Shakespeare Dead Dreams

Domenica 5 febbraio, al teatro Yves Montand di Monsummano Terme, è andata in scena la danza contemporanea d'autore, con una collaborazione tra Versiliadanza e Small Theatre/NCA. Una miscela onirica e teatrale per un omaggio ai personaggi shakesperiani

Buon equilibrio tra l’orrore, l’indicibile, la leggerezza e la follia, raggiunto dalla coreografa Angela Torriani Evangelisti e il regista Vahan Badalyan, in una co-produzione Italia-Armenia che ha dato vita a SDD Shakespeare Dead Dreams. Un esempio di teatro-danza che affida la parte narrata a voci fuori campo in lingua inglese, per spargere nell’aria le parole delle grandi tragedie shakesperiane, Amleto, Macbeth, Re Lear, Otello; mentre il gesto è sprigionato dai tre danzatori in scena, un gesto strutturato ma non prevedibile, non scioccante ma non banale. L’eleganza formale si appropria dell’essenza dello spettacolo, abbellito ulteriormente da un sofisticato, eccellente disegno luci, che dal blu cobalto si tuffa in rossi scarlatti e in fucsia artificiali.

Sguardo presente e assente, focalizzato su un lungo raggio d’azione e come assorto in lande desolate, quello della direttrice artistica di Versilia Danza, dal curriculum strabordante, che veste i ruoli delle protagoniste femminili, Ofelia, Cordelia, Desdemona, Lady Macbeth – quattro tipi di donne, vittime e carnefici, tra ingenuità e alterazione psicologica. Quattro femminilità succubi dell’essere maschile, o catastrofiche nella loro personalità distruttiva, Lady Macbeth, dolci come distese di fiori, Ofelia, sincere come Cordelia, generose come Desdemona. Suggestiva, su tutte, la personificazione di Ofelia, il volo di petali che crollano dal bellissimo abito. L’impasto della musica elettronica con le movenze morbide e sacrali della Torriani funziona, mentre più titubanti sembrano i danzatori Leonardo Diana e Arsen Khachatryan, entrambi comunque dotati di presenza scenica.

La serata è stata apprezzata dal pubblico del Teatro Yves Montand di Monsummano Terme (PT), che si è dichiarato soddisfatto di una creazione diversa e trasudante novità rispetto agli spettacoli di prosa. Ci si è lasciati coinvolgere dal sogno e dall’incubo di immagini che mutavano in un tempo senza parametri e misure, liquido e simbiotico con lo spazio scenico che ingoia le figure letterarie, non difficili da ritrovare oggi, nella nostra società dal potere malato.