Il sogno di Hollywood è Pretty Woman al Teatro Olimpico

Fino al 23 Ottobre 2022 a Roma per la regia di Carline Brouwer e la regia associata di Chiara Noschese

Tutto è un’impalcatura multifunzione: fa da scenografia. Sarà Hollywood Boulevard, il Beverly Wilshire Hotel, l’attico suite del medesimo, il Boulmiche Boutique a Beverly Hills, ci accoglie sul palco il balletto e il rasta Cristian Ruiz di una bravura indicibile e canta e balla “… chiunque a Hollywood ha un sogno…” in una coreografia piramidale il cui vertice è impareggiabilmente lui. E siamo alla trasposizione in musical del cult cinematografico del 1990 “Pretty Woman”.

Il sogno di Vivian, la protagonista, redingote, color pavone, stivaloni pitonati, sino sopra al ginocchio, mini-nera glitterata e reggiseno bianco, è lasciare la strada e lo canta “…e volo via di qua…”. Passa cupido sempre Cristian Ruiz, consegna un messaggio, con tanto di stella, nelle mani di lui: elegante raffinato protagonista con lei. È Edward Lewis, l’eccezionale cantante, performer, ballerino, attore Thomas Santu: è un uomo d’affari miliardari. Acquista compagnie in crisi. Si è perso e si imbatte in lei le chiede un’informazione e gli costa 5$, ma la tariffa sale a 10$ per un’indicazione del tragitto, a 30$ per essere accompagnato, a 100$ per una prestazione, a 300$ per un’intera notte. Il fascino e l’avvenenza di lei vanno al di là dell’attrazione e il patto per averla accanto per il tempo di tutta la settimana che si tratterrà per il lavoro in città si ferma a 3000$ e canta “…ha qualcosa di speciale…”.

Ma allora alla cena di lavoro perché non invitarla ad essere sua compagna, donde le lezioni di ballo nella hall dell’hotel il cui maître sempre Cristian Ruiz, coadiuvato da quell’eccellenza di simpatia e bravura coreutica nonostante la carismatica corpulenza fisica, del portiere d’albergo che è Gabriele Foschi fanno da maestri. Un vestito in pizzo nero su un fondo dorato nei costumi a firma Ivan Stefanutti e con Vivian sottobraccio Edward siede al tavolo del ristorante ed anche David Morse, ipnotico Lorenzo Tognocchi, capo della grossa compagnia marittima che Lewis vuole acquistare, subisce il fascino di lei donde il tango. E con la nostra protagonista sempre attenta a provare i passi di ballo per non dimenticare quanto appreso, si ride e anche quegli talora perde l’aplomb che è del personaggio e ride sotto i baffi. Qui non c’è dubbio c’è lo zampino dell’immensa regista associata che è Chiara Noschese. Ne emerge segno evidente nell’impostazione vocale e timbrica delle liriche dello spettacolo, nell’ironia ovunque presente con garbo e giusta connessione appena sbavati talora, rispetto al contesto delle scene, ma perfettamente geniali e indovinati.

Carta di credito in mano per acquistare altri vestiti: serviranno nel corso della settimana, e siamo nella Boulmiche Boutique di Beverly Hills con Vivian ed Edward alla scelta degli abiti e la scena oltre che artisticamente eccelsa si fa esilarante per le avance dello chef de boutique, sempre Cristian Ruiz, verso il nostro uomo, d’affari e non solo, e anche qui l’aplomb cede il passo al riso con giusto applauso del pubblico. A Vivian occorre un pizzico per capire se tutto ciò è vero: chiama la sua amica e collega di lavoro o di marciapiede Kit per raccontare il tutto e darle i soldi dell’affitto, della camera dove vivevano, sempre affannoso fino a quel momento. Qui una scena di incomparabile spettacolo Beatrice Baldaccini e Martina Ciabatti Mennell, rispettivamente cantano e ballano, con vocalità eccelse, diverse ma comunque altissime e destrezza di sincronia nel balletto che ne consegue, da gemelle Kessler. Brave e sì questo è il musical. E il nostro canta “…Che sera strana e con te accanto non fingo più…” e si chiude il sipario.

Siamo alla ripresa dello spettacolo e la scena si è tinta di verde e celebra la presentazione di lei agli amici e qui Philip Stuckey, interpretato da Andrea Verzicco avvocato ed amico del nostro protagonista, le dà della prostituta al che la crisi tra Edward e Vivian. Egli è incapace di gestire una compagna con tale professione ed ella di avere accanto un uomo che non sia un affare. Ma tutto l’amore torna a sbocciare poco dopo come una rosa, non ne esistono senza spine, quella che il nostro cupido, sempre Cristian Ruiz, lascia sul letto e, dopo una notte d’amore e finalmente di fuoco, con tanto di bacio, il nostro gliela offre.

Quindi siamo all’Opera per “La Traviata” e tra un “…brindiam, brindiam…” e un “…Amami Alfredo…” lei canta “…ora tocca a me…”. Vivian bellissima in un costume rosso e tutti gli altri in nero, bellissimi i costumi per le dame, in smoking gli uomini anche Edward è similmente, ma arricchito di dettagli, che faranno la differenza, in nero. La scena è un quadretto e ci risiamo al racconto del bacio a Kit, perché si sente come in una favola, come una “Cenerentola”, si è innamorata, e se anche la sua amica ha realizzato il suo sogno sarà Poliziotto si arriva all’epilogo e quando Edward le chiede “…sai cosa succede quando il principe salva la principessa?” Vivian risponde “Che lei salva lui!”. Tutti in scena e gli spettatori tutti in piedi si canta e si balla tutti i jingles della rappresentazione, nella traduzione e nei versi in italiano di Franco Travaglio, come è giusto sia, nella festa che ogni musical ben fatto come questo merita.

PANORAMICA RECENSIONE
Regia
Attori
Drammaturgia
Allestimento scenotecnico
Pubblico
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il-sogno-di-hollywood-e-pretty-woman-al-teatro-olimpicoPretty Woman <br>Produzione Stage Entertainment, Matteo Forte & Dan Hinde <br>Autori Garry Marshall e J.F. Lawton <br>Regia Carline Brouwer <br>Regia associata e direzione casting Chiara Noschese <br>Musiche e testi di Bryan Adams e Jim Vallance <br>Traduzione, adattamento e versi italiani Franco Travaglio <br>con Beatrice Baldaccini e Thomas Santu <br>e Martina Ciabatti Mennell, Gabriele Foschi, Cristian Ruiz, Lorenzo Tognocchi