Successo per la riapertura del Teatro alla Scala, tutto esaurito e tanti giovani

La sala del Piermarini, tra le ultime ad annunciare eventi estivi, ha riaperto con quattro concerti straordinari e un terzo dei posti in vendita. Anche la Scala di Milano ha ripreso così l’attività musicale, a poche settimane dalla riapertura del Museo e dai concerti diffusi della Filarmonica.

foto di Teatro alla Scala

Con quattro concerti straordinari, dal 6 al 15 luglio, la grande musica ha ripreso casa nel teatro più famoso del mondo.

Erano settimane che lavoratori, artisti e abbonati aspettavano con apprensione che anche il Teatro alla Scala annunciasse eventi straordinari come già molti altri enti lirico-sinfonici italiani e mondiali. La nuova fase normativa aveva infatti aperto fin da giugno alla possibilità di allestire spettacoli dal vivo con le dovute precauzioni in materia di dispositivi di protezione individuale e distanziamento sociale.

Mettendo a disposizione 600 posti, su 2011 che ne contiene in totale, il Piermarini ha rotto gli indugi e soddisfatto le aspettative, in attesa di una riapertura più grandiosa in autunno con l’annunciato Requiem di Verdi diretto da Riccardo Chailly. I biglietti dei “Quattro concerti per ricominciare” sono stati per metà venduti online in prelazione al parterre di abbonati senior e junior.

La prima serata musicale, lunedì 6 luglio, è iniziata con un inciampo. Il baritono Luca Salsi, acclamato Scarpia nella Tosca di Davide Livermore della Prima del 7 dicembre scorso insieme ad Anna Netrebko e Francesco Meli, ha dovuto dare forfait per motivi di salute. Al suo posto un egualmente apprezzato Simone Piazzola si è cimentato in arie da Umberto Giordano e Giuseppe Verdi. Accanto alla voce hanno risuonato le note del pianoforte della giovane Beatrice Rana e del violoncello di Misha Maisky che, insieme, hanno colto l’occasione per omaggiare il maestro Ennio Morricone proprio nel triste giorno della sua scomparsa.

Tra il pubblico commosso ed emozionato, anche molti giovani. Tra questi Danielle Vittoria Eleonora Ziliani, modella e fondatrice dell’azienda Nymphea Lingerie Couture, che con la sua giovanissima età da anni non perde un’inaugurazione del “tempio della lirica” e che non è mancata nemmeno a questo “straordinario” appuntamento: “Emozionante come la Prima del 7 dicembre. La riapertura della Scala, rappresenta non solo il risveglio di un luogo sacro della vita meneghina, bensì una speranza di rinascita e ripresa da questo terribile momento storico, dell’arte a 360 gradi.”

riapertura teatro alla scala
foto di Teatro alla Scala

I concerti hanno avuto una copertura mediatica che è andata ben oltre il pubblico in sala. La diretta streaming su Facebook e YouTube e sul sito del Corriere della Sera ha garantito a centinaia di migliaia di appassionati di assistere, seppur con questa modalità, alla riapertura della Scala.

Tra i presenti in teatro un altro giovanissimo, Valentino Klose, registra teatrale e professionista nell’ambito audiovisivo, attualmente a Mediaset, che del rapporto tra spettacoli dal vivo e comunicazione ci dice: “Grande emozione nel rientrare alla Scala sperando che le attività riprendano regolarmente, nel rispetto delle misure di sicurezza. Il settore è attualmente in ginocchio con tutti i suoi operatori. Che però una ripresa sia possibile è stato dimostrato sia dall’Opera di Roma (la cui stagione estiva è ripresa a Caracalla pochi giorni fa), sia da alcuni festival italiani (Macerata, Pesaro e Martina Franca) che avranno luogo con la produzione in forma scenica. Speriamo che lo stesso abbia luogo anche a Milano in tempi brevi.”

Gli altri concerti hanno visto sul palco l’8 luglio il tenore Francesco Meli, star della lirica, in recital insieme all’altrettanto acclamata voce di Federica Lombardi. Con loro Giulio Zappa e Joonas Ahonen al pianoforte e Patricia Kopatchinskaja al violino.

Il 13 luglio è stata la volta invece delle giovani voci emergenti. Cantanti diplomati all’Accademia Teatro alla Scala e premiati in concorsi di canto italiani. Con i più noti brani del repertorio operistico si sono esibiti i soprani Irina Lungu, Federica Guida e Caterina Sala, la mezzosoprano Szilvia Vörös e, per le voci maschili, Raffaele Abete, tenore, Fabio Capitanucci, baritono e Jongmin Park, basso. Maestro accompagnatore al pianoforte, lo scaligero Michele Gamba.

A chiudere la mini rassegna, gli orchestrali della Filarmonica della Scala nella serata del 15 luglio con brani di musica da camera e sinfonici adattati per formazioni ridotte, come eseguiti nei concerti “diffusi” del weekend del 26-27-28 giugno.

