
[rating=3] Un telo bianco, vermi, poi figure indistinte. Di spalle al pubblico, su una sedia legata al soffitto con delle funi incomincia a raccontare la sua storia Otello.
E’ la storia di un uomo d’armi valoroso, che sopravvissuto a tante battaglie non ha resistito al dardo scoccato da Amore ed è così caduto ai piedi del suo “nemico” Desdemona.
Ed ora è roso dalla gelosia, dopo che Iago ha instlillato in lui il dubbio che Cassio abbia sedotto sua moglie Desdemona.
Ma Otello non crede, vuole prove, allora Iago comincia a tessere la sua tela degli inganni e a sussurrarli al suo generale. E così gli racconta di un sogno ad alta voce fatto da Cassio e di un fazzoletto con dei fiori rossi.
Il fazzoletto è quello che Otello aveva dato a Desdemona come pegno d’amore, un oggetto quasi magico, perchè perderlo vuol dire far spegnere la luce dell’amore dagli occhi del proprio marito.
Ma perchè questa gran vendetta? Si chiede uno stupito soldato, testimone degli eventi, raccontando la trista vicenda alla quale ha assistito.
E’ l’odio di Iago per Otello che scelse Cassio come suo luogotenente. E così che la vita diventò tragedia. Iago avvelena il cuore di Otello perchè l’odio è infinito davvero e nemmeno quando il suo inganno è ormai scoperto si pente perchè poichè “quello che resta è silenzio, tacerò anche durante la tortura”. Nella stanza della tortura, mentre attende la morte atroce che gli è stata comminata, ride di quello che è accaduto e del fatto che tutto in fondo è teatro di travisamento.
E delirando incomincia a raccontare di un tempo in cui l’odio e la vendetta non avevano ancora preso tutto il suo cuore; di una madre affettuosa che venerava e non voleva deludere e di come un giorno, rientrando prima, l’aveva trovata col suo amante.
Lo Cascio racconta la storia di una gelosia che divora il cuore, di un odio che acceca e sceglie di farlo con una lingua dal sapore vivido e dai colori forti: il siciliano. L’unica a non parlare siciliano è Desdemona, ma forse proprio per evidenziare la differenza che esiste tra “mascuolo” e “femina”.
Perchè non importa il colore della pelle di Otello. La tragedia si sarebbe abbattuta su di lui anche se fosse stato bianco, perchè “la femmina è una cosa sconosciuta”.
Rette che si intersecano sul palco, fondendosi con colori dalle tinte forti e cupe, le stesse che si ritrovano anche nei costumi. Un cast d’eccezione con un Otello-Pirrotta, una Desdemona-Cenni, un Soldato- Calcagno e ovviamente lo stesso Iago-Lo Cascio che non si risparmiano, donandosi completamente al loro pubblico.
Una riscrittura originale che parte dal testo del bardo, dalle sue tematiche fondamentali, ampliandole, deformandole e trasformandosi in qualcosa di nuovo.
Un finale visionario che accosta Otello a Orlando e lo riporta sulla luna grazie ad un ippogrifo.
E’ lì perchè vuole trovare il fazzoletto di Desdemona, ma nei suoi occhi c’è solo follia e mentre il fedele soldato-narratore che l’aveva accompagnato tenta di riportarlo sulla terra, in una breve pausa dalla vita si fermano, immobili per vedere da lontano la luce del firmamento.