lussuosa casa dell’Indiana piena di comfort e di foto di famiglia.
La relazione madre-figlia è, appunto, al centro della storia ed il realismo di questo rapporto aggiunge intensità al film: se è vero che il frutto non cade mai lontano dall’albero, uno dei motivi principali per capire la distanza tra loro è perché Linda/Ricki e Julie sono simili, sempre propense al litigio e, pertanto, entrambe vivono la loro verità senza scusarsi mai. Purtroppo la relazione affettiva non è meno difficile con gli altri due figli: Adam (Nick Westrate) che, spiazzandola, le confessa crudamente di essere gay e Josh (l’astro nascente Sebastian Stan) che la sera prima del suo matrimonio non sa ancora cosa prova per sua madre, rispetta la sua scelta e pensa che sia giusto che sia presente, ma di fatto per lui è come se fosse un’amica di famiglia.
Nonostante tutto ciò, il ritorno a casa offre a Ricki l’opportunità di riscattarsi e cercare di aggiustare tutto da dove erano rimasti, appunto; i sensi di colpa l’hanno sempre bloccata, i suoi figli sono stati cresciuti da Maureen (Audra Mc Donald) perfetta seconda moglie di Pete e madre adottiva meravigliosa, e quindi ha paura di uscire da se stessa, ma all’improvviso non è più Ricki la persona problematica in famiglia: può aiutare finalmente la figlia e affermare, grazie alla sua esperienza, che tutto andrà benissimo. E il finale del film sarà divertente e, in un certo senso, commovente.
Ricki, dicevamo, è la cantante di una band cover, The Flash (da qui il titolo originale “Ricki and the Flash”), e per impersonarla la Streep, già ottima cantante, si è esercitata per mesi a studiare la chitarra acustica e quella elettrica; la affianca Greg (il leggendario Rick Springfield, musicista eccezionale famoso per i suoi pezzi anni ’80), che si rivela un ottimo attore capace di recitare accanto ad un’attrice del suo calibro. Greg è il leader del gruppo, ama suonare insieme a lei (ed è qui che il loro legame va oltre perché condividono la passione per la musica) ed aspira fortemente a diventare il compagno di Ricki nella vita , pretende soltanto che lei entri nel rapporto completamente, ma questo è difficile per lei che, invece, tende a scappare, come era fuggita dalla sua famiglia “tremendamente carina”, perfetta ed impacchettata col fiocco, come quelle della pubblicità, perchè teme di non farcela a sostenere il peso di un rapporto nuovo e sincero.
Ogni nota musicale in questo film è vera e si può ascoltare solo musica dal vivo, cosa che raramente accade nei film musicali, di solito in playback. I brani eseguiti non solo sono brani tipici di cover band, e quindi noti a tutti, ma anche brani che tematicamente risuonano nella storia: si va da “Get the party started” di Pink, “Bad Romance” di Lady Gaga e “My love will not let you down” di Bruce Springsteen, fino al bellissimo pezzo originale “Cold one” che si sente ben quattro volte in scene importanti del film, in particolare nella scena finale del matrimonio, quando Ricki and The Flash lo suonano e cantano alla grande.
Pregevole ed impeccabile il look da rocker di Meryl creato dalla costumista Ann Roth (Oscar per “Il paziente inglese”), dalla truccatrice Bernadette Mazur e dalla capo reparto acconciature Alan Dangerio.
Bella anche la fotografia di Declain Queen: l’aereo che porta Ricki da Los Angeles nell’Indiana, con la sua scia bianca nel cielo azzurro, resta negli occhi e nel cuore. Davvero.