Massimo Pilloni è un giovane studente di canto e appassionato d’opera e musica classica, socio della Fondazione Milano per la Scala e assiduo frequentatore del teatro. Naturalmente non è mancato a nessuno dei quattro appuntamenti: “È stato importante per me, da assiduo frequentatore del teatro, potermi riaccomodare nella sala del mio teatro preferito, che amo chiamare “seconda casa”, e ascoltare finalmente della musica dal vivo. Dopo questi quattro bellissimi ma ahimè brevi concerti rimarrà la malinconia di poter riprendere la vita tutta, soprattutto le alzate di questo sipario, a ritmo regolare e nella piena normalità.”

ouverture filarmonica della scala
foto di Filarmonica della Scala

Come si diceva, ad anticipare i concerti in teatro è stata l’iniziativa “Ouverture” della Filarmonica della Scala, l’orchestra fondata nel 1982 dal maestro Claudio Abbado e indipendente dalla struttura organizzativa di via Filodrammatici. Con organici ridotti e suddivisi in 8 formazioni, i maestri scaligeri si sono esibiti in altrettante location simboliche e suggestive della città, di pregio storico, culturale e architettonico. I programmi, oltre a brani iconici del repertorio classico, sono stati ovunque conclusi da un adattamento del celebre “Canone in Re maggiore” di Johann Pachelbel, che aveva fatto da colonna sonora di un video virale prodotto dalla stessa Filarmonica in pieno lockdown.

Roberto Benatti, contrabbassista dell’Orchestra del Teatro alla Scala, è stato tra i musicisti protagonisti dell’evento: “Ho partecipato con grandissima gioia a questi concerti, certamente per il piacere di tornare a suonare dal vivo, ma soprattutto perché hanno rappresentato una risposta intelligente e di alto valore culturale ad una situazione di ovvia difficoltà: i colleghi della Filarmonica che hanno avuto l’idea di portare ai milanesi, di cortile in cortile, ciò che questi in quel momento non potevano trovare in Teatro, hanno dato una grande dimostrazione di ciò che significa essere artisti nel senso più profondo del termine, cioè riuscire a comunicare in qualunque situazione ci si trovi, anzi, sfruttare le difficoltà come stimolo per trovare soluzioni originali e fresche.”

Ancora prima della Filarmonica e del Teatro, ad aprire al pubblico è stato fin da sabato 20 giugno il Museo teatrale alla Scala, con le visite guidate alle sale del museo, alla mostra “Nei palchi della Scala. Storie milanesi”, di cui esiste una versione digitale completamente online, e la possibilità di visitare il Foyer Toscanini, ammirare la sala del teatro da alcuni palchi, compreso quello centrale, scoprire curiosità, abiti, ritratti, strumenti musicali, gioielli, manoscritti e oggetti storici e godere delle architetture di Giuseppe Piermarini (costruzione del 1778) e Mario Botta (restauro del 2004).

Anche in questa occasione tutto esaurito e tanti ragazzi, tra cui Viviana Nebuloni, giovane soprano milanese e fondatrice dell’associazione culturale Operitage, membro milanese del network europeo delle associazioni di giovani amanti d’opera Juvenilia: “È sempre un’emozione indescrivibile tornare in Scala. Per ogni giovane musicista, specialmente se studente a Milano, il Teatro Alla Scala rappresenta un’istituzione e non solo: è “casa” propria, un luogo sacro, indubbiamente, ma vicino ed accessibile al cuore e all’anima. Alberga in ogni cantante o strumentista la sicurezza che il fare musica sia parte di un’estetica fatta di dedizione e ispirazione, sentimenti che La Scala rappresenta e dichiara con amore al pubblico ogni qualvolta si varchi l’ingresso del foyer.”

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foto di Museo teatrale alla Scala

Museo, Filarmonica, Accademia e Teatro alla Scala hanno ridato speranza a tanti lavoratori, artisti e appassionati, che durante la quarantena sono stati tra le categorie più colpite e dimenticate dalle istituzioni italiane ed internazionali e rischiano di continuare ad esserlo nella situazione attuale di crisi. Proprio la Scala era stata tra le prime “aziende” colpite dal contagio da coronavirus fin dalla fine di febbraio e, primissimo fra i teatri, aveva dovuto interrompere ogni attività dopo appena due recite dell’applaudita produzione de “Il turco in Italia”, regia di Roberto Andò, sul podio Diego Fasolis, con uno svavillante Prosdocimo di Mattia Olivieri.

La Stagione 2019/2020 è stata completamente compromessa e, ad oggi, il nuovo Sovrintendente Dominique Meyer, subentrato a dicembre 2019 ad Alexander Pereira, non ha ancora fatto trapelare grosse informazioni sulla ripresa del cartellone e, soprattutto, sulla stagione 2020/2021.

Stefano Balbiani, giovane storico dell’arte e collaboratore del sito Connessi all’Opera che ha seguito la riapertura di diversi teatri e festival, commenta così l’attuale situazione del panorama operistico e musicale italiano: “È davvero incoraggiante vedere come, dopo mesi di lockdown e incertezze, numerosi festival e teatri italiani si stiano attivando per riportare in scena spettacoli, per eseguire musica dal vivo, spesso reinventandosi. La Scala, l’Opera di Roma, il Maggio Musicale Fiorentino, e poi Ravenna, Como, Stresa e così via, tutte realtà che, con modalità e mezzi differenti, si stanno dimostrando reattive e propositive. Certo, la “normalità” è ancora lungi da venire, le difficoltà da superare sono parecchie ma, se il buongiorno si vede dal mattino, possiamo essere cautamente fiduciosi.”

Dal canto nostro, speriamo di poter tornare presto in Teatro, a pieno regime, per ascoltare e potervi raccontare le opere, i balletti, i recital e i concerti dal centro della cultura musicale europea. Ma, soprattutto, per tornare ad emozionarci e commuoverci insieme agli amici, ai melomani, ai “loggionisti” e tutto quel microcosmo che abita la Scala di Milano e ne è fondamento essenziale.

teatro alla scala
foto di Teatro alla Scala