Grande successo per la sessantaseiesima edizione del Taormina Film Fest

Film di qualità e ospiti internazionali. Il cinema riparte con un Taormina Film Fest in grande forma e che reinventa l’idea di evento cinematografico

Un’edizione del Taormina Film Fest per niente sottotono quella che si è conclusa ieri al Teatro antico in grande stile nel segno della rinascita. L’alta qualità dei film in anteprima e la presenza di ospiti del gotha del cinema non hanno fatto rimpiangere i passati fasti. Un milione di utenti su Mymovies oltre al pubblico in sala che ha risposto in modo positivo soprattutto agli eventi speciali al Palazzo dei congressi.

Nella cerimonia finale i direttori artistici Leo Gullotta e Francesco Calogero hanno voluto precisare proprio come il Taormina Film Fest, in un anno particolare come questo, abbia saputo dimostrare di essere, non soltanto passerella patinata di star internazionali, ma soprattutto finestra aperta sul cinema indipendente, sul confronto tra culture, realtà e linguaggi diversi e fucina di talenti esordienti alla loro prima o seconda regia. La massiccia presenza delle donne, i legami familiari, soprattutto il rapporto tra madri e figli, l’immigrazione, il punto di vista degli ultimi sono stati i temi fil rouge delle tre categorie competitive, risultato di un intenso anno di lavoro.

La serata di chiusura al Teatro greco ha rappresentato un caldo abbraccio, simbolo di ripresa della vita culturale, carico di nuove promesse dopo il faticoso periodo di distanziamento sociale, arricchito dalla presenza di ospiti internazionali, a cui sono stati tributati importanti riconoscimenti, e da momenti carichi di pathos durante gli omaggi a Morricone, Fellini e Sordi dell’orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Alvise Casellati. Cariddi d’oro alla carriera a Vittorio Storaro che ha sottolineato l’importanza della memoria degli autori che hanno fatto la storia del cinema e commenta così il premio ricevuto: “Il mio non è un premio al termine della carriera, io ho cominciato a collezionare premi alla carriera dal 1993. Si riconosce un
percorso. I festival devono fare retrospettive: se non conosciamo il nostro passato non
possiamo guardare al futuro.”

Nicolaj Coster-Waldau, star de Il trono di spade, che nei giorni scorsi al Palazzo dei congressi si è concesso generosamente a una folla di fans adoranti, nel ritirare sul palco il Taormina Arte Award ha ringraziato calorosamente per l’invito, nella sua prima volta in Sicilia con tutta la famiglia, e ha evidenziato: “Vedere tante persone assieme al Teatro antico mi fa capire quanto abbiamo bisogno di stare assieme. Questa pandemia ci ha insegnato molte cose,
anche a non sprecare risorse.” Anche Willem Dafoe ha ritirato il Taormina Arte Award accompagnato dalla moglie Giada Colagrande che si è esibita con la sua band The Magic Door. Defoe, che presto sarà impegnato con un film di Guillermo del Toro con Cate Blanchett, durante la clip che mostrava i momenti salienti della sua carriera ha commentato: “Mi ispirano i personaggi che mi stupiscono, che mi costringono a guardare la vita da un altro punto di vista e a comprenderla.”

Taormina Arte Award anche a Laura Delli Colli, Presidente Nastri d’Argento (quest’anno la cerimonia si è tenuta a Roma, nel 2021 tornerà a Taormina) e SNGCI. E naturalmente i premi alle opere presentate in concorso. La giuria dei lungometraggi ha assegnato il Cariddi d’oro per il miglior film a “Onkel” di Frelle Petersen, Cariddi d’argento alla regia di “Charter” di Amanda Kernell. Maschera di Polifemo migliore attrice alla croata Daria Lorenci per “Mater” di Jure Pavlovic, migliore attore l’iraniano Bakhtiyar Panjeei per Namo/The Alien di Nader Saeivar. Emmanuelle Seigner, giurata d’eccezione di questa sezione, si è trovata in difficoltà per l’alto livello dei film di quest’anno e ha voluto una menzione speciale per “La hija de un
ladron” di Belen Funes. L’attrice, sempre presente in sala e con un look acqua e sapone da antidiva, ha apprezzato molto la selezione di quest’anno è si è detta soddisfatta della nutrita presenza di donne sia dietro la macchina da presa sia nei temi trattati.

La giuria documentari presieduta da Goran Devic ha decretato miglior film “Paradise Without People” di Francesca Trianni con una menzione speciale al film “My dear mother” di Paul-Anders Simma. Per la sezione indoeuropea miglior film “Maria Solinha” di Ignacio Villar, miglior attrice Astrid Berges-Frisbey. Menzioni a ”The forgotten” e a “The nose or the cospiracy of Mavericks”. I ragazzi di Ciak Scuola hanno premiato “Oskar&Lilli”, il pubblico di Mymovies “Onkel”, Videobank il musicista Francesco Buzzurro.

“Lo sforzo produttivo è stato enorme, un anno di lavoro ininterrotto” il commento di Francesco Calogero. E negli ultimi mesi anche un faticoso lavoro di adattamento alle restrizioni imposte, che non ha intaccato la magia di questo festival, visti i risultati.
Un peccato però vedere semivuota la sala del Palazzo dei congressi, se non per gli
eventi speciali che hanno visto un afflusso maggiore. Eppure la programmazione era
variegata e presentava anche commedie leggere e di intrattenimento in anteprima
internazionale, come il francese “Les parfums” di Gregory Magne e lo spagnolo “La
lista de los deseos” di Alvaro Diaz Lorenzo (alla presenza del produttore in sala
Antonio Perez Perez, membro della giuria ufficiale), entrambi con cast stellari e
campioni di incassi in patria.

Inoltre una striscia quotidiana magistralmente condotta dall’istrionico Leo Gullotta,
destinato al web e allo streaming, ha accompagnato affettuosamente il pubblico di
affezionati: inedite immagini di archivio delle passate edizioni del Festival, una
narrazione garbata dei film della giornata arricchita dagli interventi di registi e
interpreti e ciliegina sulla torta le cartoline video di Taormina e della Sicilia. Una
elegante e innovativa operazione di valorizzazione della cultura e del territorio che
lascia ipotizzare, nel futuro degli eventi culturali, nuove dinamiche di fruizione dello
streaming, magari a piccole dosi senza dover rinunciare all’incontro, alla necessaria
presenza in sala del pubblico.

Lino Chiechio e Maria Guardia Pappalardo di Videobank si dicono entusiasti dei
risultati ottenuti, della formula ibrida on line e in presenza, della conduzione di Leo
Gullotta e della selezione dei film affidata a Francesco Calogero, augurandosi per il
prossimo anno di poter avere più tempo per organizzare il festival, dal momento che
gli ultimi anni per motivi diversi si sono dimostrati faticosi nell’allestimento.

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