Malato immaginario secondo il Kismet Opera

[rating=4] In scena dall’11 al 23 Febbraio al Teatro Vascello di Roma, “Il malato immaginario” diretto da Teresa Ludovico, è una piccola perla interpretativa del genio francese morto a 40 anni praticamente in scena, proprio mentre recitava questa pièce e sepolto secondo tradizione cristiana solo grazie all’intercessione del Re Sole; ma sempre quattro piedi più in fondo della superficie cosiddetta “consacrata”, in quella terra così profonda a cui il riposo degli istrioni era  notoriamente negato.

Una rappresentazione scenica di rara originalità, soprattutto nella costruzione piramidale con in cima la poltrona del malato e gli scaloni a vista che si trasformano in quinte, dalle quali sgusciano gli attori con tipico guitto partenopeo. Eh si perché il Kismet Teatro Opera, compagnia barese da sempre attiva nel campo delle sperimentazioni e con delle stagioni ragazzi (e non solo) semplicemente bellissime, ha proposto al pubblico romano una versione napoletana del Malato Immaginario.

Il Malato Immaginario di Teresa Ludovico

La scena è quella di una casa del sud animata da personaggi grotteschi, su tutti il pulcinella-fratello-serva, un magnifico Marco Manchisi, sempre perfetto anche negli pseudo “a parte”, è lui il maestro che gioca e dirige le parti della commedia, altalenante fra bianco e nero, buono e cattivo, richiamo amabilmente ripreso anche negli splendidi costumi di Luigi Spezzacatene e degnamente accompagnati da una luce ocra meravigliosamente retrò (disegno luci Vincent Longuemare), nonché dalle sublimi note di Nino Rota.

Il Malato Immaginario di Teresa Ludovico

Inchino a parte per il protagonista, Augusto Masiello, tenero e divertente come pochi, ottimamente spalleggiato dalla bravissima moglie-strega Serena Brindisi (indimenticabile la scena dei capelli), bravissimi anche i comprimari Ilaria Cangialosi, figlia devota e angelica, Daniele Lasorsa cyranesco innamorato e la comicissima coppia di dottori padre-figlio Paolo Summaria e Michele Cipriani, splendidi esempi di pomponesca dottrina medica in stile Moliére, il cui genio indimenticato sembra sussurrarci dall’alto, tramite le sagge parole di Pulcinella, che troppo spesso sappiamo ammalarci di rimedi piuttosto che di mali. Imperdibile!

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