
Da mercoledì 20 fino a domenica 24 febbraio, alle ore 21.15, al Teatro delle Moline va in scena Corpi impuri, di e con Marinella Manicardi. Spettacolo realizzato in collaborazione con Festival Filosofia 2011, Centro Documentazione Donna di Modena.
Marinella Manicardi, già vista quest’anno in “La Maria dei dadi da brodo” (leggi la recensione) e intervistata da Fermata Spettacolo (leggi l’intervista), è autrice e interprete di spettacolo lieve su un fenomeno naturale e censurato, fondamentale ma evitato come la più vergognosa delle colpe: le mestruazioni tra scienza, religione, superstizione e teorie strampalate.
Per molte donne sono una scocciatura se non una disgrazia, per altre un imbarazzo, per altre ancora una vergogna. Gli uomini poi spesso non ne vogliono nemmeno sentir parlare. «Si dice: ho le mie cose – scrive Marinella Manicardi nelle sue note –, sono indisposta, sai è il periodo, ho il marchese. Il marchese? In quei giorni mia madre mi vietava il bagno e lei non preparava la maionese, sarebbe impazzita. E non toccava i fiori: sarebbero morti».
Se il sangue mestruale provenisse da un braccio forse non sarebbe coperto da censure e imbarazzi. Ma quel sangue proviene da dove ha origine la vita. E lì, in quel punto, lì attorno al sesso femminile si è scatenata una battaglia esilarante e tragica. Scienza e religione si sono affrontate con dogmi strampalati, teorie scientifiche fantasiose. Fino al 1875 quando finalmente hanno cominciato a capirci qualcosa. Ma c’è ancora molto da capire.
«Eppure – prosegue l’attrice e regista – è semplicemente sangue, naturale, così naturale che senza mestruazioni non ci sarebbero nemmeno i bambini, cioè noi. E allora perché le tre religioni monoteiste cattolica, ebraica e mussulmana considerano il corpo mestruato della donna, la donna, un corpo impuro? Perché impuro? Mentre il corpo insanguinato del Cristo è sinonimo di santità e la sua ferita sul costato assomiglia straordinariamente a un sesso femminile: ma va? Un caso?».
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