¡MUU!2: quanto basta per ridere

[rating=2] Correva l’anno 1991 quando un gruppo di giovani frizzanti spagnoli mise in piedi un progetto teatrale, portando sulla scena la giornata di quattro scanzonati e spavaldi toreri, nella parodia dei rituali e del nonsenso della corrida. Fu un successo internazionale, con tanto di prestigiosissimi premi, dal quale nacque la compagnia madrilena Yllana, lo spettacolo d’esordio era “¡MUU!”.

A 20 anni di distanza, la rappresentazione è tornata in scena in una versione rivisitata e rinfrescata, che riassume gli anni di strada fatta dalla compagnia, ben nota in patria e all’estero, con uno sguardo vivo e rinnovato. La nuova versione “¡MUU! 2”, proveniente da un tour mondiale che ha fatto tappa anche nei più importanti festival internazionali come il Fringe di Edimburgo, è approdata in Italia a Firenze, al Teatro di Rifredi, dove la compagnia iberica è ospite abituale.

Lo spettacolo vuole essere una satira sul mondo della corrida, con la sua storia, i suoi rituali e i suoi cliché: il machismo, la sfrontatezza, l’onore, la patria, la fede, il sangue. Dietro tali “valori” si nasconde una celatissima polemica intorno all’illogica necessità della tauromachia moderna nella lotta impari tra uomo e bestia.

La parodia riprende in chiave comica la cadenza di una giornata tipica di corrida, dall’arrivo dei toreri, la vestizione del traje de luces, la preghiera nella cappella alla Vergine Addolorata, e poi un picadores a cavallo, i banderilleros, il capote, e tutti i gesti per domare e infine uccidere l’animale. Più che simili ad Escamillo, il toreador della Carmen, i quattro matador in scena sembrano usciti dalla modesta Pensión Luarca di Hemingway, che di toreri “veri” non ne ospitava.

Uno spettacolo universale, senza parole, dove tutto diventa comico ed il gesto rituale si plasma in mimica facciale e movimento. Con buon ritmo, uso del sonoro di supporto alle azioni e una messinscena volutamente chiassosa e coinvolgente ¡MUU! 2 ha divertito per un’ora e mezzo il pubblico gremito in sala, composto in prevalenza da famiglie con giovanissimi spettatori estasiati.

¡MUU!2

Oltre il successo e gli applausi è obbligatorio rilevare vari punti critici e carenze di originalità e stile che penalizzano il giudizio complessivo sullo spettacolo. Dietro l’aria maschilista e sfrontata dei toreri si nasconde una goffaggine clownesca che fa la sue entrata in modo fin troppo spasmodico, con un susseguirsi di smorfie caricaturali che finiscono per ripetersi a più riprese.

Molte delle trovate sceniche risultano di basso livello e finiscono per stancare, ruotando quasi esclusivamente attorno al tema della virilità maschile contrapposte alla presenza nel gruppo di un torero effeminato. Con un finale tirato per coda e orecchie, la performance poteva durare una mezz’ora in meno, tenendo in maggiore considerazione la regia e privandosi della zavorra di platealità e ricerca estrema della risata becera, mediante un uso intensivo delle classiche maschere facciali, che portano lo spettacolo sul genere cabarettistico. La comicità spagnola mostra la sua ben nota crudezza e i suoi limiti, senza portare neanche uno spunto di riflessione su un tema così controverso.

¡MUU!2

Gli Yllana dimostrano di avere un’unico scopo, quello di far divertire, e ci riescono ampiamente, con un sold out al botteghino, tante risate in sala e applausi a non finire. In termini di pubblico, un vero successo.

Gli spettatori oggi più che mai desiderano ridere. Ci spieghiamo così la desolazione che si respira durante le rappresentazioni di spettacoli cosiddetti “impegnati” o contemporanei, di ampio valore, ma ignorati dal largo pubblico.
Nell’arena di una crisi economica e socioculturale brancoliamo come tori catapultati nel bel mezzo di una corrida. Ma ogni tanto vince il toro?

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