
Antoni Gaudí i Cornet nato a Reus il 25 giugno 1852 e deceduto a Barcellona il 10 giugno 1926 dopo essere stato travolto da un tram, è stato un architetto catalano.
Fu il massimo teorico del modernismo catalano, movimento artistico ispirato al Liberty. Attraverso la propria ispirazione basata principalmente sulla osservazione delle forme naturali: egli soleva dire che la natura era la sua massima ispiratrice, riuscì a trasformare il cemento armato ed il ferro in vere opere della natura.
Il movimento modernista catalano veicolato dalle teorie di Gaudì, giunse ad esiti estremamente innovativi giungendo persino ad anticipare le future avanguardie come l’espressionismo, il surrealismo, di cui un altro genio catalano Salvador Dalì divenne il massimo esponete, tanto da definire Gaudì come architetto surrealista.
L’architetto Charles Edouard Jeanneret Gris, noto con lo pseudonimo di Le Corbusier maestro del cemento armato unito al ferro, definì Gaudì come il “plasmatore della pietra, del laterizio e del ferro”.
Nel 1984 sette delle opere dell’architetto Catalano, situate a Barcellona, sono state inserite nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Nel 1992 sono iniziate le procedure per la beatificazione dell’Architetto di Dio, che si dovrebbero concludere nel 2016.
Barcellona, a partire dalla seconda metà del XIX sec. e la Catalogna, grazie ai nuovi mezzi di locomozione come il treno e le nuove scoperte atte allo sviluppo dell’industrializzazione, permisero alla regione ed a Barcellona di progredire e di ricevere un grande sviluppo e ricchezza.
La società divenne sempre più ricca di imprenditori che attraverso le loro attività incentivarono l’offerta di lavoro. All’interno delle nuove fabbriche che si erano sviluppate, si diffusero le idee delle più innovative correnti europee come il socialismo e l’anarchismo che fecero di Barcellona la città più europea della Spagna.
Barcellona raggiunse in poco tempo il mezzo milione di abitanti ma la città continuava ad essere confinata nella sua struttura medievale, serrata all’interno delle antiche mura. Fu così che si pensò di affidare l’incarico all’ ingegnere militare Ildefons Cerdà di rendere Barcellona più moderna e vicina alle altre capitali europee. Si approvò il Pla Cerdà un piano che prevedeva l’abbattimento delle mura medievali ed una riorganizzazione del città.
Sono anni questi in cui il passato e le antichità vengono spesso sacrificate sull’altare del progresso, un esempio e quello dell’architetto fiorentino Giuseppe Poggi che operò durante i lavori per Firenze capitale d’Italia e che per costruire i viali distrusse la antica cinta muraria,
Per meglio organizzare gli spazi, si unirono quartieri limitrofi al nuovo centro di Barcellona con la costruzione della Rambla che da Piazza Catalogna portava verso il mare.
La nuova Barcellona divenne più organica, moderna, fu rivista la viabilità con la costruzione di nuovi quartieri prendendo a modello la regola del Castrum romano, cioè con i quartieri realizzati a scacchiera e con le strade ortogonali, il cardio ed il decumano.
In questo clima di progresso e d’innovazione tra gli artisti catalani si diffuse una nuova idea quella della Reinaxença catalana e che portò allo sviluppo di nuovi movimenti artisti che si chiamarono MODERNISMO ed in seguito, NOVECENTISMO.
Non avendo alle spalle una famiglia agiata Gaudí per mantenersi agli studi dovette lavorare, nacquero così delle collaborazioni importanti con architetti ed artisti come Josep Fontseré, autore del parco della Cittadella, Francisco del Villar, restauratore del Santuario Mariano di Montserrat e Joan Martorell che insieme ai fratelli Llimona fu un fondatore del Cercle Artístic de Sant Lluc, circolo dove si riunivano artisti che si dedicavano ad opere moralmente sane o religiose e fu grazie a Joan Martorell che Antonì Gaudì conobbe Jose Maria Bocabella colui che propose la realizzazione del Tempio espiatorio della Sagrada Familia.
Nel 1878, ottenne la laurea in architettura ed il direttore della Scuola commentò: “Oggi abbiamo dato il titolo di architetto ad un matto o un genio”.
Antoni Gaudí fu cosciente della sua capacità di innovatore dell’arte e che le sue teorie, sviluppate dalle sue idee, non erano una ripetizione ma una innovazione di quello che avevano precedentemente sviluppato gli architetti fino a quel momento.
Fu profondo conoscitore delle opere dell’architetto Violet le Duc abile medievalista, delle opere di Pau Milà teorico di una storia dell’arte che doveva concretizzare l’integrazione dell’arte nella cultura.
Gaudí si impegnò per tutta la sua vita nello studio delle leggi della natura; aveva scoperto le leggi geometriche e costruttive, la natura per lui era madre fecondissima di idee.
Si dice, secondo leggende, che queste conoscenze derivassero dalla affiliazione ad ordini e sette come quella della massoneria. Non ci sono prove concrete e riscontri effettivi di legami con società segrete ma se andiamo ad analizzare le sue opere risulta essere molto presente l’ispirazione esoterica e massonica o almeno uno studio approfondito su di essi.
Gaudí sperimentò in modo intimo ed indipendente il terreno della spiritualità, quella legata alla religione cattolica, ma sforzandosi di andare oltre alla cultura del cattolicesimo.
Nelle costruzioni di Gaudì si possono osservare segni e simboli che sono alla base di molte società segrete, ma poiché sono simboli antichissimi possono assumere un significato bivalente, ma che proprio per questo aspetto bivalente, destano l’interesse ed il mistero verso l’opera dell’architetto di Dio.
Sempre curiosamente, grandi personaggi hanno fatto parte delle rispettive logge nazionali, da Benjamin Franklin, ai conosciuti Goldoni, Crispi, o Garibaldi che ricevette il 33° grado del Rito scozzese il più elevato per i massoni.
Continua…
Nel prossimo appuntamento dello speciale su Barcellona nelle opere di Antoni Gaudì, andremo a scoprire i segreti dell’affascinante Sagrada Família.