Va tutto bene, un perfetto equilibrio tra lacrime e risate

[rating=4] Nella cornice di un piccolo e squallido appartamento suburbano si consuma la vita di  Annamaria e Attilio (detto Attila):  rispettivamente  madre e figlio alla deriva:  abbandonati al loro destino. Due corpi allo sbando; due anime disperate quanto destinate  ad un vita divisa fra cibi precotti e programmi tv  spazzatura.

Dall’altra parte del mondo vive, invece, Ruggero:  “Padre padrone”  che ha abdicato ad ogni responsabilità  per amore della libertà  e di un dolce e affascinante angelo biondo di nome Lilly.

La disperazione trasuda dalle mura e si posa come muffa stantia su cibo e  oggetti. Unica fuga dalla realtà, per il giovane Attilio, è la compagnia di Edo (dall’incerta sessualità).  Tutto congiura a tenere  il giovane nel guscio di una esistenza “sotto vetro”, escluso ad ogni esperienza, mentre fuori la vita scorre.

Tragicommedia. Va tutto bene è una tragicommedia incentrata sul tema dell’abbandono. Da un’idea di Stefano Cordella e realizzato dalla compagnia Òyes, in un ottimo lavoro drammaturgico. Lettura in chiave  divertita e ironica dei torti familiari.

Va tutto bene

Tutto bene è quel che finisce bene. Il male inflitto viene risanato e ognuno troverà la sua collocazione nel mondo: Attilio all’inseguimento di un amore, Edo nella conquista di uno spazio familiare  ritrovato e Annamaria infine  trova la pace nell’incontro con Lilly (l’antagonista) e la prospettiva di nuova vita apre le speranze di Ruggero (spirito inquieto).

In perfetto equilibrio fra lacrime e risate. Pièce nata all’insegna della sintesi fra  dramma e ironia, espressa nei dialoghi e rese perfettamente da un ottimo ensemble d’interpreti. Dalla bellezza eterea di Vanessa Korn (in grado di riscattare le miserie domestiche di madre e figlio) alla commovente e divertente interpretazione di Alice Redini, una “Gelsomina  moderna”. Dario Merlini è un simpatico cinico  “bastardo”   nel ruolo di  “pater familias”, davvero notevole. La scena suburbana di Mara Matteis è  il paradigma di un microcosmo animato dall’illuminotecnica  di Christian Laface complessa e correlata alla stessa struttura drammaturgica.  Pubblico ben disposto e partecipe, calorose le chiamate in scena.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here