Song ‘e Napule: divertente commedia action in stile poliziesco

[rating=4] Bella prova per i Manetti Bros. (Marco e Antonio), quella di Song e Napule, nuovo lavoro dei due fratelli, che vede, oltre l’amichevole partecipazione di Carlo Buccirosso, anche attori come Peppe Servillo (già in Paura 3D), e Giampaolo Morelli (ricordate il fantastico Ispettore Coliandro?).

Ma veniamo alla trama del film. Nella Napoli di oggi, Paco Stillo (Alessandro Roja), dopo il diploma al Conservatorio, è un pianista raffinato e disoccupato. La madre trova una raccomandazione per farlo entrare nella polizia, ma viene relegato in un deposito giudiziario. Il commissario Cammarota (Paolo Sassanelli), mastino dell’anticrimine sulle tracce di un pericoloso killer della camorra, Ciro Serracane, detto “O’ fantasma”, di cui non si conosce il volto. Incaricherà il giovane pianista di infiltrarsi nel gruppo di Lollo Love (Giampaolo Morelli), noto cantante neomelodico che si esibirà al matrimonio di Antonietta Scomaienco, figlia di un noto boss della zona soprannominato “Mazza di ferro”. Paco, sotto le spoglie del tastierista Pino Dinamite, si ritroverà così a rischiare la vita e a suonare una musica che gli fa schifo, vestito come un cafone. Ma questa missione segreta cambierà totalmente il suo modo di vedere se stesso e gli altri.

Song  ‘e Napule

Questa spassosissima e originale commedia trae spunto da un’idea di Giampaolo Morelli qualche anno fa. In un’intervista Marco Manetti ha rivelato che il meraviglioso taglio fumettistico del film è opera di Michelangelo La Neve, che ha anche scritto insieme ai due fratelli la sceneggiatura. La Neve è un noto autore di fumetti  (vedi Dylan Dog e Martin Mystère, editi dalla Sergio Bonelli Editore) dallo stile riconoscibile (soprattutto dai fan). L’originalità nella storia narrata dai Manetti sta soprattutto nel rompere il cliché e lo stereotipo che spesso abbiamo nei confronti di quei poveri gruppetti neomelodici, che vengono spesso accusati di far parte del “giro” della camorra e di essere pertanto “poco puliti”.

I Manetti hanno voluto mostrare il lato poco noto della vita di molti giovani con alle spalle un passato poco piacevole di povertà e miseria, si sono dati da fare per poter “campare” le proprie famiglie, anche se questo significa partecipare a matrimoni, comunioni e compleanni di famiglie camorriste. Song ‘e Napule lascia a bocca aperta per la lucidità e la semplicità della narrazione. La regia dei Manetti riesce a raccontare una storia divertente e cruda allo stesso tempo, diretta da manuale.

Song  ‘e Napule

La sceneggiatura è intelligente, curata in ogni minimo dettaglio. Inoltre, i personaggi, dal primo all’ultimo, sono caratterizzati in maniera eccellente e i loro dialoghi portano avanti il film come se fosse un treno. Se questo può risultare strano, per essere un film italiano, un’altra delle cose che colpisce è la straordinaria bravura degli attori. Tutti. Da Roja a Morelli, da Sassanelli a Buccirosso, chiunque appaia in questo lungometraggio – che si tratti dei protagonisti o di una semplice comparsa – è riuscito ad incarnare alla perfezione il suo ruolo, senza troppi fronzoli. Giampaolo Morelli si rivela un abile trasformista, tanto da risultare quasi irriconoscibile, riuscendo a creare un personaggio – Lollo Love – adorabile e mai banale.

Song  ‘e Napule

Ottima la fotografia, perfette le scenografie e meravigliose le musiche. Di primo acchito ti viene da accostare Song ‘e Napule alla cinematografia poliziottesca anni ’70 – per il mix di gag e immagini terribilmente crude (una su tutte, la foto in cui è ritratta una bambina con un foro da proiettile in fronte) -, ma la realtà è che i Manetti hanno preso un’altra direzione. A ben vedere, infatti, la pellicola è una sorta di Point Break, solo che al posto dei surfisti ci sono i cantanti neomelodici, anche se qui Lollo Love non è l’antagonista, anzi. Più o meno come per Smetto Quando Voglio – altro film italiano che italiano non sembra –, l’utilizzo della commedia è un pretesto. Il plot centrale non è un semplice equivoco. Come in ogni buon film è il fulcro su cui si basa l’intera storia.

Song ‘e Napule

I Manetti sono riusciti a raccontare un poliziesco con elementi action e comedy in maniera egregia, in cui ci si diverte, ci si appassiona e si fa il tifo per l’eroe di turno, Paco Stillo/Pino Dinamite. Si respira divertimento, ma non solo. Le sorti di Paco, nel climax finale, ti fanno arpionare con le mani i braccioli della poltrona e ti ci tengono ben incollato, ti fanno rimanere con gli occhi spalancati a cercare di capire se ce la farà, alla fine, a prendere il cattivo. E alla fine, quando esci dalla sala, ti rendi conto che hai visto un film italiano, e a basso budget, per di più. Un film che non ha nulla da invidiare alle pellicole che arrivano qui da altre parti del mondo. E mentre iniziano i titoli di coda ti prende un po’ di malinconia al pensiero che questa bella storia sia già finita, ma sorridi, perché sai che, almeno questa volta, la malavita ha avuto la peggio.

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