
[rating=5] Incontro con l’incognito. Cos’è The Walk? Un rapporto privato con l’attrice, sporcato dai clacson, le voci della gente, la realtà. Cos’è The Walk? Un’idea di Roberta Bosetti e Renato Cuocolo, coppia nell’arte e nella vita, che da anni sperimenta il proprio universo poetico, distruggendo regole e spazi e travolgendo le definizioni di quarta parete, palcoscenico, teatro. Fino a un massimo di 25 partecipanti per volta, questa camminata per la città di Pistoia, in un percorso prestabilito e sconosciuto, è l’esperienza fisica e immanente di un racconto che sgorga attraverso cuffie e un walkman dati a ognuno di noi.
La tecnologia è l’anima di questa produzione, viene da pensare, aspettando la Bosetti davanti a una chiesa, indecisi se parlare o stare in silenzio, in una situazione in bilico che è già, perfino da quando siamo partiti di casa (come dirà lei), performance.
Udiamo una musica, l’attesa si fa più acuta, note che sembrano rubate a Blade Runner; poi le voci del duo Cuocolo/Bosetti, un preludio tenero, bizzarro, poi la lavica tonalità dell’attrice che inizia un racconto, mentre in pochi la vediamo arrivare. La storia della morte di un caro amico. Prima ancora immagini alcoliche che lei sa sottolineare con accenti e alterazioni, mentre gli occhi altrui sono leggermente increduli. Veramente quest’attrice sta rivelando a noi estranei un fatto privato della sua vita? Chi è quest’amico di cui parla con calore, un uomo il cui cuore all’improvviso esplode, a cui non ha potuto dire più nulla, nulla. Seguitemi, invita. La seguiamo, mentre nel suo rapido, improvviso silenzio, la sentiamo respirare, emozionata.
Dopo la morte del mio amico, camminare mi ha aiutata a rinascere – dice lo spartito di parole scritto da Renato Cuocolo, un monologo aritmico che si fa pioggia torrenziale, e scava nelle piaghe delle domande scomode. Camminare svela lati della città riconoscibili ma irriconoscibili, sovrapposti a quella sensazione scricchiolante di avere un teatro nella testa. Racconta un sogno, Roberta Bosetti, nella stanza di un palazzo che affaccia sulla strada, dove ci fa entrare a luce spenta. E il senso della morte va e viene, nel luogo chiuso, poi nuovamente nello spazio aperto, in una città che, come tutte le città, è fatta di caos.
Il tour intanto prosegue, ci fermiamo in una piazza famosa di Pistoia, quella della movida, che è stranamente deserta. E le parole ancora ci sostengono, e la morte passa in secondo piano e la nostra guida ci fa pensare alla solitudine e chiede: è la solitudine la sola, vera misura dell’uomo?
Contare fino a 100, il segnale che il percorso notturno si è appena concluso, o si è appena aperto, perché restano aperte le questioni – ad esempio se la vita sia uno spettacolo ancora più assurdo dell’arte. O se l’arte contemporanea sia la realtà stessa, come ci aveva fatto notare all’inizio, con l’immagine di un uomo e una donna nudi, che si scagliano l’uno contro l’altro. Arte, forse, ma anche violenza, sesso, sadismo. Il confine tra realtà e arte, nell’idea di teatro di Cuocolo-Bosetti, è molto, molto incerto. La sogneremo stanotte, o domani appena svegli, una soluzione alla morte e alla vita che, forse, non esiste. Consiglio, The Walk è da provare, prima o poi. A patto di sgombrare la mente.